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Furoshiki, i pacchi regalo giapponesi: tecniche e tutorial

Furoshiki: la tecnica giapponese per pacchi regalo eleganti, sostenibili e senza scotch.

Furoshiki: la tecnica giapponese per pacchi regalo eleganti, sostenibili e senza scotch.

Quante volte abbiamo sospirato guardando quei pacchetti regalo chiusi con perfezione geometrica? Quanti tutorial “facilissimi” abbiamo consumato su Pinterest, per poi trovarci con dei regali che sembravano incartati da Edward mani di forbice? E quante ore, per confezionare i regali di Natale, abbiamo sprecato nel cercare di far combaciare i lembi di carta da regalo su un oggetto dalla forma impossibile? Lo scotch, i nastri e i nostri disastrosi risultati sono testimoni dei nostri insuccessi, ma vogliamo darvi una speranza: esistono soluzioni migliori. Nettamente migliori. E arrivano direttamente dal Giappone (e da dove, sennò?), dove da secoli hanno capito che l'arte di impacchettare può essere elegante, sostenibile e sorprendentemente semplice. Parliamo del furoshiki, un pacco regalo giapponese senza scotch, sostenibile e gradevole alla vista, tanto che sta conquistando anche noi occidentali.

Cos'è il furoshiki: significato e origini

FuroshikiFoto: Freepik

Allora, cos'è esattamente questo furoshiki? Partiamo dal nome: il significato di furoshiki è più prosaico di quanto immaginiamo. “Furo” vuol dire bagno, mentre “shiku” ha in sé l’azione di stendere qualcosa. Non è nel significato letterale della parola, insomma, che troviamo la “magia” di questo quadrato di stoffa il cui uso è radicato in una tradizione lontanissima, che parte dal periodo Nara, un’epoca collocabile tra l'VIII e il IX secolo. Nei bagni pubblici dei templi buddisti la gente usava dei teli da bagno (furoshiki, per l’appunto) per tenere separati i propri vestiti da quelli degli altri avventori. Pratico, no?

Adesso facciamo un salto avanti di qualche secolo. Nel periodo Edo (1600-1800 circa) il furoshiki era uscito dalla sala da bagno per diventare un must nella vita di tutti i giorni. Commercianti, artigiani, famiglie comuni: tutti usavano questi teli per portare in giro merce, abiti e doni (e qui arriviamo alla parte che più ci interessa).

Le stoffe più belle avevano ricami e stemmi di famiglia, e regalare qualcosa avvolto in un furoshiki significava mostrare rispetto, cura e attenzione.

Il consumismo, che dal secondo dopoguerra ha avuto un impatto a livello globale, con tutti i prodotti usa e getta che conosciamo (tra cui anche la carta da regalo), ha fatto sì che questa antica usanza rischiasse seriamente l'estinzione. Per fortuna, nel 2006, Yuriko Koike, allora Ministro dell'Ambiente, lanciò il concetto di "mottainai furoshiki" (mottainai = che spreco buttare via). E così, il regalo impacchettato con la tecnica del furoshiki è tornato prepotentemente di moda.

Perché scegliere il furoshiki

Come impacchettare un regalo in modo originale? Sono tanti i buoni motivi per adottare questa tecnica giapponese, eccone alcuni:

  • Sostenibilità: una stoffa può essere usata decine, centinaia di volte, a differenza delle montagne di carta strappata a ogni Natale o compleanno.
  • Versatilità: una stessa stoffa si può adattare a forme e dimensioni diverse.
  • Doppio regalo: chi riceve il pacco può riutilizzare la stoffa come foulard, tovaglietta o per creare una borsa.
  • Eleganza: i tessuti decorati, e in particolar modo se in autentica stoffa giapponese, sono piccole opere d'arte.
  • Praticità: niente più rotoli di carta che finiscono, nastro adesivo che si attacca dappertutto o forbici introvabili.

Una volta che avrete imparato a maneggiare la stoffa con sicurezza, non tornerete più alla carta da pacchi. E non solo per questioni ecologiche: semplicemente perché il furoshiki è più bello, più elegante e infinitamente più soddisfacente. Provare per credere.

La tecnica del furoshiki: i tutorial

Fin qui ci siamo, ma all’atto pratico, come si usa questa benedetta stoffa? La tecnica del furoshiki si basa su pieghe e nodi precisi, ma niente panico: non serve essere dei maestri origami per ottenere un bel risultato.

L'incarto per regali in stoffa è molto più intuitivo di quanto sembri, e una volta imparato il movimento base, diventa naturale come allacciarsi le scarpe. La cosa bella, poi, è che non servono scotch, nastri, forbici o altri aggeggi: solo un bel quadrato di tessuto (di solito di circa 45-90 cm per lato, a seconda delle dimensioni dell'oggetto) e un po' di pazienza le prime volte.

Per incartare un regalo con la stoffa bisogna partire da un principio fondamentale: il tessuto si adatta all'oggetto, non il contrario. Questo significa che si può usare la stessa stoffa per una bottiglia, un libro o una scatola rotonda. Geniale, no? E se sbagliamo? Nessun problema: si scioglie il nodo e si ricomincia. Zero spreco di carta, zero stress.

Potete trovare tutorial di furoshiki dettagliati su diversi canali, ma uno particolarmente ricco di spunti è quello di Keiko Furoshiki, dove sono raccolte oltre 100 tecniche diverse. Con così tante alternative, viene voglia di fare incetta di foulard second hand e scampoli di stoffa, che naturalmente potranno essere riutilizzati all’infinito dai destinatari dei regali.

Ecco alcune delle tecniche di furoshiki più gettonate per realizzare pacchetti giapponesi che faranno impazzire d'invidia amici e parenti. Ogni metodo ha il suo utilizzo specifico e tutte sono pensate per rendere il regalo con stoffa non solo bello da vedere, ma anche pratico da trasportare.

Otsukai Tsutsumi (avvolgimento da commissioni)

Questa è la tecnica base, perfetta per chi si approccia al mondo del furoshiki per la prima volta. È ideale per regali quadrati o rettangolari e crea un elegante fiocco sulla sommità. Si posiziona l'oggetto al centro della stoffa orientata a diamante, si piegano i lembi opposti sopra la scatola e si annodano i due angoli rimanenti in un bel nodo decorativo. Veloce, pulita, efficace.

Yotsu Musubi (nodo a quattro)

Questa tecnica è un classico intramontabile, perfetta per scatole di qualsiasi dimensione. Si piegano i quattro angoli della stoffa verso il centro, creando una sorta di busta, e poi si annodano a coppie. Il risultato è un pacchetto ordinato, con un aspetto sofisticato. Particolarmente indicata se vorreste impacchettare un regalo in modo originale, senza però strafare.

Bin Tsutsumi (avvolgimento per bottiglie)

Al posto dei classici sacchettini di carta, che poi si accumulano in casa e non si sa come riutilizzare, con questa soluzione si può portare una bottiglia di vino a cena con stile. La stoffa avvolge la bottiglia come una seconda pelle, creando dei manici per trasportarla comodamente. È anche il modo perfetto rispetto a come incartare un regalo in modo diverso, quando la forma è decisamente poco omogenea o convenzionale.

Kakushi Tsutsumi (nodo nascosto)

La stoffa che avete a disposizione è un po' piccola rispetto al regalo? Niente paura: il nodo viene nascosto sotto un lembo di tessuto, creando un insieme pulito e minimalista. Perfetta per oggetti più grandi o per quando volete dare un tocco di sobria eleganza.

Kousa Tsutsumi (avvolgimento incrociato)

Questo metodo crea un bellissimo effetto tridimensionale ed è perfetto per oggetti rettangolari, come libri o scatole piatte. Si incrociano i lembi della stoffa in modo asimmetrico, creando un motivo decorativo che mette in risalto le fantasie del tessuto. È l’ideale, quindi, utilizzare stoffe stampate dai colori vivaci.

Hana Tsutsumi (fiore)

In questa variante dello Yotsu Musubi, i quattro angoli vengono trasformati in petali, dando vita a un fiore decorativo sulla sommità del pacco. Una tecnica da apprendere subito per valorizzare regali speciali e per le occasioni più importanti, quando volete davvero fare colpo.

Foto di apertura: Freepik