Altri animali
Altri animali

Tutto sulla rana freccia, la più velenosa al mondo

Caratteristiche, abitudini e curiosità sulla rana freccia: l'anfibio più pericoloso e tossico del mondo.

Caratteristiche, abitudini e curiosità sulla rana freccia: l'anfibio più pericoloso e tossico del mondo.

Scoperta nel 1973 e classificata nel 1978, la rana freccia è uno tra gli anfibi più pericolosi del mondo.

Il nome della rana più velenosa del pianeta deriva dall’usanza di alcune tribù colombiane di strofinare la punta dei loro dardi sul dorso di una rana viva per cacciare mammiferi e uccelli, oppure per avvelenare il nemico. Si stima che, una volta asciutto, il veleno resta comunque attivo sul dardo fino ad un anno.

La sua peculiarità è l’essere tanto bella quanto tossica. Ma vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere sulla regina delle rane velenose.

Chi è la rana freccia?

All’apparenza, la rana freccia può sembrare una piccola, innocua e coloratissima ranocchietta, di quelle a cui avvicinarsi senza troppe remore. In realtà, quello che non tutti sanno, è che il suo veleno iniettato può arrivare ad uccidere fino a 10 uomini.

Il suo veleno di origine vegetale impedisce ai nervi di trasmettere impulsi, lasciando i muscoli tetanizzati. Questo causa nelle sue vittime insufficienza respiratoria, insufficienza cardiaca o fibrillazione, quindi la morte.

Si tratta senza dubbio degli animali conosciuti più velenosi al mondo e l’unica preda che sembra essere immune al veleno della rana dorata è una specie di serpente.

Caratteristiche della rana freccia

Seppur all’interno della sua famiglia, quella dei Dendrobatidae, è la più grande, in realtà la rana freccia è un anfibio di piccole dimensioni. Un maschio adulto ha una lunghezza media di 4,5 cm e una femmina adulta ha una dimensione media di 4,7 cm.

Una caratteristica che salta subito all’occhio è il colore: un giallo molto vivace, che gli ha fatto guadagnare il nome di rana dorata. A seconda della zona geografica, il colore uniforme può variare in giallo oro, arancio dorato pallido o metallo verde. Della stessa famiglia anche la rana freccia blu, anch’essa altrettanto tossica.

Questo anfibio ha gli occhi neri e piuttosto grandi, con le zampe posteriori più lunghe di quelle anteriori per saltare in modo agile. Una simpatica ranocchia come tante altre, ma di cui è bene diffidare.

Habitat

La rana freccia è endemica della Colombia e vive per lo più nelle foreste pluviali, tra i cento e i duecento metri di altitudine, con alto tasso di umidità (tra l’80% e il 90%). Al momento è considerata una specie in pericolo secondo la lista rossa IUCN.

Questa rana velenosa era molto diffusa anche a Panama e in alcune zone del Costa Rica, dov’era considerato un simbolo di fortuna, ma si è estinta in natura all’inizio del XXI secolo, sopravvivendo oggi solo in cattività.

Abitudini alimentari

Seppur sia così velenosa, nel menù della rana freccia non compaiono gli esseri umani.

È considerata molto vorace, tanto che passa la maggior parte della giornata in cerca di cibo, e la sua alimentazione si compone per lo più di piccoli insetti, soprattutto termiti, formiche e un coleottero della famiglia Melyridae, fondamentale per lo sviluppo delle batracotossine di cui quest’anfibio è molto ricco.

Gli scienziati hanno dimostrato che il suo veleno si genera proprio dal cibo ingerito. Gli esemplari in cattività, tenuti lontani dal loro habitat, non sono per nulla tossici e pericolosi.

Ovviamente, per catturare le sue prede si serve della sua lingua super appiccicosa.

Rana freccia blu

La rana freccia blu, anche conosciuta come okopipi, è molto diffusa nella Guyana, in Brasile, nella Guyana francese e nel Suriname. Non si differenzia di molto dalla rana dorata, se non per il suo habitat.

rana freccia blu

Foto: dirkercken - 123rf

Il veleno della rana freccia, tra i più tossici al mondo

Le ricerche dicono che un solo milligrammo di veleno della rana freccia può uccidere 10000 topi, un paio di elefanti africani o 10 uomini di 68 kg.

Le bacatrotossine di cui è ricoperta la cute di questo tipo di rane sono un veleno di origine vegetale e si pensa provengano da una specie di coleotteri di cui sono molto ghiotte.

Ma se sono così velenose, come fanno a non avvelenarsi da sole? Vediamolo insieme.

Perché loro ne sono immuni

Partiamo da un altro esempio di animale velenoso: il pesce palla.

Le loro neurotossine vanno ad agire sui canali del sodio, ma una mutazione negli amminoacidi di questi animali è in grado di modificarli affinché siano immuni al loro stesso veleno.

Sulla base di questo, un gruppo di scienziati della State University di New York ha deciso di studiare gli amminoacidi della rana freccia e ha individuato cinque mutazioni naturalmente presenti in questi anfibi, replicandole in muscoli di topo. Alla presenza di tutte e cinque le mutazioni anche il campione risultava totalmente immune al veleno.

Cosa significa questo?

In poche parole, per proteggersi dalla sua stessa arma, la rana freccia ha sviluppato una mutazione genetica che annulla gli effetti letali del suo veleno. L’amminoacido responsabile della loro salvezza prende il nome di N1584T.

Insomma, un’astuta strategia evolutiva!

>>>LEGGI ANCHE: Vespa di mare, la medusa più pericolosa al mondo

Foto di apertura: astemmer - 123rf