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Fondi comuni di investimento ed ETF: gestito o gestisco, questo il dilemma?

Se decidiamo di dedicarci a investimenti ben diversificati, alcuni strumenti ci vengono in aiuto: sono i fondi e gli ETF. Scopriamo cosa sono e come sfruttarli al meglio. 

Se decidiamo di dedicarci a investimenti ben diversificati, alcuni strumenti ci vengono in aiuto: sono i fondi e gli ETF. Scopriamo cosa sono e come sfruttarli al meglio. 

Il linguaggio delle immagini è potente tanto quanto la parola e quando questo si compenetra in un film come “The Big Short”, La Grande Scommessa del regista Adam Mc Kay, il richiamo a tutti quei vocaboli sin qui affrontati, e che ritroviamo nel racconto della madre di tutte le crisi finanziarie con i  prestiti “subprime” del 2008, il timore aleggia ancora sui mercati come una grande bolla, che recentemente è stata inserita anche nei libri di testo scolastici.

E se anche i film ci possono insegnare qualcosa, quando una persona decide di dedicarsi a investimenti ben diversificati ecco che alcuni strumenti che combinano gli strumenti principali dei mercati finanziari - le azioni e le obbligazioni - ci vengono in aiuto, come i fondi e gli ETF.

Fondi e Sicav: quando il risparmio è “gestito”

Abbiamo già visto come una delle regole d’oro sugli investimenti è la diversificazione ed obiettivamente con un taglio minimo per molte obbligazioni che è di 50 o 100 mila euro, tranne che per i titoli di Stato, occorrono patrimoni ingenti. Così quando un risparmiatore non ha somme importanti per poter fare un investimento ben diversificato può valutare di ricorrere allo strumento ideale che raccoglie gli strumenti base in panieri per settori e tipologie o che rispecchiano strategie più articolate, che si chiamano Fondi Comuni di Investimento o più comunemente detti “Fondi”.

Così i risparmiatori che scelgono i Fondi diventano “sottoscrittori” perché più persone investono in un patrimonio unico che può essere rappresentato da diverse attività finanziarie: azioni, obbligazioni e titoli di stato  principalmente. Ogni fondo è diviso in “quote” e acquistando un fondo si investe nelle quote di quel fondo. Le tipologie più diffuse di fondi sono :

  • Fondi Monetari: sono quei fondi che investono con strategie di breve termine mantenendo una buona dose di liquidità per tutelare al meglio la protezione del capitale;
  • Fondi azionari: sono i fondi che investono sino al 70% del patrimonio in azioni;
  • Fondi Obbligazionari:sono i fondi che investono in titoli di Stato e titoli obbligazionari corporates perlopiù con vita residua superiore ai tre anni;
  • Fondi Bilanciati: sono fondi che uniscono azioni e obbligazioni secondo porzioni percentuali predeterminate, e ove la componente azionaria puo’ essere dal 10 al 90%, solitamente. Nel caso che la strategia preveda anche una percentuale nulla di azioni, cioè pari a zero, questi fondi si chiamano flessibili.
  • Fondi Alternativi: sono fondi maggiormente rischiosi e meno liquidi perché si distinguono dagli strumenti tradizionali utilizzando invece strategie non correlate e possono essere : Hedge Fund oppure fondi di private equity o venture capital , quando investono su piccole e medie imprese promettenti;

Ma ciò che più importante comprendere è il profilo del sottoscrittore, infatti i soldi investiti vengono affidati ad una società di gestione del risparmio (detta SGR), che in pratica riceve una delega alla gestione dell’insieme delle quote che compongono il patrimonio del Fondo, ed è proprio all’insieme delle regole e quindi al regolamento del Fondo che occorre porre la massima attenzione. In questo regolamento ci son scritte oltre alle clausole tipiche di un contratto di delega anche le strategie e gli strumenti sui quali può investire il fondo dal quale si evidenza il profilo di rischio del Fondo stesso. Si suddivide quindi in tre parti:

  • La scheda identificativa del Fondo (Denominazione, SGR e banca depositaria di riferimento, periodicità nel calcolo delle quote ;
  • Le sue caratteristiche principali (Scopo e oggetto del fondo e politica di investimento, spese e oneri come la commissione fissa di gestione annua);
  • Le modalità di funzionamento (dalla partecipazione al fondo, alla sua liquidazione o richiesta di rimborso).

Nota Bene: Il sottoscrittore riceverà obbligatoriamente oltre ad una copia del Regolamento sottoscritto anche un Prospetto sintetico semplificato che si chiama KIID (Key Investor Information Document) , previsto dalla Direttiva europea UCITS IV. In tre pagine, e 9 sezioni fisse, saranno rappresentati in dettaglio i costi del Fondo, l’indicatore SRI che misura il rischio di credito del prodotto rispetto al rischio di mercato rappresentandolo in una scala di rischio da 1 a 7. Dal 2022 grazie all’integrazione di una nuova normativa europea vi saranno ulteriori specifiche sul nuovo KID che sarà esteso anche ai fondi comuni ma la prerogativa di essere uno strumento di confronto unitario per facilitare l’investitore nella piena comprensione dei costi e dei rischi resta immutata. 
Nel KIID si può trovare l’indice sintetico di costo che permette una comparazione anche tra fondi di diritto italiano con fondi di diritto estero, ma solo sulle commissione di gestione annua!! 

A fianco dei Fondi, e delle SGR, similarmente le SICAV, o Società di investimento a capitale variabile, operano come aggregatori di fondi, denominati in questo caso comparti, e quindi il sottoscrittore diventa socio, con diritto di voto, della Sicav. Entrambi rappresentano il cosiddetto: risparmio gestito  e occorre dire che la sottoscrizione di un fondo o di un comparto/fondo SICAV risulta così assolutamente simile .

Per confrontare il valore del patrimoniale netto del fondo si utilizza il NAV, net asset value, che di fatto corrisponde al prezzo al quale si possono comprare o vendere le quote di un fondo. Si ottiene dividendo il valore patrimoniale totale per le quote del fondo in circolazione. Nota bene: occorre sempre verificare la periodicità di pubblicazione del NAV nel Regolamento del fondo, che per la maggior parte e’ giornaliera, tranne che per alcuni fondi alternativi. 

Più vantaggi che svantaggi nell’investimento in Fondi 

Potremo così riassumere i vantaggi che hanno favorito una importante crescita del cosiddetto risparmio gestito dai Fondi:

  • I fondi son gestiti da professionisti, sui quali si possono confrontare CV e performance, e per l’azione dei quali i fondi son anche detti a gestione attiva;
  • Il patrimonio del Fondo non è legato a quello dell’SGR così in caso di fallimento le quote del fondo son sempre al sicuro presso le Banche Depositarie, che esercitano un controllo sul fondo stesso oltre a quello degli organismi di vigilanza;
  • L’attività dell’SGR come detto è vigilata da Consob, Banca d’Italia e società di revisione;
  • Si riesce ad ottenere una diversificazione di prodotti, di mercati internazionali, e settori che vede moltissime opportunità di scelta e quindi di valutazione del rischio assunto;
  • Le informazioni sui fondi sono puntuali, diffuse e pubbliche anche su quotidiani, siti internet oltre che sugli organi di informazioni e sull’internet banking.

Quando il gestore non c’è non resta che l’ETF: Exchange Traded Fund

Anche gli ETF sono dei fondi comuni di investimento, che però son quotati in Borsa come le azioni e si comprano e vendono sui mercati finanziari, ma in questo caso sono a gestione passiva perché replicano l’andamento del valore di un indice di riferimento.
Questa replica degli ETF può essere:

  • Fisica: quando replicano esattamente il paniere di titoli che rappresentano, l’indicatore  o benchmark.
  • Sintetica: quando utilizzano dei contratti swap, o derivati, per replicare gli attivi, i titoli dell’indicatore. In questo caso la presenza di contratti che espongono ad un rischio di controparte son corredati da garanzie aggiuntive, come da normativa UCITS.

I vantaggi principali degli ETF che, come i Fondi, permettono una diversificazione ottimale, sono la flessibilità, perché permettono anche un trading giornaliero grazie alla quotazione in tempo reale che è impossibile sui fondi, e la facilità di negoziazione sui mercati regolamentati come le azioni. Inoltre costano molto meno dei Fondi perché di fatto non c’è un gestore fisico dedicato che opera discrezionalmente e quindi diminuiscono i costi di gestione. La performance sarà quindi strettamente legata all’andamento dell’indicatore .

NOTA BENE: L’aspetto dei costi contraddistingue fortemente i Fondi dagli ETF perché oltre alla commissione di gestione annua, maggiormente elevata sui fondi azionari, i fondi sono gravati da commissioni NON indicate nel KIID come già scritto, trattasi di:

  • Commissioni di ingresso, alla sottoscrizione che nel caso dei fondi flessibili sono mediamente più elevate che negli altri fondi, e son più basse nei fondi azionari;
  • Commissioni di uscita, ultimamente ridottisi quasi a zero, o inesistenti, nella maggior parte dei casi;
  • Commissioni di performance, non sempre presenti.

Per esempio ETF sul FTSE MIB, l’indice del listino delle azioni italiani più conosciuto, ma anche quelli sulla Borsa di Tokio o sul DAX, il listino azionario tedesco.Il sottostante dell’ETF  può essere quindi un indicatore azionario, o obbligazionario, dei mercati emergenti o indici azionari settoriali.

Grazie alle sue peculiarità, l'ETF, è diventato uno strumento molto gettonato tanto che il mercato di trattazione italiano più ampio, l’ETFplus di Borsa Italiana ha visto l’anno passato un vero e proprio balzo nel numero di contratti trattati, che nel primo trimestre di quest’anno ha fatto segnare addirittura un nuovo record  superando i 108 miliardi di eur.

Conclusioni

L’industria del risparmio gestito in Italia è cresciuta nel 2020 di quasi 15 mld di euro e le masse gestite hanno raggiunto un record storico a 2421 mld di euro. Questo ammontare è distribuito tra le gestioni di portafoglio personalizzate proposte dagli istituti bancari pari a 1220 miliardi, e i restanti 1201 mld nelle gestioni collettive perlopiù fondi aperti, come i fondi comuni di investimento. Tra i più gettonati sempre i fondi azionari, seguiti poi da quelli obbligazionari e dai bilanciati. Un andamento e una preferenza che è stata confermata anche dal primo trimestre 2021, quindi mercati azionari trainati da alcuni settori come quello energetico e da alcune specializzazioni geografiche, come quella statunitense. Tra i peggiori quelli legati a Brasile e Turchia.

Dopo tanto sentir parlare di trading fai da Te, la scelta del risparmio gestito resta prevalente e non solo per i rendimenti “schiacciati” delle obbligazioni o la complessità nella lettura di mercati azionari ai massimi che potrebbero prendersi una bella febbre da inflazione, ma soprattutto per la sempre maggiore trasparenza e professionalità che connota questo comparto che offre un valido supporto a tutte le tipologie di risparmiatori, anche i più esigenti proprio perché risponde in pieno alla ricerca di una piena diversificazione.

Foto apertura: Nuthawut Somsuk-123.rf