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Vendicatevi fiorendo: i consigli di Flavia Dragani per rinascere dal narcisismo patologico

Flavia Dragani è stata vittima di un narcisista patologico: nel suo libro e in questa intervista consiglia come fare a riprendere in mano la propria vita.

Flavia Dragani è stata vittima di un narcisista patologico: nel suo libro e in questa intervista consiglia come fare a riprendere in mano la propria vita.

Il narcisismo patologico è un disturbo della personalità presente del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Si manifesta, generalmente, con la mancanza di empatia, un egocentrismo senza limiti, manie di grandezza e bisogno di costante ammirazione da parte degli altri, incapacità di instaurare relazioni interpersonali vere.

Nella coppia, il narcisista patologico sfrutta la persona che si è innamorata di lui per il raggiungimento dei suoi scopi, manipolandola a suo piacimento: quando non ne ha più bisogno, la butta via come fosse carta straccia, lasciando il suo dipendente affettivo in una situazione di grande sofferenza.

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Flavia Dragani, autrice del volume Vendicatevi fiorendo, ci racconta come dal dolore è possibile guarire: lo fa mettendo nero su bianco quello che ha vissuto in prima persona, ma raccogliendo anche le testimonianze di altre donne che sono state distrutte dal passaggio di un narcisista patologico, ma sono poi comunque riuscite a riprendere in mano le proprie esistenze e a tornare libere.

Il suo libro si pone come un vademecum ricchissimo di testimonianze e consigli per riuscire a individuare fin da subito i tratti tipici della personalità del narcisista patologico e ritrovare se stesse giorno dopo giorno. Flavia ha anche deciso di creare una pagina Facebook dedicata all’argomento, Guarire dall’Abuso Nascosto, un luogo di incontro online ideale per trovare le parole giuste per ricominciare. Di seguito, la nostra intervista alla scoperta del narcisismo patologico.

Narcisismo patologico Vendicatevi fiorendo

All’inizio è difficile riconoscere un narcisista patologico. Tutto sembra perfetto e si arriva anche a pensare che il narcisista di turno possa essere l’uomo della propria vita. Ci sono alcuni segnali inequivocabili che si possono individuare fin da subito?

Ce ne sono diversi: l’eccessiva perfezione di questa persona, la fretta nel voler ufficializzare il rapporto o di compiere passi impegnativi, come la convivenza dopo pochi mesi di conoscenza. Per capire veramente subito chi si ha davanti ed essere certi di non avere di fronte un manipolatore, consiglio la lettura del secondo capitolo de "L’arte di non lasciarsi manipolare", di Isabelle Nazare Aga.

Cos’è il love bombing?

È il bombardamento d’amore, una eccessiva dose di lusinghe, affetto, ammirazione, doni e attenzioni che viene usata per agganciare la vittima all’inizio della relazione.

Cos'è, invece, il trauma bonding?

Il trauma bonding invece è il legame basato sul trauma. Paradossalmente, i legami basati sul trauma sono estremamente forti. Questo il narcisista lo sa, e traumatizza ripetutamente la vittima per legarla ancora più a sé, vedi sindrome di Stoccolma per capirne i meccanismi di fondo. Quindi sparisce incolpando l’altro di esserne la causa, per poi tornare a risollevare la situazione quando l’altro è sull’orlo di una crisi di panico.

Qual è il legame fra narcisismo patologico e tradimento? Perché nella maggior parte dei casi vanno a braccetto?

Perché il narcisista si sente vivo solo se ha potere e controllo, e averlo su una sola persona non gli è sufficiente, ha bisogno di molte fonti di approvvigionamento. Non tutti i narcisisti tradiscono ma la maggior parte sì, e lo fanno per sentirsi potenti.

Perché spesso anche dopo mesi, addirittura anni dalla fine di una storia, il narcisista torna? Come si combatte l'hoovering?

Il narcisista non scarta mai del tutto una vittima, chiede spesso di “rimanere amici” per poter tornare quando ne ha voglia o più spesso quando ha bisogno di qualcosa. L’hoovering si combatte soprattutto non avendo più la speranza che questa persona possa cambiare e quindi chiudendo definitivamente ogni via di accesso alla propria persona.

Il narcisista patologico può diventare pericoloso? C’è qualcosa che lo fa imbestialire? Se sì, cosa?

I narcisisti sono pericolosi per definizione, in quando non avendo empatia e considerandosi privi di limiti e non soggetti alle leggi degli altri comuni mortali, potrebbero perdere il controllo durante un’esplosione di rabbia. Il narcisista si arrabbia soprattutto se viene esposto, se le sue malefatte vengono portate alla luce. Perciò non bisogna mai dirgli che si sa chi lui è.

Quali sono i campanelli d'allarme più comuni di una relazione tossica?

Nel libro Relazioni Pericolose sono elencati “I 20 campanelli di Carver” ai quali ogni donna dovrebbe prestare attenzione. Tra questi ci sono, per esempio, il coinvolgimento rapido, l’indebolimento dell’autostima, il controllo paranoico, l’isolamento dagli altri, gli scatti d’ira.

Qual è il trauma peggiore derivante da una reazione con un narcisista patologico?

I traumi sono molti e diversi e vanno dal danno psichico alla comparsa di malattie, al tracollo economico e sociale.

Il narcisista è in grado di manipolare così tanto la realtà da portare l’empatico che crede di amarlo in una condizione in bilico tra la paranoia, l’insoddisfazione e l’impossibilità di poter vivere senza l’altro. Come ci si libera da questo stato mentale? Come si trova la lucidità per chiedere aiuto?

È necessaria la terapia e molta determinazione, e ovviamente il No contact o contatto zero. Bisogna imparare a fermarsi e a chiedere aiuto.

Quanto peso ha il ruolo del dipendente affettivo nella relazione con un narcisista patologico? Si può davvero chiamarlo vittima?

E perché non si dovrebbe chiamare vittima? Se io vengo derubata, cosa ho fatto per farmi derubare? Certo che si può e si deve chiamarlo vittima. Questo concetto è asserito senza mezzi termini da Robert Hare, da Marie France Hirigoyeb, da Shannon Thomas, da Inaki Pinuel, dal dottor Cianconi, dalla dott.ssa Schenider e da molti altri professionisti. La vittima non ha colpa. Ci sono anche vittime patologiche, nel mucchio, ma non sono la maggioranza.

Perché la dipendenza affettiva impedisce di dedicarsi a sé stessi? Di meritare di essere felici?

Perché si viene manipolati a focalizzare l’attenzione solo ed esclusivamente sul carnefice.

Riprendendo le parole di uno dei suoi libri, come ci si vendica fiorendo? Quanto tempo è necessario?

Ci si vendica guarendo e realizzandosi. Il tempo è soggettivo e dipende da vari fattori, in primis se si fanno i passi necessari o meno. Come ho anticipato, bisogna convincersi che lui non cambierà mai e trovare la forza di andare avanti. 

Foto apertura: massonforstock © 123RF.COM