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Cosa resterà degli anni '90: lo speciale

PEOPLE: L'ATTUALITA'
PEOPLE: L'ATTUALITA'

Sharon Stone, la donna che ha reso bollenti gli anni Novanta

Tra le icone pop che resteranno di quel periodo sicuramente c'è lei che, 64 anni il 10 marzo, ha infiammato le fantasie con un movimento di gambe in Basic Instinct.

Tra le icone pop che resteranno di quel periodo sicuramente c'è lei che, 64 anni il 10 marzo, ha infiammato le fantasie con un movimento di gambe in Basic Instinct.

Tra libri come l'Atlante sentimentale di Luca Mastrantonio ed Errico Buonanno e serie Tv come Everything Sucks! di Netflix, la nostalgia più in voga di questi tempi è quella degli anni '90. E allora è giusto ricordare l'attrice che ne fu la vera icona, nonché il principale oggetto del desiderio di quel decennio: Sharon Stone che accavalla le gambe senza indossare le mutandine in Basic Instinct.

Il film uscì nel 1992, accompagnato da una serie di dettagli che ne costruirono l'aura di frutto proibito: nessuna controfigura fu usata nelle scene di sesso, quella principale con Michael Douglas fu filmata nell'arco di cinque giorni, tredici attrici più famose di lei (tra cui Julia Roberts) avevano rifiutato quel ruolo perché troppo esplicito.

Sharon Stone invece accettò, e Catherine Tramell le cambiò la vita.

Era una Hollywood diversa, quella di inizio anni '90. «L’introduzione del mio personaggio avviene con un primo piano stretto», ha raccontato a Vanity Fair, ricordando quell'inquadratura del regista Paul Verhoeven: Sigaretta tra le dita (altro dettaglio messo al bando, oggi), una boccata di fumo immaginario e uno sguardo a spaccare in due lo schermo.

«Oggi le tecniche di ripresa sono diverse, per cui anche il lavoro di un attore è cambiato: si recita meno. È tutto più naturalistico». Ma forse allora si poteva osare di più, cosa che contribuì a far nascere un'intera mitologia intorno a Sharon Stone e a quel film. La scena in cui accavalla le gambe durante l'interrogatorio è stata votata come quella più messa in pausa nella storia dei VHS.

Quando uscì Basic Instinct, Sharon Stone era una semi-sconosciuta, e infatti Michael Douglas era scettico nell'avere lei come partner di set (si sbagliava di grosso). Ma aveva già inaugurato il decennio con un ruolo meno corposo, più secondario, ma comunque un tassello che a posteriori possiamo considerare fondamentale nella costruzione della sua icona: la moglie di Arnold Schwarzenegger in Atto di Forza. Il completino rosa con cui gioca a tennis virtuale prima di azzuffarsi col marito all'inizio del film è rimasto nella storia della fantascienza recente.

Gli anni che vennero dopo Basic Instinct non furono del tutto all'altezza. Sliver provò a ricreare in laboratorio l'effetto di shock sexy ma fu un fiasco totale, anche per il look caschetto che non le si addiceva. In compenso, in una decina di ruoli dimenticabili ne indovinò almeno un altro memorabile: Ginger McKenna in Casino di Martin Scorsese, per il quale ottenne una nomination all'Oscar e vinse il Golden Globe.

 

Un post condiviso da Sharon Stone (@sharonstone) in data:

Oggi Sharon Stone è certa che la bellezza è potere e che è necessario proteggersi se si lavora nel mondo del cinema contro tutti gli Harvey Weinstein che, in fondo, possono essere fermati da una risata.