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Assenze da scuola e Covid: quando serve il certificato medico?

Con la ripartenza delle scuole dopo il lockdown da coronavirus uno dei dubbi principali dei genitori riguarda il ritorno sui banchi dopo l’assenza. 

Con la ripartenza delle scuole dopo il lockdown da coronavirus uno dei dubbi principali dei genitori riguarda il ritorno sui banchi dopo l’assenza. 

La scuola è ormai ripartita in tutte le regioni d’Italia, e sono settimane decisive per capire come gestire il ritorno sui banchi dopo il lockdown e ancora nel pieno della pandemia da coronavirus.

Assenza per raffreddore o influenza: certificato medico o no?

Le regole da seguire per il rientro a scuola dopo aver contratto il coronavirus

Foto: Prasit Rodphan-123RF

Tra i dubbi principali dei genitori, c’è la questione riguardante il ritorno a scuola dopo l’assenza causa coronavirus. E cioè: una volta guariti, come comportarsi dopo un’assenza dovuta a sospetto caso da covid?

La nuova circolare del Ministero della Salute conferma che per il ritorno a scuola è necessario presentare un certificato medico che attesta la negatività al tampone, quello eseguito in laboratorio sui liquidi prelevati dal naso o dalla faringe, con metodiche di biologia molecolare che permettono la ricerca dell’Rna virale.

Non basta, dunque, l’esito del test rapido finalizzato allo screening e basato sulla ricerca dell’antigene virale. Il ministero ha dato l’ok all’impiego dei cosiddetti test antigenici rapidi in ambito scolastico, ma soltanto per rilevare nella maniera più rapida possibile eventuali infezioni da coronavirus tra il personale e tra gli studenti, in modo da isolare subito possibili casi sospetti e far partire l’iter previsto.

Assenza per positività al Covid: come ci si comporta? 

Nel caso in cui il test rapido dovesse dare risultato positivo, è comunque necessario attendere la conferma della positività con tampone da laboratorio: per il ritorno a scuola è dunque necessaria l’attestazione di un laboratorio della sopraggiunta negatività, che conferma che l’infezione non è più in corso e il bambino può tornare a scuola senza il rischio di contagiare compagni e personale.

Le linee guida diffuse il 7 settembre rendevano necessarie alcune precisazioni riguardo al ritorno a scuola. Il timore espresso da pediatri e medici di base riguarda i tempi di attesa per ottenere il responso del tampone, e la circolare indica quattro scenari che dovrebbero spingere il medico a «richiedere tempestivamente il test diagnostico, comunicando la decisione al dipartimento di prevenzione della ASL o al servizio di riferimento».

Il primo scenario è un aumento della temperatura corporea superiore a 37.5 o sintomatologia compatibile col Covid che si manifestano durante l’attività scolastica in un alunno. Il secondo, che gli stessi sintomi si manifestino a casa. Il terzo e quarto scenario riguardano le stesse situazioni per insegnanti e operatori.

Se il tampone è positivo e rileva la presenza di coronavirus, il medico deve prendere in carico il paziente, avviare il percorso diagnostico/terapeutico, e dopo la conferma di avvenuta guarigione, a seguito di due tamponi entrambi negativi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro, attestare il nulla osta all’ingresso o al rientro in comunità.

In caso di patologie diverse da covid-19, con tampone negativo il malato resta a casa fino a guarigione clinica e il medico può redigere l’attestazione di rientro a scuola in quanto «è stato seguito il percorso diagnostico terapeutico e di prevenzione».

La circolare raccomanda inoltre che operatori e alunni debbano avere priorità nell’esecuzione del test, e specifica che se un alunno convive con una persona positiva deve essere messo in quarantena, mentre non è prevista quarantena per i compagni di classe a meno di diverse disposizioni da parte della Asl.

Foto apertura:  famveldman-123RF