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Tra i vicoli di Napoli con Erri De Luca

Alla scoperta delle mille sfaccettature della città del noto scrittore

Alla scoperta delle mille sfaccettature della città del noto scrittore

Enrico De Luca, detto Erri, è nato a Napoli nel 1950, ha studiato allo storico liceo classico Umberto I, nel quartiere Chiaia, ed è rimasto in città fino all’età di diciotto anni. Ha viaggiato e lavorato in molti luoghi, ma Napoli gli è rimasta dentro, tanto che il suo primo romanzo Non ora, non qui, è una rievocazione della sua infanzia in quella città. Come dice ne I pesci non chiudono gli occhi ‘Per uno nato a Napoli il destino è alle spalle, è provenire da lì. Esserci nato e cresciuto esaurisce il destino: ovunque vada, l'ha già avuto in dote, metà zavorra a metà salvacondotto’.

De Luca nei vari racconti descrive la città degli anni Cinquanta e Sessanta, del dopoguerra: ‘Napoli si era consumata di lacrime di guerra, si sfogava con gli americani, faceva carnevale tutti i giorni. L'ho capita allora la città: monarchica e anarchica. Voleva un re però nessun governo. Era una città spagnola. In Spagna c'è sempre stata la monarchia ma pure il più forte movimento anarchico. Napoli è spagnola, sta in Italia per sbaglio’.

Napoli si affaccia sul Mediterraneo, e quando i Greci la fondarono la chiamarono Neapolis, ‘città nuova’, ma essendocene già molte con quel nome furono i napoletani a renderla inconfondibile, facendone un luogo leggendario, che è un misto di magnifico e di atroce. Così Erri De Luca in un’intervista descrive la nascita della sua città, di quel retroterra che è così presente in molti dei suoi romanzi da esserne in un certo modo ‘il suo marchio di fabbrica’.

De Luca descrive i napoletani come un popolo ‘tellurico’, che ha inventato la tarantella perché costretto a vivere in una striscia di terra tra il vulcano e i pesci. Il mare è visto come una forza benevola, che si oppone alla rabbia e al furore del Vesuvio, con cui gli abitanti hanno imparato a convivere. È un ‘faro piantato nel sistema nervoso’ della città, e tutti i napoletani si orientano in base ad esso. La città ha una bellezza sfrontata ma pericolosa, come lo è  vivere così vicino a un vulcano come il Vesuvio.

Napoli è anche il lungomare, i panorami mozzafiato, ma i personaggi di De Luca si muovono nei vicoli di tufo, tra le lenzuola stese. Emblematico è il ragazzino de Il giorno prima della felicità, che sgattaiola tra le stradine del quartiere e l’androne del suo palazzo, che potrebbe essere uno qualsiasi di quelli che si trovano a Forcella o nei Quartieri Spagnoli, salendo nei vicoli della vecchia Toledo, a monte di via Roma. Napoli è una città dalle mura sottili, in cui si sentono sempre gli strilli provenienti dalla strada, e la vita si svolge sicuramente più fuori che dentro casa.

Poi c’è la Napoli sotterranea, da cui è scaturito il sentimento del sacro per i suoi abitanti, dall’odore di zolfo della solfatara, esattamente all’opposto di come accade per tutti gli altri: dal cielo.

La città è sospesa, come le parole del suo dialetto, in cui non si pronuncia l’ultima vocale, tra le vie del centro, i quartieri bene, Posillipo con le sue ville, il Vomero, forte San’Elmo, con la sua vista su Capri e Sorrento, e luoghi dove De Luca ci dice che ‘il sangue vale meno di un bicchiere d’acqua’.

Lo scrittore nelle sue opere ricorda anche gli emigranti salpati dal molo Beverello, come avevano fatto Don Gaetano e poi ‘lo Smilzo’ in Il giorno prima della felicità, per raggiungere quell’America Latina che per molti significava la possibilità di un riscatto e di una vita migliore o per scappare da qualche guaio combinato.

In Napolide De Luca ci parla anche del molo di Mergellina, del vento di Napoli e dei suoi personaggi storici, che sono parte integrante della città: da Eduardo a Maradona, dei suoi ricordi a Monte di Dio, dov’è nato. In città c’è anche il libraio preferito di Erri, a cui si può fare una visita, in via Mezzocannone 75.

Per De Luca Napoli ‘ha avuto nella sua storia problemi duri e seri, che l'hanno resa una città non del Sud d'Italia, ma del mondo’ ma è anche ‘una città che brulica di vita e di storia, ha avuto un passato grandioso e ha energie non solo per partecipare a un futuro, ma anche per precederlo’.