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Olio di semi: tipologie e utilizzi in cucina

Tutto quello che c'è da sapere sugli oli di semi in cucina: dagli utilizzi al punto di fumo.

Tutto quello che c'è da sapere sugli oli di semi in cucina: dagli utilizzi al punto di fumo.

L’olio di semi è un ingrediente versatile e indispensabile in cucina. Ne esistono diverse tipologie, ognuna caratterizzata da determinati utilizzi e caratteristiche che vale la pena approfondire. Se quello di oliva è probabilmente il precursore, nel corso dei secoli gli uomini sono riusciti ad estrarre l'olio da molte altre piante.

La maggior parte di questi oli è oggi disponibile nei supermercati regalandoci una discreta varietà dalla quale possiamo attingere per mantenere la nostra alimentazione sana e variegata. Ma cosa si intende per olio di semi? E quali sono i migliori? Andiamo con ordine.

Oli di semi: cosa sono

Oli di semi: cosa sono

Gli oli di semi sono oli vegetali che, anziché dalle olive, come nel caso del popolare olio di oliva, si ricavano dai semi e dai frutti prodotti da alcune piante (piante diverse dall’ulivo). Si tratta quindi di oli che vengono ampiamente utilizzati in ambito gastronomico, ma che vengono diffusamente sfruttati anche in quello cosmetico. Ad esempio, vengono aggiunti a prodotti per la cura delle pelle o del corpo.

I più comuni

Basta fare un giro al supermercato nel loro reparto per essere invasi da una moltitudine di oli di semi. Tra comuni e meno comuni, quelli che probabilmente tutti conosciamo e usiamo abitualmente, sono l’olio di arachide, quello di girasole, di riso e di lino e l’olio di soia. Approfondiamone le caratteristiche, tra alte temperature e punto di fumo.

Semi di arachide

L'olio di arachidi è uno dei pochi oli vergini destinati alla cottura ad alta temperatura. È ricco di acidi grassi, in particolare di Omega 9 e, per questo, aiuta prevenire il rischio di disturbi cardiovascolari. Contiene inoltre un buon quantitativo di proteine vegetali. È un ottimo olio per friggere in quanto non assorbe il sapore del cibo ed ha un alto punto di fumo. Si può usare anche per soffriggere e grigliare.

Olio di semi di girasole

Semi di girasole

Grazie al suo sapore neutro, si può usare come sostituto di parecchi oli. E’ ottimo per soffriggere, scottare e friggere. Tra i suoi punti a favore c’è il prezzo: è tra i più economici ma allo stesso tempo versatili. Si può anche consumare a crudo come condimento ed è ricco di acidi grassi polinsaturi e vitamina E, se non altro nella sua versione non raffinata. Il suo punto di fumo è di circa 232 gradi.

Semi di riso

L'olio di semi di riso si usa preferibilmente a crudo in modo da mantenere inalterati i propri valori nutrizionali. Può essere utilizzato per condire piatti sia cotti che crudi. Tuttavia, si può usare anche per le fritture e all’interno dell’impasto dei dolci da forno. Si caratterizza per la presenza di acidi grassi insaturi, in particolare acido oleico e acido linoleico, e di vitamina E.

Semi di lino

È un olio dalle interessanti proprietà nutrizionali (la presenza di Omega 3, in particolare). Il suo gusto, tuttavia, non è il massimo. Ha un impatto positivo sul sistema digestivo e vi si può ricorrere come rimedio naturale per curare la stitichezza. È anche in grado di ridurre il colesterolo. Va usato con parsimonia perché, se troppo, può influenzare il sapore delle pietanze. Inoltre non va scaldato: va preferibilmente usato a crudo per evitare che le sue proprietà vadano perse.

Olio di colza

Nell’olio di colza il contenuto di grassi omega-6 e omega-3 è quasi paritario. Ciò lo rende un alimento ottimo per combattere artrite, asma e il cancro. In cucina si può usare quotidianamente, ha un sapore neutro che lo rende versatile. Sopporta le alte temperature (il suo punto di fumo è tra i 204 ed i 230 gradi) e viene utilizzato sia per scottare, soffriggere, saltare in padella, arrostire, grigliare ma anche a crudo, per il condimento dell’insalata o per le marinate.

Oli di semi in cucina: quali è meglio usare 

Nonostante il loro consumo sia diffuso, l'abuso degli oli di semi non è raccomandato in quanto ricchi di Omega 6. Il loro uso eccessivo potrebbe causare infiammazioni e persino aumentare le possibilità di soffrire di alcune malattie. Dal punto di vista alimentare, secondo i nutrizionisti sarebbe bene privilegiare la varietà e soprattutto rispettare l'equilibrio tra omega 3 e omega 6. Tuttavia, gli oli di semi in cucina non sono tutti uguali. Alcuni sono più adatti di altri nella cottura, ad esempio. Vediamo come destreggiarsi tra di essi.

Oli di semi vs olio d’oliva

Le differenze, qui, sono parecchie. Gli oli di semi, ad esempio, una volta estratti, vengono generalmente raffinati con prodotti chimici e riscaldati per rimuovere le impurità e prolungarne la durata. A causa di tali lavorazioni, molti dei nutrienti vanno persi, così come parte del sapore. Ciò non avviene nel caso dell’olio di oliva, che si ricava dalla spremitura (a freddo) delle stesse.

L’olio di oliva si conserva bene a temperatura ambiente per diversi mesi. Quello di semi, può irrancidirsi a causa del contenuto degli acidi polinsaturi. Infine, l’olio di oliva è più stabile alle alte temperature: questo lo rende adatto non solo da gustare a crudo, ma anche per cuocere, cosa che in realtà non è consigliata per molti oli di semi.

Oli di semi vs olio di mais

L’olio di mais si può usare come condimento, ma è anche ottimo per la frittura, grazie al buon rapporto tra punto di fumo (alto) e resa dei cibi, che non si presentano pesanti così come avviene con altri oli (olio di oliva compreso che, però, vanta un migliore profilo salutare).

Oli di semi vs olio di palma

E’ stato definito dannoso per la salute (per alcuni sarebbe anche cancerogeno) per il suo contenuto di grassi saturi (44%). Si tratta di un grasso di origine vegetale che deriva dal frutto della palma. Le polemiche che lo riguardano, tuttavia, hanno molto più a che vedere con la sua sostenibilità. Lungi dal volerlo demonizzare a tutti i costi, lo si può usare, di tanto in tanto, per friggere nell’ambito di una dieta sana ed equilibrata.

Oli di semi al posto del burro

Il burro è una buona alternativa all'olio vegetale. Contiene una grande quantità di grassi saturi e vitamine A, E e K12 dai quali derivano interessanti benefici per il corpo umano. Si può usare in ricette dolci e salate ed anche per cuocere gli alimenti. Ricordiamo come tra i due alimenti, tuttavia, esistano alcune differenze da tenere in conto.

Il burro, al contrario dell’olio, è un latticino (chi è intollerante al lattosio non potrebbe consumarlo). L’olio non perde acqua in cottura come invece avviene con il burro (nella composizione di quest’ultimo c’è il 20% di acqua). Infine, l’olio ha un punto di fumo molto superiore al burro (questo lo raggiunge a circa 30 gradi).