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Cuore

Non puoi piacere a tutti, non sei la pizza

Non puoi piacere a tutti, non sei la pizza

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Troncare con uno che sta lontano, avere voglia di rivederlo e poi invece dargli picche. Le contraddizioni dell'amore ...

Ogni coppia ha una storia diversa da raccontare e per quanto sia bella e particolare, c’è sempre un fase segnata da difficoltà, dubbi e preoccupazioni

Cara Emme,

avrei bisogno di un tuo consiglio: sono una ragazza di 20 anni, tempo fa ho conosciuto un ragazzo e subito si è sentito quel feeling nell’aria. Fatto sta che nei primi giorni della conoscenza si è venuta a creare una situazione di disagio (forse per il fatto che, agendo in modo istintivo, involontariamente ho dato l'impressione che si potesse andare subito "al sodo"). D'altro canto capisco che, se ti piace e ti trovi bene con una persona, non bisogna farsi così tanti problemi ma, per come sono fatta io e con il carattere che ho, per lasciarmi andare ho bisogno di tempo. Ho fatto presente a lui tutto, ne abbiamo parlato, anche lui si è preso le sue "colpe"  per essersi fatto trascinare dall'attrazione reciproca. Ci siamo ritrovati a passare del tempo parlando e scoprendo pure un' intesa mentale. Dopo ci siamo sentiti per un po' di tempo senza avere la possibilità di vederci, poi lui è dovuto partire perché non abitava vicino a dove stavo io. Abbiamo deciso di non continuare a sentirci per il fatto che nonostante ci fosse questa attrazione fisica/mentale c'era la barriera distanza. Penso tra me e me: va bene così, forse voleva solo divertirsi e ne è uscito in questo modo, perché dal mio punto di vista se una persona ti interessa non ci sono barriere. Comunque passa un mese e mi ricontatta, mi dice che vorrebbe parlarmi, vedermi. Mi spiega che forse c'era una possibilità di trasferta vicino a me e che sarebbe contentissimo di rivedermi. Accetto senza dubbio. Dopo non lo so, forse per il sesto senso femminile, mi è venuto il dubbio che non potesse essere vero, che era tornato per un suo ego maschile. Poi, un po' perché ero abbastanza stressata da una situazione difficile da superare (problemi di salute), un po' per il mio carattere chiuso, ho deciso di non continuare più a conoscerlo, di chiedergli di non contattarmi più e la cosa per cui mi dispiace di più è di avergli detto delle cose che non pensavo. Il fatto è che visto che ero arrabbiata mi sentivo non capita. Adesso è passato del tempo (più di un anno), io ho attraversato un periodo difficile dal punto di vista della salute e ho il dubbio di essermi comportata in modo infantile e, sì odio dirlo, ma anche di essermi fatta delle paranoie inutili (mi rendo conto che dovrò maturare sia nel carattere che nelle relazioni). Sento però di dover dire alcune cose a lui, che la paura di essere presa in giro, il periodo difficile che stavo attraversando ha portato alla luce un'altra me (c'è da dire anche che a volte le persone tirano fuori o la parte migliore o quella peggiore e quindi pure lui non è stato capace a farmi stare tranquilla). A questo punto chiedo il tuo consiglio...sembrerei pazza se gli scrivessi solo per dire queste cose e quindi meglio lasciar stare o meglio scrivergli ovviamente non per ricominciare ma solo per fargli presente la situazione?! Capisco che può sembrare una cosa infantile e che forse per lui non cambierà niente se le sa o no queste cose, ma quando qualcuno ti lascia un bel ricordo vorresti anche tu rimanere un bel ricordo per questa persona.

Maya Risponde

Cara R.,

Prima di tutto, leviamoci due tre chili di sensi di colpa.
Stai tranquilla.
Hai avuto un periodo di merda. Perdona il francesismo. E hai 20 anni, per cui sei un gaiser emotivo che parte a caso e a 300 km orari.
Detto questo, è tutto normale.
E’ normale essere confusi, troncare con uno che sta lontano, avere voglia di rivederlo e poi invece dargli picche.
Vale tutto.
L’amore è un campo dove ci diamo regole, facciamo e disfiamo.
L’amore non è coerente.
Non è che io che ho il doppio dei tuoi anni non abbia mai mandato sms random a gente che mi piaceva moltissimo dopo mesi che questi stavano a fare giri di letto con altre. E che il mio numero era memorizzato sui loro cellulari sotto “ignoto 1” perché non ci si sentiva dal 1989.
Si fa. Cerchi di farlo meno, crescendo cerchi di essere obiettiva.
E ci riesci, per mesi. Anni.
Poi una sera cammini, vedi una cosa che ti ricorda il disagiato di turno e cali le braghe della coerenza.
Si scrive, si chiama senza aver niente da dire. Si chiede come stai senza volere veramente la risposta perché qualunque cosa dicano, non sarà mai quello che vogliamo.
Quindi se vuoi chiamarlo per vomitare pensieri e parole fai pure.
Ti dico però, e fidati, che non si trasformerà in un ricordo diverso da quello che hai.
Se ti faceva incazzare, se qualcosa non ti convinceva, se non ci sei stata, con tutte le variabili che la vita ci mette in mezzo, non è con una telefonata che diventerà un bel ricordo.
E tu non devi redimerti da niente.
Non sentirti in colpa.
E lascia che la gente pensi quello che vuole.
Imparalo adesso che hai 20 anni, “non puoi piacere a tutti, non sei la pizza!”
Io ci ho messo un sacco di tempo per imparare che non devi chiedere scusa per quello che sei, e va bene anche se per qualcuno non sei un bel ricordo.
Guarda avanti R. pensa al domani non al registro delle chiamate di ieri.
Forza!

 


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