Società
Società

Wanna Marchi, la truffatrice "femminista"

Nella docu-serie targata Netflix emerge la crudeltà, ma anche un obiettivo chiaro: farcela, per sé e sua figlia.

Nella docu-serie targata Netflix emerge la crudeltà, ma anche un obiettivo chiaro: farcela, per sé e sua figlia.

«Wanna Marchi la potete fermare solo se la uccidete». Questa determinazione è stata la cifra di una vita per la celebre regina delle televendite. Da fenomeno di costume a truffatrice professionista, Wanna Marchi ha costruito un impero, che si è sgretolato sotto i suoi occhi. Forse colpa di un peccato di presunzione, che ha smascherato un sistema tremendo e spietato, in cui era passata dalle creme dimagranti a vendere la magia.

Speculando sulle sofferenze e l'ingenuità di tante persone, Wanna Marchi e sua figlia Stefania hanno accumulato circa 61 miliardi. Ma guardando la docu-serie Netflix, Wanna, emerge un lato più feroce di questa donna oggi 80enne. Perché insultare, urlare, per vendere (e truffare) hanno una ragione che va oltre l'accumulo compulsivo di denaro. In un qualche modo distorto, ha a che fare con l'amore, quello animale, e quella voglia di affermarsi oltre il matrimonio che in tanti chiamerebbero femminismo. Per i figli. Ma soprattutto per sé stessa.

Chi è Wanna Marchi

Vanna Marchi (non ancora Wanna) racconta di esser nata a Castel Guelfo di Bologna il 2 settembre 1942. Figlia di contadini, vive con un fratellino e la nonna paterna. Inizia a lavorare come estetista. A soli 18 anni si sposa con Raimondo Nobile. Ricordando la cerimonia, racconta: «Mia suocera mi disse "Come sei brutta, mio figlio meritava una donna diversa". E quella frase ha contato tanto nella mia vita». Chiamatelo pure body shaming.

Chi è il marito di Wanna Marchi

Vanna Marchi è stata sposata una prima volta, con Raimondo Nobile. La cerimonia viene celebrata nel 1961. Lei ha solo 18 anni. Dall'unione nascono due figli: Maurizio Nobile, primogenito, e Stefania Nobile. Quest'ultima creerà un legame indissolubile con sua madre, anche perché Nobile non è un papà molto presente. Infatti, nella trasformazione da Vanna a Wanna Marchi, la figlia Stefania assumerà persino il cognome della madre.

Raimondo Nobile è un rappresentante di liquori. Sta fuori tutta la settimana e torna il sabato pomeriggio. Nell'intervista, Marchi sostiene che di soldi, in casa, lui non ne abbia portati molti. Che i tradimenti si sprecavano. E che, tra le mura di casa, Vanna, di botte, ne ha prese. Chiamatela pure violenza domestica.

Ma Vanna non si piega. L'unione naufraga senza superare il decennio. Ancora oggi, quando parla di Nobile, il suo animo si turba e preferisce evitarne persino la pronuncia del nome.

Durante il suo matrimonio con Nobile, sono i figli – e in special modo Stefania – a stimolare la voglia di rivalsa di Vanna Marchi. Nella docu-serie, infatti, dice: «Volevo dimostrare che sarei diventata qualcuno soprattutto per dar da mangiare ai miei figli». Ed è la figlia a rompere il tabù della famiglia che si sfascia, cacciando il padre fuori di casa.

Vanna si diploma come estetista e, pur di lavorare, trucca anche i defunti della camera mortuaria di Bologna. E proprio quando realizza un servizio per una ragazza, morta in un incedente, riceve dalla madre della defunta una busta con un milione e mezzo di lire. È il 1974. Vanna si compra una 500 blu, nuova, luccicante. Chiamatela pure emancipazione. Inizia a proporsi come truccatrice anche presso altri negozi e, manicure dopo manicure, impara a conoscere l'animo umano.

Vanna diventa Wanna

Quello è l'inizio dell'impero di Vanna Marchi, che ad un certo punto si cambia anche nome e mette davanti una beneaugurante W, simbolo di vittoria. Apre un modesto negozio a Ozzano dell'Emilia. Paga per annunci pubblicitari in radio e in tv. «Il mio desiderio più grande era avere una ditta solida, di quelle che si reclamizzano in televisione». Chiamatela voglia di riscatto. Ed è proprio in tv che scopre il suo talento più grande, oltre alla capacità di saper vendere: il saper far presa sul pubblico.

Lo stile di Wanna Marchi

«Allora, vogliamo dimagrire?». «Lardose!». «Siete orrende!». Questi e altri tormentoni, insieme a quello che diventerà anche una canzone, il famoso «D'accordo?», catturano il pubblico. Wanna Marchi è la prima televenditrice d'Italia per giro d'affari e fama. Ma perché gli insulti funzionano? Semplice: anche per esperienza diretta, Wanna Marchi sa dove colpire le donne, dove fa male. Le braccia con le tendine. La cellulite. I chili di troppo. Il marito che non ti guarda più. Quanto pesa sentirsi brutte, anche nel giorno del proprio matrimonio? Chiedetelo a Wanna, lei lo sa. Chiamatelo zeitgeist, spirito del suo tempo: lei lo conosce alla perfezione.

Il ruolo di Stefania Nobile

Ma quella di Wanna Marchi è una storia di donne, in cui la figlia Stefania Nobile ha un ruolo importantissimo. Stefania, che soffre di artrite reumatoide, ma non si può dire. Stefania, a cui i troppi soldi hanno fatto male. «Io sono e sarò sempre la figlia di Wanna Marchi perché lei è un genio».

Stefania è pur sempre figlia di sua madre e, nella coppia, quella che ha il talento per il marketing è lei. Spietata, ma anche attenta osservatrice della società, scopre i prodotti da vendere anche prima che esistano davvero. Come il favoloso Scioglipancia, di cui si riuscirono a vendere centinaia di barattoli ancora prima che fosse inventato.

Mamma e figlia

Condivisi i fasti di una carriera incredibile, un matrimonio (quello finto di Wanna con Francesco Campana, poi ufficializzato nel 2017, e quello vero di Stefania, pur di uscire su Novella 2000), Wanna e Stefania condividono anche la prigione. E qui emerge un lato tenero, inedito della urlatrice delle televendite italiane. Durante quegli anni la madre, afflitta dalla nostalgia della figlia, trasferita in un carcere diverso, le scrive anche delle favole.

«Mi sento in colpa. Avendola legata così a me, sempre, non ha potuto farsi una vita sua. Ma spero che lei mi abbia perdonato». E qui sfidiamo ogni mamma, passata presente e futura, a non riconoscere il sentimento del “troppo amore”.

Che fine ha fatto Wanna Marchi

Se vi chiedete quanti soldi ha "truffato" Wanna Marchi, le indagini all'inizio del Duemila hanno appurato una cifra vicina a 61 miliardi di vecchie lire. Ma le autorità credono che si tratti solo di una cifra arrotondata per difetto. Per la cronaca dettagliata, vi lasciamo alla docu-serie, firmata da Alessandro Garramone.

Oggi dice: «Ho 80 anni. Io, della galera, non ho più paura». Che lavoro fa adesso Wanna Marchi? È tornata in tv, che domande! Con sua figlia, ovviamente. Piccoli programmi tv, annunci di partecipazioni a reality (poi cancellate). Wanna Marchi ha un sito in cui propone corsi di formazione per vendere (cos'altro, altrimenti). Sua figlia Stefania, insieme ai corsi, ha un commercio online di profumi.

Fino alla vendita di cose concrete – creme, profumi – le Marchi si sono più o meno tenute in carreggiata, riscattandosi da una vita difficile, con orgoglio. Poi hanno deciso che «i coglioni vanno inculati» e da lì è stato l'inizio della fine. La disonestà non fa questioni di genere.