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Denis Mukwege, il ginecologo che 'ripara' le donne stuprate

Da quando ha fondato a Bukavu il Panzi Hospital, Denis Mukwege, vincitore del premio Nobel per la Pace 2018, ha curato insieme al suo staff circa 50mila donne vittime di violenza sessuale. Ecco la sua storia.

Da quando ha fondato a Bukavu il Panzi Hospital, Denis Mukwege, vincitore del premio Nobel per la Pace 2018, ha curato insieme al suo staff circa 50mila donne vittime di violenza sessuale. Ecco la sua storia.

Premio Nobel per la Pace 2018 insieme all’attivista irachena Nadia Murad, Denis Mukwege è un ginecologo congolese, soprannominato, per il suo impegno a favore delle vittime di stupro, “l’uomo che ripara le donne”. I due vincitori sono stati scelti, tra i 331 candidati "per i loro sforzi per mettere fine all'uso della violenza sessuale come arma in guerre e conflitti armati".

Chi è Denis Mukwege

Da anni Mukwege è specializzato nella cura dei danni fisici interni riportati dalle donne (spesso bambine) aggredite sessualmente: in base a un rapporto dell'American Journal of Public Health, durante i conflitti del Congo, nel Kivu e in Ituri, quattro donne ogni cinque minuti erano vittime di stupro.

Classe 1955, Mukwege dopo gli studi di medicina in Burundi e un periodo di esercizio nell’ospedale di Lemera (struttura che durante la prima guerra del Congo, nel 1996, fu totalmente distrutta), decise di specializzarsi in ginecologia ad Angers, in Francia.

Ottenuta la specializzazione scelse di tornare nel suo Paese dove nel 1999 fondò - a Bukavu - il Panzi Hospital, con l’obiettivo di aiutare le donne vittime di violenza sessuale: “In Francia – ha detto a Madame Figaro – non avevo mai visto una donna morire durante il parto. Da me succede quasi quotidianamente”. Dal 1999 il medico e il suo staff hanno curato circa 50mila donne vittime di violenza, supportandole non solo dal punto di vista fisico ma anche legale e psicologico.

Denis Mukwege

Foto: LaPresse

Il discorso alle Nazioni Unite e l'attentato

In un discorso alle Nazioni Unite nel settembre del 2012, Mukwege condannò duramente i gruppi ribelli responsabili delle violenze, criticando il governo congolese, colpevole di non fare abbastanza per contrastarli. Il mese dopo questa denuncia, Mukwege subì un attentato nel quale perse la vita un addetto alla sicurezza di casa sua. Il medico riuscì a sopravvivere ma fu costretto a spostarsi temporaneamente con la sua famiglia in Europa, per poi rientrare nel gennaio del 2013.

Il premio Sakharov per la libertà di pensiero

Ora Mukwege continua il suo lavoro nell’ospedale di Panzi, sotto la protezione dei soldati della missione delle Nazioni Unite in Congo. Il suo impegno a favore delle donne gli era stato già riconosciuto nel 2014 dal Parlamento Europeo, con l’assegnazione del Premio Sakharov per la libertà di pensiero. In quell'occasione Mukwege dichiarò: "Ogni donna stuprata io la identifico con mia moglie. Ogni madre violentata la identifico con mia madre. E ogni bambino vittima di stupro, io lo identifico con i miei bambini. Come possiamo restare in silenzio?". 

Foto di apertura: LaPresse