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Clima: 50 milioni di profughi entro 10 anni

Gli scienziati lanciano l’allarme: nei prossimi 10 anni ci sarà un esodo di milioni di profughi a seguito dello scioglimento dei ghiacciai innescato dal riscaldamento globale. 

Gli scienziati lanciano l’allarme: nei prossimi 10 anni ci sarà un esodo di milioni di profughi a seguito dello scioglimento dei ghiacciai innescato dal riscaldamento globale. 

Due recenti studi americani disegnano un futuro apocalittico da qui a 10 anni a seguito del global warming e dell’innalzamento del livello dei mari.

Secondo la prima ricerca, coordinata da Ricarda Winkelmann e pubblicata sulla rivista Science Advance, se tutte le risorse fossili a disposizione venissero bruciate, i ghiacciai antartici scomparirebbero determinando un innalzamento del livello dei mari di ben 50 metri.

Tutto ciò causerebbe un esodo di massa di milioni di profughi dalle città costiere rimaste sommerse verso le aree interne, con il conseguente rischio di carestie e conflitti

I profughi, secondo le stime eseguite dagli studiosi di cambiamenti climatici, arriverebbero a 50 milioni e potrebbero provenire quasi certamente da metropoli sommerse come New York e Tokyo per non parlare poi della penisola italiana che finirebbe completamente sott’acqua.

Queste previsioni apocalittiche vanno ad aggiungersi a quelle di uno studio firmato da Shahrzad Mohtadib e Colin P. Kelleya e pubblicato sulla rivista PNAS, secondo cui i cambiamenti climatici sono fortemente connessi all’insorgenza di conflitti tra paesi confinanti e guerre civili.

Gli studiosi hanno individuato una connessione tra l’ondata di siccità estrema che ha colpito la Siria tra il 2007 e il 2010 e lo scoppio della guerra civile in Siria nel 2011: i raccolti agricoli sono precipitati in tutta la nazione e migliaia di persone sono emigrate dalle campagne alla città, determinando una crescente tensione per il controllo delle risorse.

Le regioni siriane, caratterizzate da sempre da un terreno fertile, sono state colpite da siccità estrema non ricollegabile a fenomeni naturali, bensì alle emissioni che alterano il clima prodotte dalle attività umane

Le previsioni per il futuro sono funeree: inquinamento, deforestazione e desertificazione causeranno una crisi agricola senza precedenti, riducendo del 12% il cibo a disposizione e facendo lievitare i prezzi dei beni alimentari di prima necessità del 30%.

Foto © scenery1 - Fotolia.com

Tipsby Dea

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Nei prossimi decenni è previsto un aumento di eventi meteo estremi come ondate di calore e alluvioni a seguito dello sprigionamento nell’atmosfera del carbonio stoccato nei ghiacciai.