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Inventing Anna Delvey, chi è la falsa ereditiera della serie Netflix

In vetta alle classifiche su Netflix Inventing Anna, una serie tv ispirata alla storia vera di Anna Sorokin, la ragazza non ricca ma che sa comportarsi da ricca che riesce a mettere nel sacco l'elite di New York.

In vetta alle classifiche su Netflix Inventing Anna, una serie tv ispirata alla storia vera di Anna Sorokin, la ragazza non ricca ma che sa comportarsi da ricca che riesce a mettere nel sacco l'elite di New York.

Tutto è iniziato quando Anna Delvey, il cui vero cognome è Sorokin, ha deciso che doveva cambiare vita. Dopo il diploma conseguito a Colonia, in Germania, la giovane ha pensato che doveva andare lì, nella “città che non dorme mai”, dove girano i soldi e c'è sempre un party in cui andare. Così Anna cambia il suo nome in Delvey e scrive una delle storie più affascinanti dell'ultimo decennio, conquistando così l'attenzione di Shondaland che ne ha fatto una serie per Netflix.

Chi era Anna Delvey

Anna Sorokin è la figlia di un ex camionista che aveva tentato la fortuna con un’impresa di trasporti, poi fallita. Sua madre fa la cassiera in un supermercato. A 16 anni lascia Domodedovo, nei pressi di Mosca dove era nata nel 1991, e insieme alla famiglia nel 2007 si trasferisce a Eschweiler, non lontano da Colonia, in Germania. Ma dopo il diploma Anna pensa a una fuga che le permetta di cambiare vita.

Dopo aver iniziato un percorso di studi alla Central Saint Martins di Londra, si trasferisce a Berlino e poi a Parigi, dove ottiene uno stage presso il magazine Purple, fondato da Olivier Zahm. Qui inizia a tessere la sua tela di contatti.

All'improvviso è davanti a un bivio: continuare a essere la giovane ragazza emigrata che cerca di sfondare o cambiare le carte in tavola diventando Anna Delvey. Sceglie il secondo sentiero, decidendo di vestire i panni di un'ereditiera tedesca di un impero finanziario. Mentre lei ingannerà tutti coloro che incontra, la famiglia scoprirà la verità solo dai giornali.

Inizia a frequentare la Fashion Week, le feste giuste. In tre anni ha conosciuto chiunque, veste griffato e cerca investitori per la sua fondazione d'arte, che avrà anche un ristorante stellato e un club per vip. Diventa amica di Neffatari Davis, che la accompagna a cene piene di celebrità e le organizza pranzi d’affari con possibili investitori.

I documenti della falsa ereditiera

La sua vita diventa pura ostentazione di una ricchezza inesistente. Contemporaneamente si dà da fare per falsificare documenti bancari che rendono vero un fondo fiduciario di 60 milioni di euro depositato in Svizzera. Con questo titolo, riesce a ottenere prestiti che usa per acquistare abiti ed elargire mance. I conti di alberghi e ristoranti, taxi e viaggi invece riesce a farseli spesare da qualcun altro, millanta bonifici che non arrivano mai e versa in banca assegni a vuoto per riuscire a prelevare ingenti somme di denaro.

Inventa anche il suo avvocato, Peter W. Hennecke, fantomatico gestore finanziario della ricca famiglia tedesca a cui dice di appartenere. Le carte di credito a volte non funzionano, ma lei riesce a convincere tutti che la sua ricchezza è reale. Lo fa per quasi tre anni: dall'estate del 2013 all'inverno del 2016.

Il suo grand coup doveva essere il progetto della fondazione d'arte, per cui aveva già preso accordi per un locale a Manhattan all’angolo tra Park Avenue e la 22esima. L'obiettivo era ottenere un sostanzioso prestito da 25 milioni di dollari. Ma arriva il 2017 e il suo impero di bugie inizia a scricchiolare. La verità la insegue, il suo tedesco è pessimo e l'accento europeo non convince più nessuno a farle credito.

Smascherando Anna Delvey

A febbraio si trasferisce all’11 Howard di Soho. Dice che vuole fermarsi per alcuni mesi e, trattandosi di un lungo soggiorno, non le viene richiesta una carta di credito a garanzia. Il conto arriva a 30 mila dollari e l'hotel, non avendo visto alcun bonifico, la sbatte fuori.

Due anni prima Michael Xufu Huang, mecenate e collezionista, aveva iniziato a nutrire qualche sospetto sulla ricchezza della famosa ereditiera. Infatti, durante la Biennale di Venezia lei gli chiede di anticipare le spese con la promessa di rimborsarlo (ovviamente mai mantenuta). Qualche mese dopo, il ristorante Sadelle, a Soho, lo chiama chiedendo se potesse fornire un contatto dell'amica con cui lo avevano visto in una foto sul profilo Instagram di Anna.

Anche Neff ha qualche dubbio quando a cena fuori le tocca pagare il salatissimo conto perché nessuna delle carte di credito di Anna funziona. Lei però, furbamente, qualche giorno dopo la rimborsa in contanti. Cosa non successa all'amica Rachel Williams, che durante un viaggio in Marocco a maggio 2017 deve sborsare 62 mila dollari per il soggiorno con l'impostora.

Va meglio alla personal trainer di Anna, che ci rimette solo i soldi di un volo aereo in prima classe, per farla rientrare negli Stati Uniti dopo la disavventura marocchina. Le tocca anche ospitarla perché gli hotel la sbattono fuori per i conti non pagati.

In fuga dai debiti

A luglio 2017 nessuno le crede più, non ha una casa e quindi prova a scappare in California con gli ultimi contanti. A inizio ottobre l'arrestano a Malibù: ha 300.000 dollari di debiti. I giornali titolano “wannabe socialite” (persona che deve la propria notorietà alla frequentazione dell'alta società e alla partecipazione assidua a eventi mondani) e lei si arrabbia moltissimo. Voleva solo vivere il sogno.

Il processo

Anna Delvey appare al banco degli imputati all'inizio del 2019. Armata dei suoi occhiali Céline d'ordinanza e dei suoi capi firmati, confessa di aver fatto tutto perché la «perenne mancanza di soldi» la sfiancava. Prende il carcere come un esperimento sociale e poi è sempre un posto gratuito in cui dormire e mangiare. Esce per buona condotta a febbraio 2021, ma a marzo viene nuovamente fermata perché il suo permesso di soggiorno è scaduto. Ora attende di essere rimpatriata in Germania.

Inventing Anna, la serie in lingua inglese più vista su Netflix

La storia di Anna Delvey è diventata una serie targata Shondaland, Inventing Anna, in vetta alle classifiche su Netflix e diventando il titolo in lingua inglese più visto a una settimana di uscita. Non poteva essere diversamente, avendo alle spalle un nome come quello di Shonda Rhimes, la sceneggiatrice a cui dobbiamo la creazione della serie televisiva Grey's Anatomy, tra le100 persone più influenti del mondo secondo TIME.

Anna Delvey nella serie è interpretata da una deliziosamente altezzoseggante Julia Garner (Ozark, Dirty John). La sua storia viene ricostruita dalla giornalista Vivian (interpretata da Anna Chlumsky), che indaga sul caso della leggendaria erede tedesca di Instagram che, oltre a rubare i cuori dei protagonisti della scena sociale di New York, ruba anche i loro soldi.

In attesa del processo a suo carico, Anna forma un oscuro e divertente legame di amore e odio con Vivian, che sfida il tempo per risolvere il più grande mistero che affligge New York: chi è davvero Anna Delvey? La serie prende le mosse dall'articolo di Jessica Pressler, anche lei produttrice dello show, How Anna Delvey Tricked New York’s Party People, pubblicato sul New York Magazine.

Cosa ne pensa la vera Anna della serie Netflix

Anna Sorokin dal carcere ha commentato così l'uscita della serie, dopo quattro anni di lavoro, visite e conversazioni telefoniche con Shonda Rhimes e Julia Garner, l'attrice che la interpreta nella finzione: "Per molto tempo ho sperato che prima dell'uscita di Inventing Anna sarei andata avanti con la mia vita. Ho immaginato che la serie tv fosse una sorta di "fine" che avrebbe riassunto e chiuso un lungo capitolo della mia vita. E se da un lato sono curiosa di vedere come hanno interpretato tutta la ricerca e i materiali che gli ho fornito, d'altro canto non posso fare a meno di provare tristezza, rammarico per la mia situazione: la cupa ironia di essere confinata in una cella dell'ennesimo orribile centro di correzione perso nel nulla. E' la mia storia che si ripete".

Per i diritti sulla sua storia la Sorokin ha ottenuto da Netflix 320mila dollari, con i quali ha ripagato gran parte dei suoi debiti. 

Foto apertura: LaPresse