Il mondo di "Cucinare stanca", tra follower incapacy ai fornelli, ricette da incubo e fallimenti da cui ripartire, con un'ironia tagliente come una mandolina.
Il mondo di "Cucinare stanca", tra follower incapacy ai fornelli, ricette da incubo e fallimenti da cui ripartire, con un'ironia tagliente come una mandolina.Le cucine sui social sono sempre meravigliose, pulite e ordinate: un luogo dove anche l’olio del fritto profuma di vaniglia. Poi ci sono le cucine degli incapacy, dove si sfornano bignè che sembrano ostie, dove la carbonara è una frittata che non ce l’ha fatta con un po’ di pasta (scotta) di fianco e dove gli omini di pan di zenzero sembrano usciti da un dipinto cubista.
E poi c’è Sofia, in arte “Cucinare stanca”, dittatrice illuminata della sua cucina maleducata, nemica giurata della torta mimosa, pronta a rimettere in riga le decine di migliaia di follower/stagisti che ogni giorno la sfiancano con domande non ripetibili e con ricette hackerate sfidando le leggi della chimica. Perché non è vero che a tutto c’è rimedio, ma è vero che dietro ogni abominio culinario c’è sempre un perché.
Perché “cucinare stanca”?
Mi sono permessa di scomodare Cesare Pavese per esprimere il dark side della cucina, non necessariamente professionale. Un punto di vista più crudo e diretto rispetto a quello proposto dai miei colleghi, con meno fronzoli e paroline affettuose, perché è quello del mondo reale della cucina, professionale e casalinga.
Come è nata l’idea del profilo Instagram?
È nata dal riscontro positivo che ho avuto nel periodo di quarantena, per le ricette che spiegavo sul mio profilo personale, così ho deciso che i problemi in cucina dei miei amici potevano essere gli stessi di molte altre persone, e così è stato.
Inoltre è anche un’occasione che aiuta me a essere costante nel cucinare, sperimentare e scrivere, che è quello che mi piace fare, ma la pigrizia spesso mi è stata nemica.
Come ti spieghi il motivo del tuo successo?
Intanto grazie per averlo definito un successo. Credo che dietro al consenso che raccolgo dai miei piccoli incapacy ci sia proprio un tono colloquiale, alla portata di tutti, una presenza quasi costante e uno sdrammatizzare con ironia tutti i nostri fallimenti. Ma sempre con una soluzione, mai come una critica sterile e fine a se stessa.
Ma perché alla gente secondo te piace essere “trattata male”?
Più che trattata male, alla gente secondo me piace essere trattata da adulta, in modo diretto, ritrovando quel linguaggio che alla fine tutti utilizzano quotidianamente, smontando anche un po’ questo politically correct a tutti i costi.
Cosa non ti piace del mondo food raccontato sui social?
Non mi piace molto la proposta di un cibo che, per chi è leggermente dentro al settore, risulta quasi sempre irrealizzabile. Ma d’altro canto non mi piace neanche lo svilimento che riscontro nella preparazione di alcune ricette che, per la loro natura, non possono essere semplificate al massimo per venire incontro a una miriadi di incapacy ai quali mancano le basi. Bisognerebbe fornire meno la pappa pronta e più concetti teorici, per cercare di rendere autonome le persone e più sicure di poter affrontare preparazioni più complesse, ottenendo risultati. Più di tutto, però, detesto il romanticismo eccessivo di molte mie colleghe.
Prima ricetta postata, datata 22 ottobre 2020: gnocchi di zucca. C’è un motivo?
Dopo che ho ucciso Cenerentola, per nascondere le prove, le ho cucinate, senza corpo del reato non esiste reato no?
Tre regole imprescindibili in cucina.
- Rispetto dei tempi delle preparazioni, soprattutto i tempi di riposo, non sono lì per allungare il testo, se sono consigliati, li dovete rispettare
- Rispetto delle temperature delle materie prime. Per fare un esempio è importantissimo, quando si fa un plumcake, non inserire uova fredde di frigo nella montata burro e zucchero, perché dovrei consigliare di utilizzare il burro a temperatura ambiente e poi rovinare tutto con uova gelate che mi risolidificano il burro?
- Organizzazione degli spazi, avere gli strumenti e studiare bene i procedimenti sono aspetti molto più importanti di una buona e infallibile ricetta.
Le tre caratteristiche principali di una buona cuoca (o cuoco)
- Si deve legare i capelli quando cucina e, se qualcuno trova un capello nel piatto non può rispondere ‘’ma dai li ho lavati oggi sono puliti’’ (ndr true story)
- Deve fare le sue prove quando mangia solo lei/lui, senza usare gli altri come cavie
- Deve studiare, tutto.
C’è qualche oscenità domestica dei tuoi follower che non ti ha fatto dormire la notte?
La pancetta nella carbonara, la panna nella carbonara, l’uovo strapazzato nella carbonara bastano?
Qual è il peccato mortale che tutti, incapacy e no, commettiamo in cucina?
Cercare di fare il panettone il 23 dicembre con le ricette facili e veloci proposte da foodblogger che si dovranno difendere in giudizio ad aprile 2021, subito dopo aver proposto la ricetta facile e veloce della colomba, of course.
Anche tu ti definiresti un’”incapace”? Ti hanno mai definita un’”incapace”?
Ci sono molti ambiti in cui io sono una perfetta incapace: faccende domestiche, moda e make up. Sono molto selvatica e non ho mai imparato nessuna di queste tre arti.
Invece quando lavoravo in pasticceria ho perso il conto di quante volte sono stata definita un’incapace, per utilizzare un eufemismo.
Sono stata definita: una sfigata, una lumaca, una presuntuosa, una figlia di papà che non ha bisogno di lavorare, un’arrogante, una pasticciera di secondo ordine e una deficiente. Per ripetere cose che possono essere dette prima di mezzanotte.
Questi sono i toni che molto spesso si utilizzano in un laboratorio di pasticceria, la mia missione è diffondere questo messaggio per rendere consapevoli tutti quelli che sognano di lavorare in cucina/laboratorio di quello a cui possono andare incontro.
Quali sono le cinque ricette di cui non vuoi più neanche sentire parlare?
Tutte le ricette che riportano gli aggettivi FACILE e VELOCE, per il resto faccio tutto, tendo ad accontentare ogni richiesta dei miei followers, anche le più assurde.
Qual è la ricetta più scostumata che ti viene in mente?
Le sise delle monache, e non perché sia scandaloso utilizzare una richiamo al corpo femminile e alla chiesa insieme. Ma perché sono diventata io una grande scostumata, nel tentare di riprodurle almeno 21 volte, senza riuscire ad avere un risultato per me soddisfacente, imprecando, urlando, dicendo un milione di parolacce contro me stessa.
La ricetta che ti ha stancata più di tutte finora.
La pasta sfoglia, nessuno la capisce, nessuno la vuole fare davvero, mi viene chiesto sempre se la ricetta viene anche con la pasta sfoglia pronta, chi la fa non rispetta le temperature e si fa sciogliere il burro in mano, vanificando la stratificazione.
Domanda sadica: la torta mimosa perfetta?
Quella che decidiamo di non comprare.