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Destinazione Italia: la speranza del turismo sono gli italiani

Le frontiere potrebbero rimanere chiuse a lungo, ma abbiamo la fortuna di vivere in uno dei Paesi più belli del mondo. Perché non sfruttare questo momento storico per conoscerlo meglio? 

Le frontiere potrebbero rimanere chiuse a lungo, ma abbiamo la fortuna di vivere in uno dei Paesi più belli del mondo. Perché non sfruttare questo momento storico per conoscerlo meglio? 

Il mare, i laghi, le montagne, le colline, il cibo, le persone: sono solo alcuni degli ingredienti di quella ricetta magica chiamata Italia. Uno dei settori più colpiti dalla pandemia da Coronavirus è stato il turismo. Con le frontiere chiuse e la limitazione degli spostamenti, tornare a viaggiare sembra un miraggio. Oppure no?

Nel passaggio dalla quarantena alle fasi successive di lenta riapertura, gli spostamenti da regione a regione potrebbero tornare presto possibili. E allora sarà bene ricordarsi che viviamo in uno dei Paesi più belli del mondo. Con i suoi oltre 300.000 chilometri quadrati, l'Italia racchiude in sé paesaggi meravigliosi, storia, cibo e cultura dell'ospitalità. Nel mondo di prima era una delle mete gettonate dai viaggiatori di tutto il mondo. Forse questo è il momento giusto per (ri)conoscere il nostro Paese.

Secondo un'indagine di WeRoad, startup della travel industry, il 38 per cento degli italiani si sposterà nel nostro Paese, ma basterà a salvare l'Italia del turismo? Lo abbiamo chiesto a Erika De Santi, co-founder & Managing Director di WeRoad.

Secondo la vostra indagine il 38 per cento degli italiani viaggerà restando in Italia. La domanda interna sarà sufficiente? Come si può incentivarla?
«Il clima di incertezza in questo momento è il freno principale alla domanda interna. Secondo la nostra ricerca chi ha deciso di viaggiare in larga parte lo farà in Italia. La domanda quindi c’è, quello che manca potrebbe essere un’offerta sostenibile rispetto ad eventuali limitazioni sanitarie. È per questo che diventa fondamentale chiarire le regole del gioco da parte delle istituzioni. Ma l’ecosistema turistico si è già mosso».

Come?
«Noi in particolare abbiamo lanciato un’iniziativa che si chiama “Destinazione Italia” e che, da un lato si propone di raccogliere idee, suggerimenti, segnalazioni su angoli meno conosciuti, esperienze locali da fare, piccoli alberghi e ristoranti da integrare nei nostri itinerari, e dall’altro di cucire nuovi percorsi di scoperta del Paese. In WeRoad siamo specializzati nel trovare esperienze inedite in giro per il mondo, ecco ora metteremo questa competenza al servizio dell’Italia e portare a scoprire le bellezze a kilometro zero.

Tra gli itinerari da voi proposti c'è il mare, anche se non ci sono disposizioni chiare su come si potrà accedere in spiaggia. Come immaginate le vacanze al mare 2020?
«È difficile ancora fare previsioni sulle spiagge, in questo momento le ipotesi, da un punto di vista normativo e sanitario sono ancora poche, chiare e aperte a variazioni in base alla tipologia di spiaggia e di regione. Siamo convinti che una soluzione sulle spiagge si troverà e che gli Italiani non dovranno rinunciare al loro mare».

Un esempio?
«La Basilicata. Qui si passa dalle coste dello Ionio all’unicità di Mater,a fino al Parco Nazionale del Pollino, dove fare anche rafting o trekking. Insomma, la spiaggia è una componente dell’itinerario che non esaurisce tutta l’esperienza di un viaggio come lo concepiamo in WeRoad, che per definizione non è “stanziale”».

Più facile attuare il distanziamento sociale in montagna. Cosa potrebbero scoprire gli italiani in questo ambiente?
«Non dobbiamo pensare necessariamente alla montagna in senso tradizionale. Il trekking sembra interessare molto e stiamo puntando su questo. Ma prendete per esempio la gemma delle Marche, dove esplorare le grotte di Frasassi e le Gole del Fiastrone o all’ Itinerario Garda che ci porterà in Val D’Ambiez, nel cuore delle Dolomiti di Brenta. Ma la montagna non è fatta solo di Alpi e Appennini ma anche di vulcani e isole. La speranza è che tutti i sentieri siano aperti, ma crediamo che alla fine quello che riscopriremo, forse un po’ poeticamente, sarà un cielo stellato e la compagnia degli amici».

Quali saranno secondo voi i percorsi più premiati?
«Dalle prime richieste che ci sono arrivate, gli itinerari in barca a vela sono sicuramente sicuramente i più apprezzati (Pontine, Sardegna Sail adventure e la “cugina” Corsica). Sarà una grande occasione per riscoprire i nostri sentieri un po’ in tutte le regioni, ma anche per vivere delle piccole avventure da “bucket list” che, proprio perché a portata di mano, magari non abbiamo mai provato. In questo senso abbiamo in particolare tre itinerari diversi sulla via Francigena (due già prenotabili e uno presto in arrivo) e tra i nostri itinerari preferiti c’è un giro delle Eolie molto particolare che unisce barca, trekking e spiaggia. Imperdibile».

Quali misure sono secondo voi necessarie per riavviare il turismo in Italia?
«Va chiarito al più presto quali saranno le disposizioni sanitarie da parte del Governo. Vanno smentiti i rumors insensati, tipo quello sui separatori in plexiglass in spiaggia. La situazione di incertezza tiene fermo il Paese anche dal punto di vista del turismo. Secondo la nostra ricerca è proprio questa incertezza che sta bloccando le persone: il 33 per cento dichiara infatti di aspettare la fine della quarantena per prenotare. Quindi ci vogliono regole sensate e chiare saranno per abilitare la ripartenza. Per il resto saranno gli Italiani a far ripartire il Paese, ricominciando proprio dalle economie e dalle esperienze locali».