Ricette base
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Alimentazione nei bambini: in regola il 90% delle sostanze

Nessun allarmismo nei risultati di uno studio dell’agenzia francese Anses, che però punta il dito contro nove sostanze inquinanti.
 

Nessun allarmismo nei risultati di uno studio dell’agenzia francese Anses, che però punta il dito contro nove sostanze inquinanti.
 

Sono sicuri gli alimenti con cui nutriamo i nostri figli? Al difficile quesito ha provato a rispondere uno studio senza precedenti condotto dall’Anses, agenzia francese per la sicurezza alimentare.

L’indagine, durata sei anni, ha analizzato 670 sostanze contenute nel 97% dei prodotti che rientrano nei regimi alimentari dei piccoli d’oltralpe fino a tre anni di età, per determinare i loro livelli di esposizione ai contaminanti naturali e artificiali.

I risultati, resi noti in questi giorni, dicono che i livelli di esposizione e il rischio associato sono considerati accettabili o tollerabili per il 90% delle sostanze prese in considerazione. È perciò accertata una buona gestione delle molecole, a livello industriale, domestico e ambientale.

Tuttavia, per nove sostanze trovate nel latte in polvere, omogeneizzati e biscotti, "un numero significativo di bambini presenta un’esposizione superiore ai valori tossicologici di riferimento", conclude l'agenzia. L’elenco comprende: arsenico, piombo, nickel, policlorodibenzodiossine e policlorodibenzofurani (PCDD/F), policlorobifenili (PCB), micotossine T2 e HT2, acrilammide, deossivalenolo (DON) e furano.

Per quanto riguarda i metalli pesanti, i bambini sono esposti all’arsenico inorganico – tossico – principalmente attraverso il riso e i cereali a base di riso, da tenere sotto controllo, insieme a omogeneizzati di pesce e verdure, per poterne limitare la contaminazione.

Anche le acque potabili e minerali possono essere una fonte di arsenico nella dieta dei bambini, per questo secondo l’Anses sarebbe opportuno abbassarne i limiti. Il nickel, invece, è presente soprattutto nei prodotti a base di cioccolato.

Anses punta anche il dito contro diossina, furano e i prodotti chimici dei circuiti stampati (PCB) utilizzati come lubrificanti o rivestimenti impermeabili, difficilmente degradabili nell'ambiente e che si accumulano nei tessuti delle persone che li ingeriscono, soprattutto nel pesce.

Per sette altre sostanze - alluminio, cobalto, stronzio, selenio, metilmercurio, cadmio e genisteina - Anses ritiene inoltre che "il rischio non può essere eluso".

Il consiglio, a livello domestico, è di prendere accorgimenti per limitare l’esposizione ai contaminanti: variare la dieta per evitare di attingere sempre alle stesse fonti, limitare il pesce a due porzioni la settimana e utilizzare acque in bottiglia, quando quella potabile presenta livelli elevati di piombo e arsenico.

Foto: olegmalyshev - Fotolia.com