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Sindrome da shock tossico: cos'è e come si manifesta

La sindrome da shock tossico (TSS) è un'eventualità rara, ma molto grave: pertanto è utile informarsi bene sulle cause, sui sintomi e sui modi per prevenirla, soprattutto se si utilizzano gli assorbenti interni.

La sindrome da shock tossico (TSS) è un'eventualità rara, ma molto grave: pertanto è utile informarsi bene sulle cause, sui sintomi e sui modi per prevenirla, soprattutto se si utilizzano gli assorbenti interni.

Le più attente avranno notato che all’interno di ogni confezione di assorbenti interni c’è un foglietto illustrativo che, oltre alle istruzioni per l’uso, riporta alcune informazioni su una malattia: la sindrome da shock tossico o TSS, dall’inglese Toxic Shock Syndrome. Senza dubbio, un’avvertenza del genere non può lasciare indifferenti: ecco perché è bene informarsi a dovere su questa patologia, rara ma grave, per capire come si manifesta e quali sono i fattori di rischio.

Cos'è la sindrome da shock tossico (TSS)? 

La sindrome da shock tossico è una malattia rara e grave; per la precisione, è una risposta infiammatoria multiorgano alle tossine prodotte da due tipologie di batteri, lo Staphylococcus aureus e gli Streptococchi del gruppo A. In parole più semplici, i batteri intaccano l’organismo e proliferano, producendo le tossine; il sistema immunitario ha una reazione violentissima che provoca una disfunzione di diversi organi, come reni, fegato, cuore e polmoni

Chi colpisce e perché: le cause 

Le cause della sindrome da shock tossico non sono note con certezza, ma alcune casistiche ricorono più di frequente rispetto ad altre. Lo Staphylococcus aureus può infettare una ferita oppure proliferare sui tamponi inseriti in vagina; gli streptococchi del gruppo A, invece, di solito si insediano sulla cute o sui tessuti sottocutanei. La sindrome da shock tossico può verificarsi anche a seguito del parto o di un intervento chirurgico, per l’infezione rispettivamente dell’utero o della ferita. Non è detto che le ferite infette siano appariscenti, anzi: molto spesso sembrano insignificanti. Un motivo in più per chiamare al più presto un medico appena insorgono sintomi sospetti.

Gli assorbenti interni sono pericolosi?

Questa patologia è stata scoperta negli anni Ottanta e fin da subito è stata associata soprattutto all’uso di assorbenti interni. È vero infatti che di per sé i batteri possono intaccare qualsiasi parte dell’organismo; ma è vero anche che molto di frequente colonizzano l’ambiente vaginale e le probabilità aumentano quando si fa un uso errato dei tamponi. Da allora il rischio si è molto abbassato, sia perché le case produttrici hanno rimosso dal mercato i modelli rivelatisi più pericolosi (principalmente quelli superassorbenti), sia perché le donne hanno imparato alcuni utili accorgimenti (primo fra tutti, quello di cambiarli di frequente). 

E la coppetta mestruale? 

Fra le alternative agli assorbenti interni, la coppetta mestruale è sempre più in voga soprattutto tra chi ha un occhio di riguardo per il Pianeta. Al contrario dei classici assorbenti usa e getta, infatti, può essere lavata e riutilizzata a ogni ciclo anche per anni: l’impatto ambientale, di conseguenza, è infinitamente più basso.

Che dire però della sindrome da shock tossico? Un team di ricercatori ha testato in laboratorio quindici diversi tamponi e coppette mestruali in commercio, arrivando a una conclusione netta: tutti i modelli creano un terreno fertile per lo Staphylococcus aureus. Anzi, la coppetta mestruale permette l’ingresso di una maggiore quantità di ossigeno, cosa che favorisce la proliferazione del batterio e, quindi, la produzione della tossina TSST. Insomma, anche la coppetta richiede precauzioni perché il rischio di TSS è pari – se non superiore – a quello dei tamponi.

Incidenza e statistiche 

Le statistiche sulla TSS che abbiamo a disposizione sono limitate. Alcune stime, relative soltanto alla sindrome stafilococcica, parlano di 3 casi ogni 100mila donne mestruate e sottolineano che circa il 15% degli episodi si verifica nel post-parto o a causa di infezioni di ferite chirurgiche. 

Sindrome da shock tossico: i sintomi

Abbiamo visto che lo shock tossico può essere scatenato da due diversi batteri: in entrambi i casi le sue manifestazioni sono gravi e molto veloci, ma ci sono alcune differenze.

I primi sintomi dell’infezione da stafilococco sono la febbre che sale all’improvviso e la pressione sanguigna bassissima. Nell’arco di qualche ora possono insorgere anche brividi, vomito, diarrea, dolori muscolari, disfunzioni renali e confusione mentale. Dopo 3-7 giorni compare anche un’eruzione cutanea diffusa, con desquamazione dei palmi delle mani e delle piante dei piedi. La mortalità può arrivare circa al 3%; se invece la sindrome viene prontamente trattata da un medico, di solito la guarigione è completa e non si lascia alle spalle alcuna conseguenza.

Più grave è la sindrome da shock tossico streptococcico, la cui mortalità arriva addirittura al 20-60% dei casi. Anche in questo caso il paziente va incontro a febbre alta e malessere, accompagnati però anche da dolore nella sede dell’infezione e insufficienza respiratoria. Ove presente, la ferita è dolente e rischia di andare in cancrena.

Dopo quanto si manifesta?

I sintomi dell'infezione da stafilococco o da streptococco si manifestano all’improvviso in forma grave e violenta. Nella cosiddetta forma “mestruale”, di solito la febbre sale intorno al terzo o quarto giorno del ciclo.

Come si cura: trattamento della TSS

Bisogna mettere bene in chiaro una cosa: la sindrome da shock tossico è pericolosa e ha un decorso molto rapido che può rivelarsi fatale. Appena si manifestano i sintomi, bisogna immediatamente rivolgersi a un medico che eseguirà i dovuti accertamenti, anche prelevando un campione di sangue e tessuto infetto da inviare in laboratorio. 

Il paziente viene ricoverato in ospedale, di solito in terapia intensiva, dove gli vengono somministrati per via endovenosa

  • liquidi;
  • farmaci che facciano risalire la pressione;
  • antibiotici;
  • nei casi più gravi anche le immunoglobuline, che contengono gli anticorpi ottenuti dal sangue di individui sani.

Può rendersi necessaria anche l’assistenza respiratoria. Le aree in cui presumibilmente si sono insediati i batteri, come le ferite chirurgiche o la vagina, vengono pulite e irrigate con acqua, dopo aver rimosso tutti i corpi estranei (in primis i tamponi). Quando il problema è scaturito da una ferita bisogna rimuovere il tessuto infetto o, in caso di gangrena, amputare l’arto.

Prevenzione della sindrome da shock tossico

Purtroppo non è stato ancora trovato un metodo capace di evitare con assoluta certezza l’infezione da stafilococco. Chi usa assorbenti interni, però, può seguire alcune utili precauzioni:

  • Non usare sempre e solo i tamponi ma alternarli con gli assorbenti esterni, soprattutto quando il flusso è leggero. 
  • Cambiarli frequentemente durante il giorno, evitando di tenerli per più di sei ore.
  • Lavarsi sempre le mani con cura prima di toccarli.
  • Conservare la confezione in un luogo pulito e asciutto.
  • Prediligere i formati più piccoli

Foto apertura: galitskaya / 123rf.com