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La vera storia di Mary Bell

Nel 1968 uccise due bambini di tre e quattro anni. Lei ne aveva appena 11. Condannata all’ergastolo, è poi uscita di prigione nel 1980 e da allora vive sotto un’altra identità.

Nel 1968 uccise due bambini di tre e quattro anni. Lei ne aveva appena 11. Condannata all’ergastolo, è poi uscita di prigione nel 1980 e da allora vive sotto un’altra identità.

Per definizione, il serial killer è un omicida per lo più psicopatico che compie delitti con metodica e studiata ripetitività, seguendo sempre le stesse modalità d'azione. Quanti omicidi servono per essere considerati tali? Pare che l’FBI “assegni” l’etichetta da tre in su, ma vista la sua storia ci sentiamo di affibbiarla anche a Mary Bell.

Chi è Mary Bell

Mary Bell, oggi 65enne, è nota per aver ucciso nel 1968 due bambini, Martin Brown (4 anni) e Brian Howe (3 anni). Due omicidi, compiuti appena da undicenne.

L'infanzia tormentata e gli abusi sessuali

Mary Flora Bell viene al mondo il 26 maggio 1957 a Newcastle, nel nord dell’Inghilterra. Sua madre, Betty, ha appena 17 anni e lavora come prostituta. Il padre è invece ingnoto. Inevitabilmente, vive un’infanzia difficile. Una figura paterna c’è e non è che migliori le cose: si tratta di un certo Billy Bell, che le dà il cognome pur non essendo il padre naturale, ma che finirà poi in carcere per rapina a mano armata. Quanto alla madre, Betty si reca spesso a Glasgow per gli incontri con i clienti. Quando va bene, lascia la piccola ai parenti o la affida a dei conoscenti. Quando va male, e succede spesso, la porta con sé, facendola anche partecipare agli incontri sessuali in cambio di denaro. Un’infanzia terribile.

Il primo omicidio

Cresciuta a Scotswood, area periferica e povera della città, la piccola Mary si comporta in modo violento, picchiando i compagni di classe e compiendo atti vandalici, spesso insieme alla vicina di casa Norma, che di cognome fa Bell come lei. Pochi giorni prima del suo compleanno colpisce alla testa un bambino di tre anni. Viene denunciata, ma la polizia archivia l’episodio come una bambinata. Sbagliando: il 25 maggio 1968, alla vigilia del suo undicesimo compleanno, Mary Bell vede il piccolo di quattro anni Martin Brown giocare da solo. Lo porta in una casa abbandonata e lo strangola. Senza un motivo. È qui che viene rinvenuto Quando il cadavere del piccolo di quattro anni viene ritrovato nel rudere, la polizia pensa che la morte possa essere dovuta a un’ingestione accidentale di farmaci. Sbagliando di nuovo. Mary si sente così al sicuro da chiedere alla madre di poter partecipare al funerale, per poter vedere il corpo del bambino nella bara.

Il secondo omicidio

Poche settimane dopo viene rinvenuto un secondo piccolo cadavere. È quello di Brian Howe, ucciso il 31 luglio per strangolamento. Ha vari tagli sul corpo, mutilazioni ai genitali, capelli strappati e la lettera “M” incisa sul ventre. È la firma dell’assassina: le similitudini portano a collegare i due casi. Mary Bell viene arrestata il 7 agosto, dopo la soffiata dell’amica 13enne Norma.

La prigione

Al termine di un processo lampo, a metà dicembre 1968 per Mary Bell arriva la condanna all'ergastolo per doppio omicidio volontario. Norma, che ammette di essere stata presente quando l’amica ha strangolato la sua seconda vittima, viene scagionata. Ritenuta psicopatica, Mary inizia a scontare la condanna in un riformatorio, prima di essere trasferita in una vera prigione. Durante gli incontri con gli psichiatri non mostrerà mai alcun rimorso. «Non aveva la mamma, nessuno sentirà la sua mancanza», dirà di Brian Howe e ripetendo più volte: «Non provo nulla, non ho emozioni».

La scarcerazione

La pena viene in seguito commutata in 12 anni di carcere, in quanto minorenne. Mary Bell, la bambina assassina, viene rimessa in libertà nel 1980, all’età di 23 anni. Grazie all'anonimato assicuratole dalle autorità del Regno Unito, inizia una nuova vita e nel 1984 dà alla luce una bambina.

Il Mary Bell Order

La figlia rimane all'oscuro del passato della madre, fino a quando nel 1998 un reporter non riesce a scovare la casa sulla costa del Sussex dove vivono moglie e figlia, che sono costrette a nascondersi dai flash dei fotografi. In base alle leggi vigenti, l’anonimato per la figlia sarebbe garantito fino al compimento della maggiore età, ma Mary Bell fa un passo successivo, intraprendendo una battaglia legale per l’estensione dell’anonimato, per le due, lungo tutta la vita. Battaglia che vince nel 2003. Da allora ogni ordine per la protezione dell'anonimato a vita è definito nel Regno Unito "Mary Bell Order".

Mary Bell oggi

Libera cittadina dal 1980, Mary Bell vive sotto un’altra identità in Inghilterra, probabilmente spostandosi di frequente come già fatto in passato. Anni fa la scrittrice Gitta Sereny, autrice del memoir Cries Unheard: the Story of Mary Bell e perciò in stretto contatto con lei, ha rivelato che la “bambina assassina” di Newcastle riteneva di essere stata condannata giustamente e che gli abusi subiti da piccola non giustificavano in alcun modo i suoi crimini.