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Cammini in Italia: gli itinerari più belli

Dai 96 chilometri sulle orme di Carlo Magno all’antica Via Amerina, fino ai sentieri percorsi un tempo dai briganti in Calabria, 7 cammini per scoprire a piedi lo Stivale.

Dai 96 chilometri sulle orme di Carlo Magno all’antica Via Amerina, fino ai sentieri percorsi un tempo dai briganti in Calabria, 7 cammini per scoprire a piedi lo Stivale.

Senza paura di essere tacciati di imparzialità, lo scriviamo serenamente: l’Italia è il Paese più bello del mondo. E c’è un modo altrettanto bello per scoprirlo, ovvero a piedi, lungo i tanti itinerari di varia durata e difficoltà che percorrono lo Stivale. Tra mare e montagna, parchi e città, muovendosi lungo le tracce lasciate nei secoli da santi, poeti, artisti e briganti, alla scoperta dell’inesauribile patrimonio di natura e cultura del nostro Belpaese. Da nord a sud, ecco 7 percorsi per gli appassionati di trekking e camminate tratti dal libro Cammini Italia. I migliori itinerari (White Star). Assolutamente da non perdere.

Cammino di Carlo Magno

L’itinerario del Cammino di Carlo Magno risale il corso dell’Oglio seguendo le tracce leggendarie di una spedizione militare dell’imperatore (incornato rex Langobardorum nel 774 a Pavia): 96 km con partenza da Lovere, sul Lago d’Iseo, e arrivo a Ponte di Legno, ora in sponda destra ora in quella sinistra del fiume, alla scoperta della Val Camonica, delle sue pievi, dei suoi castelli e delle sue incisioni rupestri. Percorso di difficoltà intermedia da intraprendere preferibilmente nei mesi più caldi, il Cammino di Carlo Magno porta a Castelfranco, a Bessimo e via fino al lago Moro. Continua poi toccando Esine, Grigna, Berzo, Bienno e Breno, attraverso un paesaggio che cambia diventando sempre più spiccatamente prealpino, con boschi e aree prative. Lungo sentieri boscosi e selciati porta a scoprire i villaggi rurali di Niardo, Braone e Ceto, fino all’inizio dell’area protetta delle incisioni rupestri di Foppe di Nadro e di Naquane. Grevo e poi Edolo tra le ultime tappe prima del “traguardo” di Ponte di Legno, meta invernali di tanti appassionati sciatori.

Alta Via dei Monti Liguri

parco del beigua

L’itinerario completo copre l’intero arco montano della Liguria, da Ventimiglia a Ceparana, per un totale di 430 km. Chi ha poco tempo a disposizione può concentrarsi sul tratto centrale, che va dal dal Colle di Cadibona a Genova, lungo 94 km. Praticabile tutto l’anno, l’Alta Via dei Monti Liguri corre in luoghi selvaggi dove il mare, con la sua linea blu, è il segnavia migliore per un viaggio a piedi, lungo sentieri da pastori, mulattiere per le some del passato, vie militari, valichi usati prima dell’apertura delle strade e oggi quasi dimenticati. I 94 km del tratto centrale iniziano a Cadibona, dove il valico segna convenzionalmente il confine tra il sistema montuoso degli Appennini e quello delle Alpi. L’Alta Via si stacca dalle strade e si dirige verso il cuore della Riserva dell’Adelasia e in breve si immerge nelle foreste. I camminatori procedono rapidi senza grossi dislivelli da affrontare, entrando nel Parco del Beigua al Colle del Giovo: il sentiero lungo gli altipiani del massiccio correndo a oltre 1.000 m di altitudine a pochissimi chilometri dalla linea di costa. Il panorama è mozzafiato: a destra il Mar Ligure, a sinistra le valli selvose che scendono verso il Po. Prima del Passo del Faiallo, valico stradale minore che collega le province di Savona e di Genova, il paesaggio cambia ancora e apre alla vista le torbiere di solitari altopiani erbosi, fino al termine della tratta. Per calare alla meta si può usare la strada ferrata Genova-Casella.

Via del Tagliamento

Consigliata in primavera e autunno, la Via del Tagliamento è un percorso adatto a tutti: un rilassante cammino di 140 km dalle Alpi Giulie, a pochi chilometri da Austria e Slovenia, alle rive dell'Adriatico, nel cuore più autentico del Friuli. La Via del Tagliamento è la parte friulana della Via di Allemagna, denominazione d’epoca medievale di un fascio di antichi cammini che collegavano l’Europa nordorientale con il Mar Mediterraneo: inizia a Camporosso, frazione di Tarvisio, e nonostante il nome nel primo tratto segue il corso del Fella. Dogna, Venzone, Osoppo e l’altopiano di Sant’Agnese, dove Mario Monicelli ambientò le scene di trincea del film La Grande Guerra. E poi Gemona con il duomo di Santa Maria Assunta capolavoro del gotico friulano, le sorgive di Bars, San Tomaso, i Prats de Mont, Spilimbergo, Gradisca e giù fino a Concodia Sagittaria, meta del percorso

Via Amerina

L’antica Via Amerina, che collegava Roma con le sponde dell’Adriatico, passando per i principali centri dell'Umbria, fu una strada molto importante in epoca romana e nel Medioevo. Conosciuta anche come il Cammino della Luce, oggi è uno dei percorsi più belli da intraprendere a piedi nel centro Italia, nonché una delle strade meglio conservate dell’Etruria Meridionale. Adatto a tutti, essendo privo di grossi saliscendi, si snoda tra vie scavate nel tufo, boschi, necropoli, misteriosi ruderi e in alcune porzioni conserva ancora il basolato più antico. Il percorso del tratto più meridionale della Via Amerina può partire da Perugia (o Assisi): tocca Torgiano, Casalina, Todi, Amelia (nell’antichità Ameria, da qui il nome della via), Orte, Gallese, le rovine romane di Falerii Novi, Nepi e Veio, fino alla Città Eterna, lungo un itinerario di circa 215 km.

Alta Via dei Monti Lattari

monti lattari

Ci sono alcuni luoghi in Italia in cui è possibile vivere a pieno l’esperienza della montagna e del mare, allo stesso tempo. Tra essi la penisola sorrentina, di cui i monti Lattari sono la dorsale. Lungo i 70 km delll’Alta Via, si cammina quasi sempre in cresta, tra il golfo di Napoli e quello di Salerno, toccando di tanto in tanto i paesini della Costiera amalfitana, in un affascinante percorso di montagna che regala continue vedute sul mare. L’Alta Via dei Monti Lattari inizia a Cava de’ Tirreni, nella parte orientale del massiccio montuoso, e si spinge fino all’estrema propaggine della penisola raggiungendo Punta Campanella, affacciata sull’isola di Capri. Il tracciato tocca luoghi come il Santuario dell’Avvocata, il Valico di Chiunzi, Cerreto, Cima San Michele, Recommone e Marina del Cantone. Sempre con continui saliscendi, perdendo quota man mano che i camminatori si spostano verso ovest.

Sentiero del Brigante

Lungo circa 117 km, il Sentiero del Brigante è un percorso escursionistico che si sviluppa in Calabria all'interno di due aree protette, il Parco nazionale dell'Aspromonte ed il Parco naturale delle Serre: inizia dalla località sciistica di Gambarie e termina a Serra San Bruno o Bivongi-Stilo, in quanto biforcato al complesso edilizio della Ferdinandea, che fu casa di caccia di Ferdinando II di Borbone. Deve il nome dal fatto che fu una strada percorsa in passato da numerosi briganti, tra cui Nino Martino, Giuseppe Musolino, Mittica di Platì, il brigante Sonnino. Il cammino si svolge su un terreno che non comporta particolari difficoltà anche se i dislivelli, a causa delle numerose valli e corsi d’acqua che si incontrano, non mancano mai. La passeggiata, che attraversa grandi foreste, offre l’incontro con luoghi storici particolari, come la località dove Garibaldi venne ferito durante il suo tentativo di risalire l'Aspromonte verso Roma, l’antico polo minerario e siderurgico borbonico di Mongiana, la certosa fondata da San Brunone di Colonia nell’XI secolo.

Sul Sentiero Italia tra i Nebrodi e l’Etna

monti lattari

La Sicilia offre straordinari itinerari per i camminatori. Al facile anello che compie il periplo dell’Etna, si può ad esempio abbinare qualche tappa tra i magnifici boschi e laghi dei monti Nebrodi, da cui lo sguardo spazia verso il Tirreno e le Isole Eolie. Un percorso da 160 km, lungo carrarecce e viottoli, toccando borghi e casali isolati, può partire da Portella di Femmina Morta, a 1.524 metri di quota. E toccare poi le sponde del Lago Maulazzo e il Lago Biviere, da cui raggiungere Casa Cartolari Liperni, Floresta e Randazzo, nella vallata che separa i Nebrodi dall’Etna. Inizia così il periplo del vulcano lungo la strada sterrata che corre attorno ai 1.000 metri di quota: il percorso porta al rifugio Sapienza, ai Crateri Silvestri e Ballo, frazione di Zafferana Etnea. È qui che inizia la faticosa risalita fino a quota 1.741 del rifugio Citelli. Poi di nuovo giù verso la valle dell’Alcantara e i Nebrodi, sfiorando la Grotta del Gelo e scendendo al Monte Pomiciaro, tra le lave delle eruzioni del 1947. Usciti dal Parco dell’Etna, ecco Moio, Malvagna e infine dopo pascoli e boschi Montalbano Elicona, con i suoi 865 metri, il borgo più alto della provincia di Messina.

Foto: 123rf.com