Psiche
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Il rapporto complicato delle donne con il loro seno

Il seno, simbolo di femminilità ed erotismo, assume significati diversi nelle varie fasi della vita di una donna. Non c'è dunque da stupirsi se le donne manifestano un'attenzione particolare verso di esso, talvolta anche scegliendo la chirurgia. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Susanna Grassi, psicologa esperta in psicologia estetica.

Il seno, simbolo di femminilità ed erotismo, assume significati diversi nelle varie fasi della vita di una donna. Non c'è dunque da stupirsi se le donne manifestano un'attenzione particolare verso di esso, talvolta anche scegliendo la chirurgia. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Susanna Grassi, psicologa esperta in psicologia estetica.

Desiderato o odiato, esibito o censurato, il seno non è mai una parte del corpo qualsiasi, bensì quella che – più di ogni altra – simboleggia la femminilità. Non c’è dunque da stupirsi se le donne tendono ad avere un’attenzione particolare verso il proprio seno, talvolta scegliendo anche di intervenire chirurgicamente. Stando ai dati più aggiornati a disposizione, nel 2019 più di 56mila donne in Italia si sono sottoposte a un intervento di mastoplastica additiva. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Susanna Grassi, psicologa esperta in psicologia estetica.

Qual è il valore simbolico del seno e come cambia a seconda dell’età?

Il seno, simbolo di femminilità ed erotismo, può assumere significati diversi nelle varie fasi della vita di una donna. Tre sono i passaggi importanti in cui cambia il rapporto con il proprio seno.

La pubertà

Il primo è la pubertà, il periodo della scoperta, del desiderio di veder sbocciare il proprio seno, di sentirsi “grandi” dicendo addio al mondo infantile. Verso i 13-14 anni il seno prende forma e questo può generare orgoglio ed eccitazione così come causare forme di disagio date dal cambiamento a da un aspetto che non è come quello che ci si era immaginate. In questa fase della vita l’omologazione è fortissima, così come il bisogno di sentirsi accettate e riconosciute dal gruppo dei pari, motivo per cui anche un tratto estetico (come un seno troppo grande o troppo piccolo) può essere vissuto con imbarazzo e malessere, perché caricato di attributi valoriali relativi alla propria identità in fase di definizione e scoperta.  

La maternità

Durante la maternità il seno perde la sua connotazione erotica per assumere un significato totalmente diverso, e altrettanto forte, che è quello del nutrimento. È il motivo per cui non c’è più vergogna nel mostrarlo né nel farsi guardare. Il seno diventa tenero, affascina e commuove. Difficile rimanere indifferenti di fronte all’immagine di una donna che allatta con amore il suo bambino. Attraverso il proprio seno la mamma (donna) sente di creare un legame intenso col proprio bambino e di riuscire a trasmettergli calore, sicurezza, amore e protezione. Di contro, ci sono anche donne che rinunciano ad allattare per svariate ragioni spesso legate al rapporto col proprio seno. Ogni storia è unica e merita rispetto.  

La menopausa

L’ultima fase di cambiamento è quella della menopausa, nel quale si assiste a un decadimento estetico del seno che può essere vissuto come un decadimento della propria femminilità e del proprio sentirsi donna. Molte sono le donne che fanno più fatica ad accettare un seno che cade rispetto a un viso invecchiato. E perché? Perché la donna tende a identificarsi molto nel proprio seno e il cambiamento del proprio seno può essere vissuto come un cambiamento di un sé più globale. Da sottolineare poi che in età adulta il seno non cambia solo a causa di fattori evolutivi legati all’invecchiamento. Spesso il cambiamento è associato anche ed eventi significativi come l’allattamento, un importante dimagrimento o – nel peggiore dei casi – a malattie.

In questo periodo ci sono dei trend particolarmente in voga in termini di chirurgia estetica al seno? Oppure le preferenze sono, bene o male, sempre le stesse?

Negli anni Cinquanta, quelli di Sophia Loren, c’era il mito della donna prosperosa. Le prime protesi dunque erano tonde e venivano spesso posizionate a livello sotto-ghiandolare, con un visibile effetto push up. Da qualche anno ormai quasi tutte le protesi anatomiche hanno una forma a goccia e sono posizionate sotto il muscolo, dando un effetto molto più naturale. 

Le proporzioni sono importanti

Oggi si presta più attenzione alle proporzioni e alla simmetria, soprattutto se la donna è più adulta. Sarebbe consigliabile non mettere una protesi abbondante su un fisico esile. Il chirurgo dovrebbe considerare la persona nella sua globalità, valutando anche l’aspetto psicologico e cercando di capire cosa vuole comunicare di sé e quale bisogno desidera soddisfare. Per questo, alle mie pazienti consiglio di trovare un medico che comprenda il loro bisogno, indaghi sulle loro motivazioni, approfondisca le loro aspettative e condivida lo stesso gusto estetico. Per la sua forte carica simbolica, è fondamentale sentire il seno come parte di sé.   

Nell’immaginario femminile c’è stato anche un periodo in cui prevaleva una donna più mascolina, che si affermava in un mondo professionale dominato dagli uomini; gli abiti di Armani si collocano in questo contesto. Oggi si è tornati a desiderare un fisico tonico e vigoroso ma senza rinunciare alla femminilità, sul modello – per esempio – di Federica Pellegrini.

Indagare i motivi del disagio

Se una paziente si rivolge a lei dicendo di vergognarsi del proprio seno, lei che aspetti indaga per capire cosa sta all’origine di questo disagio? 

Innanzitutto cerco di capire qual è il significato che attribuisce alla parola “disagio”: che cosa prova, che cosa sente da un punto di visto emotivo, cognitivo e corporeo. Indagherei inoltre sulla sua capacità di sentirsi e percepirsi e su eventuali dismorfofobie, ovvero il non vedersi come si è realmente; grande attenzione va data alla valutazione della sua autostima; della sua consistenza, cioè quanto si sente sicura e fiera del proprio valore. Cercherei di capire se quella donna si giudica come persona sulla base del difetto che percepisce, se collega determinati attributi valoriali alla componente estetica. Infine indagherei sul senso di individualità e autonomia cercando di capire quanto il giudizio altrui incide sul proprio percepirsi.

Il senso di vergogna delle ragazze più giovani

In generale, il sentimento di vergogna è tipico delle ragazze giovani. Le donne più adulte piuttosto esprimono un disagio, oppure non riescono più a piacersi perché il seno con l’età è caduto, non è più tonico o ingrossa la figura. In ogni caso, bisogna indagare: il disagio è frutto di un cambiamento fisico, oppure quella persona non si è mai piaciuta? Nel primo caso, se una donna era legata al proprio seno, poi ha avuto tre figli e non si piace più, ha senso ricorrere all’intervento chirurgico. Se invece il non piacersi è antico, bisogna fare un lavoro diverso di ricostruzione completa della propria autostima e del valore di sé.

Social network e modelli irraggiungibili

Cosa consiglierebbe a una donna che si sente inadatta e si mette a paragone con i modelli irraggiungibili e artefatti dei social network?

La tendenza all’omologazione, che riguarda più le ragazze che le donne adulte, è sempre sbagliata ed è sempre indice di una scarsa consistenza, cioè fierezza e consapevolezza di sé. In generale, bisogna capire qual è la motivazione della volontà di rifarsi il seno. Lo si fa per inseguire un modello estetico? Per piacere agli altri? Per risolvere una condizione di depressione? Per tornare ad avere vent’anni? Tutte queste sono motivazioni assolutamente sbagliate, sulle quale si può però in ogni caso lavorare per arrivare ad un eventuale intervento chirurgico come maggior consapevolezza di sé. 

Chirurgia al seno: l'importanza della consapevolezza

Qual è l’atteggiamento giusto con il quale approcciarsi alla chirurgia estetica, ammettendo di voler scegliere questa strada?  

Ricorrere a un intervento che fa sentire più a proprio agio è certamente un grande aiuto per l’autostima. Io in generale sono a favore della chirurgia estetica, ma dipende da come ci si arriva. Se una persona soffre di disistima, non è l’intervento chirurgico a risolvere il suo problema; anzi, il risultato può metterla in crisi. Se invece ha fatto un grosso lavoro di consapevolezza, sa cosa può ottenere e quindi l’intervento la può aiutare.  

L’atteggiamento giusto prevede di lavorare sulla consapevolezza di sé e arrivare all’intervento con aspettative chiare, realistiche, tarate sulla propria fisicità e sulla propria età, per poi affidarsi a un professionista che comprenda questi aspetti. Certo, anche il curriculum del chirurgo ha il suo peso, ma è altrettanto importante potergli parlare dei propri bisogni. Intervenire sul proprio aspetto estetico significa intervenire su di sé come persona, a maggior ragione quando è coinvolto il seno.

Foto apertura: grigvovan/123rf.com