La rinascita e la riappropriazione di significato di un termine bistrattato e denigrato per anni: alla scoperta della parola "queer".
La rinascita e la riappropriazione di significato di un termine bistrattato e denigrato per anni: alla scoperta della parola "queer".Se conosci il significato dell'acronimo LGBTQIA+ (Lesbica, Gay, Bisessuale, Transgender, Queer, Intersessuale, Asessuale), evoluzione dell'originario LGBT, la parola queer è già presente nel tuo archivio lessicale. Ma sai davvero qual è il suo significato e cosa rappresenta per chi la utilizza oggi? Parti con noi per un viaggio alla scoperta di una comunità che si è posta importanti domande su sesso biologico e identità di genere, nel tempo, con l'obiettivo di creare un mondo più consapevole e inclusivo.
Queer: il significato
Il significato di Queer è, letteralmente, "eccentrico, bizzarro, insolito". Ed è proprio questo significato iniziale che troviamo su Treccani, dove queer è inteso come sinonimo di omosessuale, ma anche nell'accezzione di "strano, ambiguo, stravagante". Queer, però, vuol dire qualcosa di molto più profondo. Rappresenta, infatti, un termine-ombrello, il quale indica le persone che si identificano nella comunità LGBTQIA+, ma non è l'equivalente di lesbica, gay, bisessuale, transgender. A volte viene rimpiazzato da "questioning", che si riferisce al processo con cui una persona determina il suo orientamento sessuale o identità di genere.
Le persone queer sono quelle che rifiutano la concezione eteronormata che divide il mondo in categorie binarie:
- uomo e donna;
- eterosessuali e bisessuali;
- cisgender e transgender.
L'uso del termine queer assume quindi una connotazione politica e culturale, proprio perché si contrappone alle categorizzazioni standard e tradizionali di identità di genere (e non solo). Una parola che si carica di una forza prorompente, quella di lotta agli stereotipi, e di una libertà travolgente, che porta a vivere identità di genere, orientamento romantico e di genere e sessualità senza dover rientrare in una definizione fissa e, per forza di cose, riduttiva.
L’evoluzione del termine nella comunità queer
Alcuni esponenti LGBT non sono fautori dell’utilizzo della parola queer perché, all’inizio, e in modo particolare nel corso del '900, era utilizzata nell'accezzione dispregiativa di omosessuale. Veniva, infatti, associata al concetto di "deviato, innaturale".
Ma è proprio tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90 che queer viene "ripulita" da ogni retaggio negativo, in una rielaborazione culturale e sociale che la fa diventare elemento identitario e politico. Si smarca, in pratica, dal suo valore offensivo.
Il termine viene allora rivendicato da gruppi di attivisti - quali Queer Nation - in concomitanza alla diffusione della Teoria Queer, che propone finalmente un primo approccio teorico per decostruire i modelli binari tradizionalmente accettati dalla società.
Tutto questo accade tra Stati Uniti e Regno Unito. In Europa e in Italia, invece, queer diventa a poco a poco un termine "neutro", ma con maggiore lentezza. Oggi è largamente diffuso in un gran numero di lingue.
La comunità queer se ne fa portavoce ogni giorno, creando spazi di confronto reciproco e condivisione, in cui, in mezzo all'eterogeneità che la contraddistingue, le etichette vengono rigettate e i confini di demarcazione spariscono.
La famiglia queer
Liberatasi dalle catene della discriminazione, queer diventa una parola positiva, alla quale attribuire anche significati specifici, legati al proprio vissuto. Così si inizia a parlare di "queer family". È stata proprio Michela Murgia a spiegarci cosa significa far parte di una famiglia queer. Non si tratta di una famiglia canonica formata da padre, madre e figli, nella quale ognuno ha uno specifico ruolo, legato alla nascita e, dunque, alla biologia.
La famiglia queer può essere composta da persone diverse - partner, amici, coinquilini - con le quali si convive sotto lo stesso tetto, unite dall’amore, la cura reciproca, la volontà di stare insieme. Sesso biologico, orientamento sessuale, legami di sangue non hanno nessuna rilevanza.
Da queer a queerness
Un'altra parola abbastanza diffusa negli ambienti queer è queerness, che non indica né un'identità sessuale, né di genere. Si tratta, infatti, di un concetto più esteso, adoperato per riferirsi a uno specifico modo di vivere, a un'attitudine. Quella che, allontanandosi dai modelli imposti dalla società, celebra l'inclusione, l'accettazione e l'esplorazione di sé, l'idea che siamo in costante cambiamento. In altre parole, la vita che, scardinando l'idea stessa di "normalità", esplode in tutta la sua creatività e in un urgente bisogno di senso e di bellezza.
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