special

SOS depressione: lo speciale

PEOPLE: L'ATTUALITA'
PEOPLE: L'ATTUALITA'

Cosa fare quando ci si accorge che qualcuno intorno soffre di depressione

Non basta dire: “Non essere triste”. Perché la depressione è molto di più della semplice tristezza. Ecco il parere dell'esperto sul comportamento giusto da tenere in queste situazioni.

Non basta dire: “Non essere triste”. Perché la depressione è molto di più della semplice tristezza. Ecco il parere dell'esperto sul comportamento giusto da tenere in queste situazioni.

Sono 322 milioni le persone nel mondo che ad oggi soffrono di depressione. Averne una accanto e non accorgersene può essere molto frequente. Oppure, nel caso si intercetti qualche segnale, cadere in comportamenti sbagliati e soprattutto dannosi per il depresso può essere molto pericoloso.

Abbiamo chiesto a Giovanni Andrea Fava, professore ordinario presso il Dipartimento di Psicologia dell'Università di Bologna e autore del libro Psicoterapia breve per il benessere psicologico (Raffaello Cortina), cosa fare se ci si accorge che chi ci sta intorno soffre di depressione

Iniziamo col definire la depressione. Si tratta di una una malattia del tono dell’umore, cioè di quella funzione psichica che accompagna l’adattamento al nostro mondo interno, psicologico, e a quello esterno: il tono è alto quando si è in condizioni piacevoli, va verso il basso quando viviamo situazioni sgradevoli.

Distinguiamo anche il disturbo depressivo maggiore (DDM), definito anche stato depressivo classico. Si diagnostica in presenza di almeno uno dei sintomi principali: umore depresso, perdita di interesse o piacere nello svolgere attività che prima dell'insorgenza del disturbo erano considerate piacevoli.

A questi si aggiungono sintomi come la modificazione dell'appetito e del peso, del sonno, dell'attività psicomotoria, una riduzione dell'energia, autosvalutazione e senso di colpa, difficoltà nelle capacità di prendere decisioni e di concentrazione, ricorrenti pensieri sulla morte, tentativi di suicidio o formulazione di un piano specifico per attuarlo.

«Bisogna distinguere tra depressione e tristezza. Quest'ultima fa parte della nostra vita - puntualizza l'esperto -. L'umore costante non è parte della nostra esistenza. La depressione è qualcosa di più: è il fatto che l'umore sia costantemente giù qualunque cosa succeda. Non vede niente davanti a sé».

La depressione non ha mai una singola causa all'origine: ci sono le situazioni stressanti della vita, «in particolare quando abbiamo un insieme di stress che si accumulano in un lasso di tempo determinato», spiega Fava. Una persona si può anche sentire sopraffatta dagli eventi e dalle situazioni, condizione che aumenta la sua vulnerabilità. Esistono però dei fattori individuali, anche biologici, «anche se non è una malattia ereditaria», puntualizza lo psicologo.

«Si tratta di una generale condizione di vulnerabilità: si perde la naturale capacità reattiva e non si vede più nulla davanti a sé».

Tra i sintomi da non sottovalutare c'è l'insonnia: «una persona si addormenta, ma poi si sveglia al mattino molto presto, prima del solito, e non riesce più a riaddormentarsi, nemmeno in altri momenti del giorno». Poi c'è la mancanza di energia, che ha un andamento particolare. «Tutti possiamo sentirci stanchi e distrutti alla sera, ma la depressione ci fa sentire stanchi già al mattino».

Se a un familiare o al partner viene diagnosticata la depressione, è importante comprendere che, innanzitutto, è una cosa che può accadere a chiunque. Capito ciò bisogna aiutare questa persona nel modo migliore. «Come prima cosa bisogna renderla consapevole della malattia - perché è una malattia - e della necessità di rivolgersi a un medico per capire cosa fare», spiega Fava.

Il primo filtro è il medico di base e successivamente si può consultare uno psichiatra e uno psicologo. «La depressione può aggravarsi», sottolinea l'esperto: per questo è importante non rimanere inerti.

Come in tutte le relazioni ci sono dei limiti da non oltrepassare. Il più importante è non lasciare che passi il tempo senza far nulla. Pur senza diventare ossessivi, bisogna continuare a mantenere una relazione con la persona, non «Conta anche il modo in cui si propone un'attività, un'uscita, offrendo la propria disponibilità ad accompagnare la persona».

Il rischio più grande per chi vive vicino a qualcuno affetto da depressione è quello di interpretare la patologia come un atteggiamento provocatorio, voluto, attribuendolo alla relazione, mentre esso è indipendente. «Chi soffre di depressione tende a chiudersi in se stesso, diventando sempre meno reattivo rispetto al rapporto di coppia», spiega Fava, aggiungendo che in caso di separazione, ciò può anche aggravare la patologia.

«L'aiuto che possono dare amici e familiari è di continuare a stare vicini alla persona depressa, anche se questa sembra non gradire la propria presenza - raccomanda lo specialista -. Continuare a proporre, anche davanti ai no. Bisogna tener presente che il paziente depresso ha un'estrema difficoltà a mettersi in moto, ma poi quando si attiva, partecipa».