Vita di coppia
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Quiet quitting: l’arte di lasciare senza lasciare

Fare quiet quitting significa davvero voler porre fine alla propria relazione o è solo l’indicatore che qualcosa non va, ma si potrebbe risolvere?

Fare quiet quitting significa davvero voler porre fine alla propria relazione o è solo l’indicatore che qualcosa non va, ma si potrebbe risolvere?

Il quiet quitting è un fenomeno diffuso in ambito lavorativo. Letteralmente significa abbandono silenzioso ed è un po’ l’anticamera delle dimissioni volontarie da parte del lavoratore.

Rifiutarsi di fare straordinari non retribuiti, lavorare quanto basta per non perdere il posto di lavoro, non accettare progetti extra che esulino dalla propria mansione contrattuale: è quello che succede quando si fa quiet quitting in ambito lavorativo.

Negli ultimi tempi, questo termine è passato a indicare un’altra tendenza in voga in ambito affettivo: il quiet quitting nelle relazioni.

Fare Quiet quitting in una relazione: cosa significa

Il quiet quitting nelle relazioni non è di per sé un fenomeno nuovo, solo che prima nessuno aveva utilizzato un termine specifico per definirlo. Il quiet quitting da relazione è un “Vorrei lasciarti” che non ci ha creduto abbastanza.

Negli ultimi mesi, se n’è parlato tanto su TikTok. Quiet quitting è infatti diventato un vero trend dopo il post del tiktoker Daniel Hentschel, che ha utilizzato anche l’espressione quiet dumping, ovvero scaricare qualcuno in modo silenzioso.

Così come nel lavoro, anche nelle relazioni chi fa quiet quitting si sta praticamente limitando a fare il minimo indispensabile per evitare di dover essere il responsabile della rottura della coppia.

Quiet quitting is the new Non mi interessi più, non ti amo, non so perché stiamo ancora insieme, ma non sono in grado di lasciarti perché non lo so neanche io... quindi aspetto che sia tu a prendere questa decisione.

Perché le persone fanno quiet quitting?

Perché le persone non lasciano, ma preferiscono fare quiet quitting al proprio partner? Una prima risposta potrebbe essere la paura dell’ignoto, più sentita nelle storie che durano da tanti anni.

Alla base degli imbuti relazioni potrebbe anche esserci una scarsa autostima. Sono tante le persone che non riescono ad avere una conversazione sana e matura sui motivi per i quali la relazione non stia funzionando.

Se la relazione è finita, perché restare insieme? Per i figli?

Proviamo a pensare a una coppia di sessantenni che sta insieme da una vita. Passano il tempo a evitarsi, si ritrovano nella stessa stanza solo a pranzo e a cena. Quale catena li trattiene? Il tempo? Le abitudini? Il giudizio sociale? Perché nessuno dei due sceglie di andare via, anche se in fondo vorrebbe?

A livello culturale, una rottura è ancora permeata da un forte senso di vergogna. Chi lascia non viene mai visto bene dai più, a prescindere dalle ragioni per cui lo ha fatto.

3 segnali che il tuo partner sta facendo quiet quitting

Da un po’ di tempo la vostra storia ti sembra insoddisfacente? Il partner non è più quello di una volta? Oppure sei tu quella che si sente diversa, ma non riesce a capire il perché?

Non sempre le relazioni finiscono per l’arrivo del jolly - aka l'amante. Ci sono invece dei segnali che si possono cogliere per capire che il partner sta facendo quiet quitting.

Per esempio, potresti notare che:

  1. non presta attenzione a quello che dici o non prova entusiasmo per le tue proposte, dal semplice Proviamo questo ristorante al Perché non organizziamo un viaggio in Antartide?
  2. è emotivamente distante, sia dal punto di vista fisico (si fa meno l’amore) sia sul piano conversazionale. Hai presente la frase Sentirsi soli pur essendo nella stessa stanza? Ecco, accade un po’ quello;
  3. il futuro è un’incognita. Proprio non se ne parla. E no, non significa che vuole lasciarti se non ti ha ancora fatto la proposta di matrimonio o non avete mai pensato di comprare casa insieme. L’abbandono silenzioso si vede già nelle piccole cose: organizzare una vacanza per l’anno dopo non fa parte del pacchetto.

Perché non mollarsi e basta?

I condizionamenti sociali e culturali rientrano sicuramente tra i motivi per i quali porre fine a una relazione è così complicato. Chi fa quiet quitting vorrebbe lasciare il proprio partner, ma non lo fa.

Proviamo a traslare per un attimo la questione al mondo del lavoro. Faccio un lavoro che non mi piace e che non voglio più fare, ma mi serve. Senza un lavoro non potrei comprarmi del cibo, avere una casa, pagare le bollette. Insomma, campare. Quindi me lo tengo, ma con la stessa voglia di quando, da bambino, dovevo fare il tour dei saluti ai parenti.

Fare questo ragionamento in una relazione non ha la stessa immediatezza. Cosa perdo se lascio l’altro? Sicurezza, qualche amico in comune, risparmio economico. Diventerò uno di quelli che mette il like al reddito di singletudine?

C’è anche da dire che, se quiet quitting può essere sinonimo di divorzio emotivo, non è detto che l’equazione quiet quitting = rottura certa e annunciata sia sempre valida e che non possa essere in qualche modo confutata.

Come consiglierebbe un bravo terapeuta, si potrebbe iniziare sedendosi sul divano, l’uno accanto all’altro, e chiedere Cosa c’è che non va? Se il disimpegno perpetua anche nelle parole e il silenzio resta l’unica risposta, è chiaro che sì, forse a 'sto giro sarebbe anche il caso di mollarsi.

Foto apertura: deagreez - 123RF