Matrimonio
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“Sì lo voglio”: Alessia è la prima trans italiana che si sposa

Il rito è avvenuto tra scritte omofobe, giornalisti all'assalto, rivendicazioni d’identità e provocazioni. Cos’altro aggiungere?

Il rito è avvenuto tra scritte omofobe, giornalisti all'assalto, rivendicazioni d’identità e provocazioni. Cos’altro aggiungere?

Ha detto di sì. Alessia Cinquegrana è la prima trans a sposarsi in Italia. Lo fa senza troppe remore e con fierezza che trapela anche nelle sue parole rilasciate alla stampa.

“Sono felicissima di ciò che sono”, dice.

E alle scritte omofobe, apparse su un muro nei pressi di piazza Municipio ad Aversa, risponde così: “Queste persone sono represse e le loro critiche non mi toccano.”

L’amore è un sentimento libero ma quando esce fuori dagli schemi e chiede di rientrare civilmente nella normalità della società, ecco che spiazza e provoca tutti.

Così il primo matrimonio italiano di una trans fa scalpore, rumore, notizia. Dovremmo riflettere su questa nostra reazione esagerata piuttosto che sul fatto di per sé. Ancora la diversità spaventa e ogni scelta che è “diversa” da quel che siamo abituati a vedere (perché legittimato dalla società) sembra l’inizio di una nuova epoca. "Una notizia da urlo!"

Se da un lato i giornalisti si sono catapultati sul luogo del matrimonio, dall’altro il padre di Alessia e i genitori dello sposo Michele Picone non ci sono stati. Il rito si è concluso tra gli applausi delle persone presenti. “Non mi aspettavo questa accoglienza da star”, ha commentato Alessia. Sarà, ma in un paese come l’Italia tutto questo rumore a seguito era ben prevedibile“Il padre di Alessia non ha mai accettato ciò che sentiva mia figlia: io invece l’ho sempre appoggiata”, ha dichiarato la madre della neo sposa. Che, a quanto pare, è già pronta per il prossimo step.

“Ora voglio adottare una bambina. Ho tutti i documenti in regola”.

Alessia, sei sicura che basterà avere i documenti in regola per arrivare liscia liscia all’adozione? Meglio non correre troppo e procedere lentamente. Ci saranno altri step da superare: siamo in Italia, non ignoriamolo. “Nessuna norma nell’ordinamento italiano vieta ad Alessia di adottare un bimbo”, ribatte l’avvocato Ileana Capurro. “Farà da apripista e, se ci dovessero dare torto, andremo alla Corte Europea”. Che aggiungere di fronte a tanta sicurezza? Di certo qui la tenacia non manca.

Buona lotta, allora. Buona fortuna. E buon amore. Perché pare che, a questo giro, sentimenti e conflitto siano entrambi sotto i riflettori. All'ennesima (pre)potenza.

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