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St. Paul de Vence, uno scrigno pieno di arte

Un tuffo nella bellezza sulle colline alle spalle della Costa Azzurra

Un tuffo nella bellezza sulle colline alle spalle della Costa Azzurra

Costa Azzurra, sinonimo di mare e mondanità. Basta spostarsi un po’ verso l’interno per trovare atmosfere diverse, una campagna verde e fertile e bellissimi villaggi appollaiati sulle colline. Saint Paul de Vence è uno di questi. Un luogo straordinario, raffinato, dove l’aria e la luce incredibile della vicina Provenza sono già avvertibili. Sì, perché il paese a pochi chilometri da Nizza si distingue per la sua fisionomia perfettamente intatta di borgo medievale e perché è stato ed è rifugio di artigiani e artisti, pittori ma non solo; insomma, è semplicemente un luogo bellissimo, valorizzato in modo mirabile.  

Per gustarselo pienamente bisognerebbe visitarlo d’inverno o in primavera, quando ancora non è preso d’assalto dalle orde dei turisti. Tutto è molto curato, dalle strade acciottolate ai fiori che ornano le finestre. Ma quando e perché è diventato nido per gli artisti? Negli anni Venti del Novecento la locanda che si chiamava Colombe d’Or era gestita da Paul Roux. C’è un giardino terrazzato, panorama, rose, cipressi e olivi. Defilato rispetto alla costa, era tappa per pittori squattrinati, e Roux, generoso ed entusiasta albergatore amante dell’arte, li ospitava praticamente gratis, pretendendo in cambio solo qualche quadro o pittura murale. La notizia si sparse rapidamente: solo che i pittori squattrinati erano Signac, Dubuffet, Dufy, Modigliani, e poi anche Picasso e Miró, poi Matisse, Calder, Braque. Inutile dire che il modesto albergo, meta nel dopoguerra di altri personaggi famosi come Jacques Prevert o Lino Ventura, è diventato oggi un raffinato albergo e ottimo ristorante.

Così il paese divenne una sorta di buen retiro, un po’ snob, alle spalle della mondana Costa Azzurra: Simone Signoret e Yves Montand si sposarono proprio qui. La cinta di mura è cinquecentesca, ed è percorribile per intero attraverso il camminamento di ronda. Rue Grande è fiancheggiata da edifici del XVI e XVII secolo che ospitano botteghe di artigianato e gallerie d’arte; in fondo è il cimitero dove riposa Marc Chagall, che qui abitò nell’ultimo periodo della sua vita. La chiesa, trecentesca e ricostruita nel Cinquecento, conserva il coro romanico. Il municipio accanto alla chiesa ha un torrione duecentesco che è l’unica parte sopravvissuta dell’originario castello e dell’antica cinta muraria.

A poche centinaia di metri dal paese sorge la Fondazione Maeght: è probabilmente il secondo museo più visitato di Francia per l’arte moderna. Immersa nel verde, è una costruzione nuova in cemento e mattoni rosa, progettata dal catalano Lluís Sert. Questo è l’unico esempio in Europa di fondazione privata: fu inaugurata nel 1964 con l’intento, da parte dei fondatori Marguerite e Aimé Maeght, di presentare l’arte moderna e contemporanea in tutti i suoi aspetti. Con Sert collaborarono pittori e scultori: il labirinto di Miró, popolato di sculture, i mosaici murali di Chagall e Tal-Coat, la piscina di Braque, il cortile di Giacometti (si tratta di una delle opere in-situ più note del mondo), solo per fare alcuni esempi, il tutto seguendo il principio di rispetto della natura e di fusione delle opere d’arte con l’ambiente. Anche le pendenze del terreno, all’interno del complesso, sono state ‘neutralizzate’ mediante specchi d’acqua e patii. La collezione conserva opere scultoree, di pittura, grafica e disegni, e si arricchisce continuamente. Il materiale è talmente abbondante che si allestiscono mostre temporanee per ammirare di volta in volta una parte di quello che vi è custodito.

Nei dintorni è il borgo medievale di Vence, piacevole e colorato. La cattedrale, romanica (sec. XI), conserva uno splendido coro ligneo (1640 circa); il battistero è decorato da un mosaico di Chagall. Nella periferia nord, sulla strada per St. Jeannet, ecco un altro capolavoro imprescindibile: la Chapelle du Rosaire, più nota come Chapelle Matisse. Si tratta di un monumento di arte sacra unico al mondo: fu decorata e arredata da Henri Matisse fra il 1948 e il 1951 per ringraziare le suore domenicane che lo avevano curato. L’interno è illuminato da incredibili vetrate colorate, i cui disegni sono gli stessi dei famosissimi collages; poi un mosaico di ceramica con disegni neri su fondo bianco, e disegni alle pareti. L’altare di pietra, le acquasantiere, i candelabri, tutto contribuisce a un’atmosfera di suggestiva spiritualità. 

www.saint-pauldevence.com
www.fondation-maeght.com
http://vence.fr/culture-art-patrimoine?lang=fr