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Abbronzatura sicura: il nuovo antiossidante che blocca gli Uv-A

Gli Uv-A possono danneggiare gravemente la pelle. Scopri il nuovo antiossidante che promette un'abbronzatura sicura!

Gli Uv-A possono danneggiare gravemente la pelle. Scopri il nuovo antiossidante che promette un'abbronzatura sicura!

Gli Uv-A presenti nei raggi del sole sono un acerrimo nemico della salute della pelle.

Quando ci abbronziamo gli Uv-A penetrano in profondità nelle cellule, danneggiando il Dna e generando radicali liberi che compromettono il collagene che dà sostegno alla pelle

Per questo motivo l'abbronzatura è sicura solo se quando ci si espone al sole è opportuno proteggersi con creme o lozioni contenenti appositi filtri anti Uv-A.

Oggi un gruppo di ricercatori dell'Università di Newcastle, nel Regno Unito, ha identificato una nuova molecola antiossidante che potrebbe aiutare a proteggere efficacemente la pelle dai danni causati da queste radiazioni.

In uno studio pubblicato sul Faseb Journal i ricercatori britannici hanno dimostrato che il tirone, un composto non presente in natura, protegge al 100% le cellule della pelle sia dai danni al Dna, sia dallo stress ossidativo

L'effetto protettivo del tirone è stato confrontato con quello di altri antiossidanti trattando le cellule prima di esporle a una dose di Uv-A paragonabile a quella cui è esposta la pelle durante una tipica giornata estiva e analizzando, in seguito, lo stress ossidativo e i danni indotti al Dna dei mitocondri, le “centrali energetiche” della pelle.

E' stato così scoperto che:

  • il tirone protegge al 100% sia dai danni al Dna, sia dallo stress ossidativo;
  • il resveratrolo, potente antiossidante presente nel vino rosso, protegge dal 22% dello stress ossidativo e dei danni al Dna;
  • la curcumina, antiossidante del curry, protegge al 16% dallo stress ossidativo e all'8% dai danni al Dna;
  • l'N-acetilcisteina, antiossidante già utilizzato in dermatologia, protegge al 20% dallo stress ossidativo e all'8% dai danni al Dna.

Secondo Mark Birch-Machin, coordinatore dello studio, la scoperta è promettente.

L'esperto sottolinea però che il tirone “non è stato ancora testato per la sua tossicità sull'uomo”. I pochi test condotti fino ad oggi sono stati infatti eseguiti sui ratti.

Questo risultato sul tirone”, spiega Anne Oyewole, coautore della ricerca, “ci fornisce una piattaforma per studiare un antiossidante – preferibilmente un composto naturale con una struttura simile, che potrebbe quindi essere aggiunto in sicurezza al cibo o ai cosmetici”.

Birch-Machin e collaboratori intendono ora proseguire i loro studi sia per scoprire il meccanismo d'azione del tirone, sia per testare la sua tossicità e quella di altri composti simili.


Foto: © Syda Productions – Fotolia.com
Fonte: Newcastle University