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Scoperto il gene che protegge gli elefanti dal cancro

Un recente studio svela il motivo per cui gli elefanti si ammalano raramente di cancro: i pachidermi presentano molte copie del gene TP53. 

Un recente studio svela il motivo per cui gli elefanti si ammalano raramente di cancro: i pachidermi presentano molte copie del gene TP53. 

Perché gli elefanti non si ammalano quasi mai di cancro? Il motivo sta nel gene chiamato TP53 che protegge i pachidermi dalla moltiplicazione cellulare incontrollata.

Un team di studiosi dell’University of Utah di Salt Lake City, guidati da Joshua Schiffman, ha scoperto che nel Dna degli elefanti sono presenti copie multiple di un gene oncosoppressore (TP53), che svolge un ruolo protettivo

I ricercatori americani, hanno studiato la resistenza al cancro di 36 specie di mammiferi, tra cui appunto gli elefanti, mettendo a confronto il loro Dna con quello di persone sane e di pazienti affetti da sindrome di Li-Fraumeni, una condizione genetica correlata a un elevato rischio di sviluppare tumori.

Studiando l’incidenza della malattia in ogni specie e il Dna dei globuli bianchi di diversi mammiferi, compresi gli elefanti africani e quelli asiatici, gli studiosi hanno scoperto che la mortalità per tumore non aumenta con il crescere della taglia dell’animale e neppure con la durata della vita.

In questo modo hanno confermato il paradosso di Peto: il famoso l’epidemiologo inglese Richard Peto della Oxford University, già negli anni Settanta, aveva sostenuto che la correlazione tra la morte per tumore e la grandezza della taglia non esiste.

Dunque, gli elefanti, nonostante la loro ingombrante taglia, hanno una bassa probabilità di morire di cancro che si aggira intorno al 4,8 %. Mentre, negli uomini, la probabilità varia dall’11 al 25%. Nell’irace del Capo la percentuale si assesta all’1%, nel cane selvatico africano sale all’8% e nel leone scende al 2%.

Lo studio, pubblicato dalla rivista Jama, ha poi dimostrato che nel Dna degli elefanti sono presenti diverse copie multiple del gene TP53, un importante gene oncosoppressore

Questo gene è mutato nella gran parte dei tumori umani: gli uomini ne hanno una copia mentre gli elefanti africani ne hanno addirittura una ventina.

Il gene TP53 ha a che fare con i processi di morte cellulare: quando si verificano troppi danni nel Dna si ha una moltiplicazione cellulare incontrollata che porta allo sviluppo del cancro. Ma l’intervento del TP53 blocca il processo di degenerazione proteggendo dunque dal cancro.

Foto © iamseiji - Fotolia.com

Tipsby Dea

Sindrome di Li-Fraumeni

I pazienti affetti da sindrome di Li-Fraumeni hanno solo uno dei due alleli della copia funzionante del gene TP53 e la loro probabilità di sviluppare un tumore va dal 90 al 100%.