Psiche
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Ikigai: il metodo giapponese per trovare lo scopo della propria vita

E se il segreto della longevità dei giapponesi fosse l'ikigai? Questo termine si riferisce alla forte motivazione che spinge ciascuno di noi a dare il meglio di sé, al motivo per svegliarsi al mattino.

E se il segreto della longevità dei giapponesi fosse l'ikigai? Questo termine si riferisce alla forte motivazione che spinge ciascuno di noi a dare il meglio di sé, al motivo per svegliarsi al mattino.

Sappiamo che i giapponesi sono il popolo più longevo al mondo, con un’aspettativa di vita di 87 anni per le donne e 81 per gli uomini (l’Italia è a quota 84 per le donne e 79 per gli uomini). Ancora più straordinario è il fatto che, quasi sempre, la loro sia una vita in perfetta salute: in media arrivano a 74 anni autosufficienti, senza bisogno di terapie invasive o ricoveri in ospedale. Sarà una questione di genetica, di fattori ambientali, o magari è perché hanno uno scopo da raggiungere? Questa ragione per vivere, questa forte motivazione che spinge a dare il meglio di sé, si chiama ikigai. E ciascuno di noi può trovare il suo.

Cosa significa ikigai 

Dal giapponese iki (vita) e gai (scopo), ikigai letteralmente significa ciò per cui vale la pena di vivere, il motivo per svegliarsi al mattino. È un concetto che deriva dall’antica filosofia giapponese e ha un significato alto e valoriale. Sarebbe proprio l’ikigai, insieme a uno stile di vita salutare e a un genuino senso di comunità, il segreto degli abitanti dell’isola di Okinawa, una delle cosiddette “blue zones” (cioè le aree geografiche caratterizzate da un’eccezionale longevità). L’interpretazione che ne è stata data nella cultura occidentale si focalizza maggiormente sulla ricerca del lavoro ideale, capace di portare alla realizzazione personale e professionale. 

L’ikigai è uno dei nove princìpi fondamentali del metodo hanasaki (letteralmente, il metodo per “far fiorire la versione migliore del proprio io”), descritto nell’omonimo manuale da Marcos Cartagena de Furundarena. Non esiste un equivalente esatto nella cultura occidentale, ma potremmo considerarlo come il punto di partenza per raggiungere quello stato che in norvegese è definito hygge, cioè quel senso di benessere, confort e tranquillità tipico dell’ambiente domestico.

Le 4 aree fondamentali 

Secondo l’ikigai, la ricetta per realizzare sé stessi e vivere felici si trova al punto d’incontro fra quattro aree: passione, missione, professione e vocazione. Non esiste una strada che sia la stessa per tutti, perché ciascuno ha il “suo” ikigai.

Passione 

Ciascuno di noi ha un lavoro, o è iscritto a un percorso formativo o universitario, oppure ha un hobby, un’attività a cui dedica tempo ed energie. Per scoprire la propria ragione di vita bisogna partire proprio da qui, per capire se ciò in cui si impiega gran parte della propria giornata corrisponde anche alla propria passione

Missione 

La missione è ciò che si ama fare e che risponde a un effettivo bisogno della società. Per trovare una motivazione autentica nella propria vita infatti non è sufficiente essere bravi, ma bisogna anche sapere che le proprie azioni lasciano il segno nel mondo. 

Professione

Finora abbiamo parlato indistintamente di professione o hobby, ma la migliore delle prospettive è quella in cui si viene retribuiti per fare esattamente ciò in cui si riesce meglio. Ed è un obiettivo a cui si può puntare, seguendo la filosofia dell’ikigai.

Vocazione

Ciascuno di noi ha una vocazione, cioè qualcosa che sa fare davvero bene, un po’ per predisposizione personale e un po’ per l’impegno che ha speso nel provarci e riprovarci. Questa vocazione si può esplicare all’interno o all’esterno dell’ambito prettamente lavorativo.

I pilastri dell'ikigai

Capitano quelle fasi della vita in cui ci si trascina stancamente da un giorno all’altro, senza sentirsi mai realmente motivati. Molte persone danno per scontato che sia normale; altre invece ci riflettono e si danno la colpa di quest’apatia, perché credono di essere “sbagliate”, mediocri, non abbastanza brave in nulla. La filosofia dell’ikigai ci insegna che ciascuno di noi può scoprire la propria ragione di vita. Trovare il proprio ikigai significa proprio riuscire a stabilire un’armonia tra i quattro pilastri appena descritti: passione, missione, professione e vocazione.

4 step per trovare il tuo ikigai 

Realizzare se stessi e vivere felici non è un auspicio astratto, ma un traguardo che tutti abbiamo il diritto di raggiungere. La filosofia dell’ikigai ci suggerisce alcune strade. 

Le domande da porsi 

Prima di tutto, dunque, bisogna farsi alcune domande relative ai quattro pilastri dell’ikigai.

Passione:

  • Sei sempre concentrato sul tuo lavoro/hobby o ti distrai facilmente?
  • Ti senti emozionato quando ottieni risultati positivi?
  • Il tuo lavoro/hobby ti entusiasma di più rispetto alle altre attività quotidiane? 

Missione:

  • Il tuo lavoro / hobby è molto richiesto?
  • Avrà ancora un valore nel futuro?
  • Dà una soluzione a un problema sociale, economico o ambientale?

Professione:

  • Guadagni un buono stipendio? Qualcuno è disposto a pagare per i tuoi prodotti/servizi, anche se li realizzi spinto soltanto dalla tua dedizione?
  • Altre persone vengono pagate per il tuo stesso lavoro/hobby?
  • Il tuo è un lavoro/hobby ambito?

Vocazione:

  • Qual è l’argomento per cui le altre persone ti chiedono consigli?
  • Nel tuo lavoro o nel tuo hobby, ci sono specifiche attività che ti riescono particolarmente facili?
  • Sei uno dei migliori in circolazione a svolgere un determinato compito?
  • Sei un esperto di qualcosa o vuoi diventarlo?

Se la risposta a tutti questi quesiti è positiva, significa che si è già pienamente padroni del proprio ikigai. Se così non è, bisogna semplicemente rimboccarsi le maniche, visualizzare la propria destinazione e lavorare di buona lena per raggiungerla. 

Porsi obiettivi graduali

Non si può pensare di scoprire la propria ragione di vita e raggiungere la propria realizzazione personale e professionale da un giorno all’altro. Imbarcarsi in missioni irrealizzabili non è motivante, anzi, è il modo migliore per trovarsi in difficoltà e sentirsi demoralizzati. È molto più sensato scomporre il proprio macro-obiettivo in tanti obiettivi più piccoli, da raggiungere di mese in mese.

Pianificare 

Questi obiettivi mensili sono preziosi perché danno un senso e un significato alle attività quotidiane. Bisogna quindi mettere nero su bianco le attività che permettono di raggiungerli e poi pianificarle in modo certosino, per essere consapevoli del fatto che ciò che si fa ogni singolo giorno ha un senso più profondo. Il mezzo con cui pianificare non ha importanza; c’è chi resta affezionato a carta e penna e chi, invece, non potrebbe fare a meno dello smartphone.

Avere una rete di supporto

Pur essendo puramente personale, l’ikigai è un obiettivo legato a doppio filo al contesto sociale in cui si vive. Trovarlo diventa molto più semplice creando attorno a sé una rete di persone (colleghi, insegnanti, mentori…) che hanno già esperienza nell’area di competenza che si intende presidiare. Coltivare relazioni autentiche con persone di questo tipo permette di raccogliere spunti e trasmettere il proprio valore, in un’ottica di scambio e reciproco arricchimento.

Fare delle prove 

Dopo aver stabilito i propri obiettivi a lungo e breve termine ed essersi messi nelle condizioni di raggiungerli, è arrivato il momento di provare e di valutare in modo oggettivo i risultati. E cosa succede se le risposte alle domande precedenti continuano a essere negative? Niente paura: può succedere, non è un fallimento ma soltanto il segnale delle necessità di cambiare strategia.

Foto apertura: 279photo / 123rf.com