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Alimentazione e salute, scoperto il legame tra carne rossa e diverticolite

Un eccesso di carne rossa può mettere in pericolo l'intestino. Scopri il legame tra il suo consumo e il rischio di sviluppare la diverticolite! 

Un eccesso di carne rossa può mettere in pericolo l'intestino. Scopri il legame tra il suo consumo e il rischio di sviluppare la diverticolite! 

La carne rossa è stata accusata a più riprese di aumentare il rischio di cancro all'intestino; anche per questo motivo gli esperti raccomandano di non mangiarne più di 2 porzioni alla settimana.

Le buone ragioni per scegliere di non esagerare con il consumo di questo alimento sono però anche altre, incluse (almeno apparentemente) patologie intestinali diverse dal cancro.

Un eccesso di carne rossa potrebbe essere responsabile della diverticolite

A suggerirlo è uno studio pubblicato sulla rivista Gut da un gruppo di ricercatori guidato da esperti dell'Harvard Medical School di Boston (Stati Uniti), secondo cui per ridurre il rischio di ritrovarsi alle prese con questo problema potrebbe essere sufficiente sostituire una porzione di carne rossa al giorno con del pollame o del pesce.

La diverticolite è una malattia intestinale infiammatoria piuttosto comune. Alla sua base c'è l'infiammazione dei diverticoli, piccole tasche o protuberanze nella parete dell'intestino, e fra le sue complicanze sono incluse perforazioni della parete intestinale, ascessi e fistole (punti di comunicazione anomali tra due cavità corporee).

In passato la diverticolite è stata associata al fumo, all'assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei, alla mancanza di attività fisica, all'obesità e a un consumo insufficiente di fibre alimentari. Ora questo studio mette sotto accusa la carne rossa, puntando il dito soprattutto contro quella non processata.

Se, infatti, spesso sono salumi e altre forme di carne lavorata ad essere accusati di nuocere alla salute, secondo i dati analizzati in questa ricerca l'associazione con la diverticolite è più forte nel caso della carne rossa non processata.

La sostituzione di una porzione di carne rossa non processata con del pesce o del pollame è stata associata a una riduzione del rischio di diverticolite pari al 20%

Più in generale, ciascuna porzione di carne rossa quotidiana è stata associata a un aumento del 18% del rischio di sviluppare questa patologia, per un incremento totale del 58% fra i consumi più assidui indipendente da altri fattori di rischio (come l'assunzione di farmaci infiammatori, il fumo, l'inattività fisica e il ridotto apporto di fibre).

I meccanismi alla base dell'associazione osservata restano ancora ignoti. Ad entrare in gioco potrebbero essere fattori pro-infiammatori, oppure la flora batterica intestinale o, ancora, le elevate temperature di cottura necessarie per la preparazione della carne non processata; queste ultime potrebbero a loro volta influenza la composizione batterica o l'infiammazione.

Per di più quello pubblicato su Gut è uno studio puramente osservazionale, e quindi non permette di dimostrare l'esistenza di un rapporto causa-effetto tra il consumo di carne e l'insorgenza della diverticolite.

Per trarre delle conclusioni saranno quindi necessarie ulteriori ricerche. Nel frattempo, secondo gli autori di questo studio i risultati ottenuti “potrebbero rappresentare una pratica guida alimentare per i pazienti a rischio diverticolite”.


Foto: © puhhha – Fotolia.com
Fonte: British Medical Journal