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Civita di Bagnoregio: la città che muore

Un’affascinante città fantasma nel cuore della penisola italiana, al crocevia tra Lazio e Umbria.

Un’affascinante città fantasma nel cuore della penisola italiana, al crocevia tra Lazio e Umbria.

Fra i calanchi erosi dal tempo, dal vento e dalle piogge, Civita di Bagnoregio si erge solitaria, arroccata su uno sperone di roccia posto proprio nel cuore della penisola italiana.

È famosa come "Città che muore", soprannome dovuto all’incessante erosione che la sta facendo scomparire del tutto, roccia dopo roccia

Frazione del comune di Bagnoregio, nel viterbese, questo borgo fragile e pittoresco è situato tra i guadi del Tevere e il lago di Bolsena ed è unito al mondo solo da un lungo e stretto ponte. Il piccolo paese sembra fondersi alla perfezione con il paesaggio circostante: un aspetto senza dubbio suggestivo, che gli ha permesso di essere annoverato a buon diritto tra i borghi più belli d’Italia.
 
Nei secoli il borgo è stato proprietà di molti padroni. Etruschi, Romani, Goti, Bizantini, Longobardi, la famiglia Monaldeschi di Viterbo, e, infine, la Chiesa si sono avvicendati senza soluzione di continuità alle redini del governo cittadino. Ma frane e terremoti hanno fatto di Civita di Bagnoregio una città fantasma: ad abitare il manipolo di case medioevali che costituiscono la cerchia cittadina sono rimasti solo in 12. Ma è proprio questo che la rende così unica e affascinante!
 
Per chi desidera visitare questo borgo abbandonato è quasi un imperativo iniziare la propria escursione dal Belvedere, da dove si gode una vista mozzafiato del paese e della vallata circostante. Dopo essersi goduti il panorama è però il momento di camminare: lasciate l’automobile e percorrete a piedi i circa 300 metri di ponte che collegano Bagnoregio a Civita.
 

Una volta entrati per Porta Santa Maria, addentratevi nelle viuzze silenziose del borgo, dove il tempo sembra aver smesso di scorrere

 
La piazza principale ospita la chiesa romanica di San Donato, patrono del paese, risalente al VII secolo e parzialmente modificata nel corso del Cinquecento. Al XVI secolo appartengono anche i palazzi Bocca, Alemanni e Colesanti, fiancheggiati nelle tre stradine dalle tipiche case medievali viterbesi, con balconcini e 'profferli' (scalette esterne).
 
Altri luoghi imperdibili sono la cattedrale di San Nicola, la rinascimentale Porta Albana e il tempietto di San Bonaventura. Infine, dalla parte opposta all’ingresso di Civita, si possono ancora osservare resti di edifici e delle antiche mura e ammirare un panorama mozzafiato dei calanchi.