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Vita da Mamma: la rubrica di Federica Federico

Gravidanza
Gravidanza

Il fisico di Belen sembra immune ai segni della gravidanza

Il corpo di Belen Rodriguez, mamma di due bimbi, oggi sembra intatto, per nulla segnato dalle gravidanze. Una bellezza che va rispettata e contestualizzata.

Il corpo di Belen Rodriguez, mamma di due bimbi, oggi sembra intatto, per nulla segnato dalle gravidanze. Una bellezza che va rispettata e contestualizzata.

Y después llegaste tu, ovvero E poi sei arrivata tu, con queste parole Belen Rodriguez, oggi mamma di due bambini, presenta un’immagine statuaria del suo corpo: completamente nuda, appena reduce da un bagno e assorta. La foto è un vero ritratto artistico della “donna incinta”, ma scolpito sul suo corpo. Il fisico di Belen Rodriguez oggi sembra intatto, per nulla intaccato dalle gravidanze.

Il nudo ricorre nelle storie Ig della showgirl e non è mai “insignificante”. L’ultima immagine accarezzata dall’acqua ne restituisce il corpo di spalle, quasi chiuso in un abbraccio a se stessa, ma la riflessione che accompagna lo scatto è meno esplicita: “Una volta mi hanno detto non si può avere tutto… e già!”

Questo corpo d’autore, in qualche modo questa bellezza che vince l’usura dell’amore e dei parti, imbarazzano le donne e inebriano gli uomini. Ma c’è qualcosa di più su cui riflettere e ha a che fare con la quotidiana battaglia femminile per la “libertà di genere”.

Libertà di genere, non semplicemente uguaglianza

Le mamme vip dal fisico immune all’incedere del tempo e ai segni dei 9 mesi di gravidanza sono tante: Jennifer Lopez, il cui segreto sembra essere la Zumba; Belen, che si tiene in forma con intensi programmi di cardiofitness; Elisabetta Canalis, che ha reso noto il Krav Maga, cosiddetto combattimento a corta distanza, nato come tecnica di autodifesa ma così intensivo come allenamento da pretendere un corpo al top. E la lista potrebbe allungarsi di molto ancora conservando un minimo comune denominatore: il fisico perfetto, spesso associato a un repentino ritorno al lavoro.

  • Sessioni di allenamento,
  • Tecniche estetiche all’avanguardia,
  • Una gestione dei figli estremamente supportata, 
  • L’ampia disponibilità economica di queste mamme vip, 
    segnano la differenza tra noi, comuni mortali, e loro, icone dell’Olimpo dei famosi. Dove sta il problema o, per meglio dire, la trappola sociale?

Belen è finita in ospedale a pochi giorni dal parto e in concomitanza col suo ritorno al lavoro. Con una apprezzabile spontaneità è stata lei stessa a raccontare l’accaduto: i motivi del ricovero sono sintetizzabili in un pericoloso stato di disidratazione causato dal suo bisogno di tornare presto in forma che l’ha indotta a prendere dei drenanti e a bere assai meno del necessario. 

Bisogno qui non è una parola casuale: Belen, come ciascuna delle mamme vip, quelle appena citate e tutte le altre, ha bisogno di un fisico perfetto… esattamente come molte di noi hanno bisogno dell’auto per andare a lavoro (e il paragone non è affatto azzardato).

Lavorare è uno dei verbi cardine dell’uguaglianza ed è il piano su cui le donne più profondamente sentono e soffrono la distanza di genere dagli uomini.

Il papà che aiuta in casa dovrebbe conquistare il rispetto della società, invece viene definito mammo. La donna che indugia sui dubbi della maternità viene beffeggiata, anche in rete, e se cade nella trappola della non conoscenza diventa una “mamma pancina” a cui non dare né credito né supporto.

La mamma il cui fisico cede sotto la pressione del pancione è costretta a confrontarsi con contemporanei modelli di perfezione con i quali non può facilmente competere per i motivi che in questo scritto abbiamo puntualmente chiarito: bisogni, quindi priorità; tempo, quindi supporto nella gestione del post parto e dei figli e, non ultima per importanza, disponibilità economica.

Una mamma comune mortale deve tornare a lavoro mediamente dopo 90 giorni dal parto, 120 nella più fortunata delle ipotesi, e deve farlo per uno stipendio medio che, a parità di ruolo e mansioni, resta spesso ancora inferiore a quello dell’uomo. Non di rado il guadagno della mamma è sacrificato in costose rette di nido o compensi alle babysitter, tutto pur di non perdere il lavoro nel lungo termine. Figurarsi se c’è il danaro da investire nelle crioterapie, nel Pilates o robe simili.

Il fisico di Belen oggi è quello di una donna che lavora col corpo, diciamolo una volta per tutte

La sottovalutazione del contesto e la confusione dei modelli è figlia della cultura liquida in cui siamo immersi: una volta le icone di stile, la stessa Sophia Loren o Grace Kelly, arrivavano alla percezione della società attraverso il filtro dei media non partecipativi, ovvero i giornali e la Tv. La diffusione di questi modelli era cristallizzata e pertanto sembravano “personaggi fiabeschi”, come tali erano percepiti e vissuti. Internet ci ha messi tutti in comunicazione tra noi, ha umanizzato i modelli televisivi e le star, le ha rese “alla nostra portata” e i piani della cultura si mischiano con una fluidità che la pedagogia e la psicologia definiscono “liquida”. 

Questo cosa comporta? Si corre il rischio di normalizzare aspetti di ciò che Internet ci restituisce e di destrutturarne gli scopi. Pertanto se Belen, la Canalis o la Hunziker tornano al lavoro a 7 giorni dal parto (numero di giorni casuale, dato solo come esempio) non è pensabile che un’operaia o una maestra possano fare altrettanto.
Questo messaggio si lega fortemente alla libertà d genere: le donne saranno libere di essere donne solo se e in quanto il mondo ne accetterà i bisogni reali e umani

  • Il bisogno di riprende il contatto col proprio corpo e con la propria intimità; 
  • il bisogno di ritornare “figlie” e, quindi, di contare a propria volta sulla cura di una figura femminile (mamma o suocera che sia); 
  • il bisogno a costruire una nuova complicità di coppia fondata sul supporto, 
    sono i principali bisogni a cui ha diritto la neomamma. 

Belen e tutte le altre mamme vip vanno rispettate nella loro bellezza, essa va inquadrata come mezzo di lavoro, ma non possono essere confuse con la normalità più prossima a tutte noi.

Foto apertura: LaPresse