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Sessodipendenti Anonimi, la storia di Francesco

Pensare solo a “quello”, vedere in una camera d'albergo il portale spazio temporale che ti catapulta in un altro mondo, dove esiste solo il porno e il proprio piacere: storia di una dipendenza insidiosa e di un percorso di rinascita spirituale.

Pensare solo a “quello”, vedere in una camera d'albergo il portale spazio temporale che ti catapulta in un altro mondo, dove esiste solo il porno e il proprio piacere: storia di una dipendenza insidiosa e di un percorso di rinascita spirituale.

Per Francesco, nome di fantasia, una camera d'albergo non era mai solo una camera d'albergo. Dopo qualche minuto passato a fingere di dover assolutamente controllare delle mail di lavoro, l'epilogo era sempre lo stesso. Sito porno, masturbazione, eiaculazione. Insieme al piacere, serpeggiava l'insoddisfazione, il senso di colpa per aver fatto qualcosa contraria ai propri principi religiosi, ma che soprattutto aveva pesanti conseguenze sulla propria vita familiare.

Nel 2014 avviene l'incontro con Sessodipendenti Anonimi, fratellanza italiana di Sexaholics Anonymous, gruppi di auto-mutuo aiuto che si ispira agli Alcolisti Anonimi. Francesco, che oggi ha 55 anni, sente di aver trovato una nuova dimensione di vita, fatta di sobrietà ma anche di momenti in cui il sesso si rivela per quello che è davvero: un dono.

La mia storia è comune a tanti della mia età, che sin da piccoli hanno avuto un'esposizione alla pornografia – racconta Francesco –. Con la scoperta della masturbazione questa cosa si è protratta per molti anni, anche quando ero dentro una vita sentimentale soddisfacente”. Francesco infatti è sposato e ha quattro figli: per molti anni sente di aver “inquinato” il rapporto tra lui e sua moglie, ma anche con i suoi bambini.

Per anni ho cercato di smettere di fare qualcosa che una parte di non voleva fare, ma il resto del corpo sì. Sono andato vicino a tradire mia moglie, a flirtare con altre, ma non ho mai ceduto a questo. I principi della mia religione mi dicevano che in tutta questa situazione c'era qualcosa che non andava bene. Così, alla soglia dei 50 anni, mi sono chiesto se non ci fosse un problema di altro tipo, da affrontare magari con un terapeuta”.

Da lì Francesco inizia il suo percorso a ritroso, a capire cosa guidasse i suoi pensieri sempre verso il sesso, verso il chiedere al partner cose che non aveva voglia di fare, punirla per questo col silenzio fino alla resa di lei. “La terapia mi ha dato un equilibrio 'a denti stretti', come diciamo noi. Infatti, ci sono ricascato. Nel 2014 ho avuto un risveglio spirituale grazie a Sessodipendenti anonimi”.

Francesco trova un sito online, scrive e partecipa a uno degli incontri su Skype. “Durante quel primo incontro ho sentito grande libertà nel poter parlare di cose di cui non si parla o si fa fatica – ricorda -. Avevo la possibilità di mantenere un contatto, capire meglio il proprio problema e capire che anche altri hanno trovato una soluzione. Sentivo fraternità e vicinanza”.

Nel gruppo ha ascoltato storie di coniugi che costringono il proprio partner ad atti sessuali in luoghi pubblici, voyeurismo, esibizionismo: “Sono comportamenti nevrotici”. Ma ciò non significa che il comportamento più estremo meriti più attenzione rispetto alla “semplice” ossessione per la masturbazione. “Quelli per cui il problema è meno ovvio, sono anche quelli per cui è più difficile riconoscerlo”. E quindi uscirne.

Negli anni Francesco ha visto la sua vita cambiare e, con essa, anche quella di chi gli sta intorno. Aiuta gli altri che si uniscono ai gruppi in Italia – per ora fatti di soli uomini, che si incontrano online, ma anche di persona. Aiutare anche i familiari dei dipendenti attraverso il S-Anon, l'associazione “gemella” degli Al-Anon dedicata al recupero dei familiari di chi soffre di dipendenza. L'obiettivo: è riconoscere l'impotenza davanti alla dipendenza sessuale del proprio caro.

Francesco non ha mai mollato, grazie anche agli sponsor, abili risolutori di situazioni potenzialmente pericolose per chi è dipendente. “Dopo avere lavorato i primi passi ho iniziato a mia volta a sponsorizzare: aiutare a mantenere la sobrietà aiuta a creare un circolo positivo. Del resto, siamo tutti sponsor e sponsorizzati....”.

Oggi la sua vita è cambiata in meglio perché può entrare in una camera d'albergo e leggere o riposare, senza aver paura della tentazione, di quella “droga” fin troppo facile da procurarsi. “Il divorarsi dentro è venuto meno. C'è tanto tempo dedicato da dedicare agli altri”.

A chi è nella stessa situazione che ha vissuto anni fa, Francesco chiede di guardare alle conseguenze che quel piacere ha sulla propria vita e quella di chi sta vicino. “Alcune persone sono arrivate a Sessodipendenti Anonimi dopo essersi perse o aver rovinato un matrimonio. Bisogna guardare e capire che si è impotenti davanti al desiderio di provare lussuria e di essere oggetto di lussuria. La vera radice da scoprire è nel cervello e nel cuore”.

Nella sua ha trovato la bellezza del vivere l'unione sessuale come un dono, qualcosa da dare e ricevere e non possedere. In pratica, qualcosa che sembra profumare di libertà

Foto: nito500-123rf.com