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L'incredibile storia delle scimmie di mare

Tutto sulle scimmie di mare, una specie animale ricca di particolarità e curiosità che non tutti conoscono.

Tutto sulle scimmie di mare, una specie animale ricca di particolarità e curiosità che non tutti conoscono.

Le scimmie di mare, il cui nome scientifico è artemia salina, sono tra gli animali più longevi conosciuti del nostro pianeta. Da quanto emerso dagli studi più recenti, le scimmie d’acqua possono vivere fino a 10.000 anni, il che significa che in giro potrebbero esserci esemplari che hanno assistito alla rivoluzione neolitica. Ma scopriamo di più sull’artemia salina: un piccolo crostaceo la cui vita è ricca di curiosità.

Scimmie di mare: una volta erano (solo) mangime per pesci

La scimmia acquatica, fino a poco prima degli anni Sessanta, era utilizzata come mangime per pesci. Fu Harold Von Braunhut, nel 1957, a scoprire che l’artemia era molto di più che questo. Entrando in un negozio di animali, l’uomo notò appunto l’artemia salina e scoprì che si trattava di crostacei piccolissimi, ma dalle caratteristiche davvero uniche al mondo.

Le scimmie di mare potevano entrare in uno stato di animazione sospesa, nota come criptobiosi. In questa speciale condizione, gli organismi viventi interrompono i loro processi metabolici: almeno fino a che non entrano a contatto con l’acqua.

L’artemia salina può sopravvivere in criptobiosi per diverso tempo e, quando trova dell’acqua, si sveglia rivelando la sua vera essenza: un piccolo crostaceo con un solo occhio (che diventano tre a maturità raggiunta).

Scimmie di mare, magici crostacei in busta degli anni '70

Ahhhh il profumo dei soldi! Dev’essere stato questo il pensiero di Harold Von Braunhut dopo aver fatto questa interessantissima scoperta sulle scimmie di mare.

Se negli anni Settanta eri una bambina, probabilmente già dalle prime righe di questo articolo il nome “scimmia di mare” ti è risuonato familiare. Per le nate dopo gli anni Ottanta, ecco la spiegazione. L’artemia salina, ai tempi, dopo la scoperta di Von Braunhut, era diventato un prodotto super commerciale: il sogno di tutti i bambini. Consisteva in una bustina riempita di una polverina definita “magica” che, disciolta all’interno di un acquario, dava vita a tante piccole creature.

La confezione era decorata con disegni di creature simili a tritoni e sirene. Una grande operazione di marketing che ottenne un grande appeal sui bambini dell’epoca. Oltre questo, il fatto che si potesse acquistare una bustina di polvere da disperdere in acqua e ottenere in cambio tanti piccoli crostacei lunghi qualche decina di millimetri fu parte delle ragioni del grande successo di questo prodotto.

Come in tutte le cose, farsi prendere la mano è stato molto facile. Von Braunhut sosteneva che le scimmie di mare potevano rispondere ai comandi ed erano perfino capaci di ballare. Ovviamente non era così, ma queste fandonie non intaccarono il successo del prodotto, che veniva venduto al pubblico al costo di 1 dollaro al kit.

Fortunatamente, il “giocattolo” venne ritirato dal mercato nel giro di pochi anni, restituendo dignità all’intera specie.

scimmia di mare

Scimmia di mare, l’unica specie che sopravvive nel Great Salt Lak

Come si evince dal nome scientifico, ovvero artemia salina, questo esemplare vive in acqua con altissime concentrazioni di sale. Uno dei luoghi dov’è possibile trovarne una grande quantità è il Great Salt Lake, nello Utah. Questo lago ha una composizione chimica molto simile a quella delle acque oceaniche, benché abbia una concentrazione salina che può andare dai 50 g/l ai 270 g/l. Proprio per questo motivo, sono poche le specie viventi in grado di sopravvivere al suo interno.

Inoltre, essendo il Great Salt Lake poco profondo, se il livello dell’acqua scendesse di soli 30 centimetri, le acque al suo interno potrebbero ritirarsi per chilometri interi.

Insomma, una situazione realmente distruttiva per moltissimi animali acquatici. Ma non per le scimmie di mare, che grazie alla criptobiosi hanno trovato il modo di sopravvivere senza difficoltà a questi rischi.

In linea di massima, quando le femmine di artemia salina depongono le uova, esse si schiudono quasi subito. La “magia” si compie quando il cibo inizia a scarseggiare o il livello di salinità aumenta. In questi casi, anziché delle normali uova vengono prodotti degli involucri rigidi che al loro interno contengono larve già quasi del tutto sviluppate. Queste “cisti” possono sopravvivere ad una perdita del 97% dell’acqua al loro interno, bloccando i processi vitali ed entrando in uno stato di sospensione.

Per quanto tempo possano sopravvivere in questo stato non è dato saperlo con certezza, ma nel 1990 una compagnia petrolifera recuperò da un pozzo di trivellazione alcuni esemplari di uova di artemia salina ibernate. Furono messe in acqua e nel giro di 24 ore si svilupparono in scimmie di mare perfettamente formate. Grazie alla prova del Carbonio-14 si scoprì che quelle uova erano vecchie di 10.000 anni.

Il gamberetto che funziona come il botox

E se pensavi di aver letto tutto sulle scimmie di mare, eccoti un’altra curiosità. Di recente, alcuni ricercatori americani hanno scoperto che questo piccolo crostaceo, con 11 paia di zampine e 3 occhi, ha delle particolari proprietà che sull’essere umano agiscono come il botox.

Creme cosmetiche a base di nucleotidi estratti dall’artemia salina bloccano l’invecchiamento della pelle, spianano e riempiono le rughe, con il risultato di una pelle più giovane e liscia.

Un sito specializzato in cosmetici ha diffuso questa notizia, portando ad un assalto dei pescatori di frodo al lago di Gorkoje, in Siberia, altro bacino che contiene una quantità infinita di artemia salina al suo interno.

La popolazione locale, già da generazioni a conoscenza di questo "piccolo" segreto, ha provato a difendere il lago e i suoi esemplari dai pescatori di frodo, ma senza granché riuscirci. Oggi il lago risulta in declino, con un equilibrio ecologico molto compromesso, e le autorità regionali l’hanno proclamato area protetta.

Foto di apertura: napat - 123rf