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Donne di successo: storie di tenacia e determinazione

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Donne di successo: Caterina Fake, la donna che ha cambiato il mondo con Flickr

Imprenditrice, angel investor, ma soprattutto "libera pensatrice": insieme a suo marito, Caterina Fake ha fondato nel 2002 Flickr, la piattaforma che ci ha insegnato a condividere le nostre immagini col mondo intero.

Imprenditrice, angel investor, ma soprattutto "libera pensatrice": insieme a suo marito, Caterina Fake ha fondato nel 2002 Flickr, la piattaforma che ci ha insegnato a condividere le nostre immagini col mondo intero.

La rivista americana "Inc." l'ha definita "la pensatrice libera". Sì, perché lei di meeting e pratiche da ufficio, consolidate da anni di capitalismo, non ne vuole sentir parlare. Dopo aver creato un piccolo sito - Flickr, avete presente? - e averlo venduto a un colosso informatico - vi ricordate Yahoo? -, Caterina Fake ha continuato a creare e innovare, anche in materia di workflow.

Ai tempi di Hunch raccontava che non si facevano riunioni a meno che non fossero davvero necessarie. All'inizio del meeting ognuno beveva un bicchiere di acqua. "Discutiamo, prendiamo le decisioni che sono da prendere - raccontava - e poi, appena uno di noi deve andare in bagno, il meeting finisce".

Oggi Caterina Fake è tante cose: imprenditrice, investitrice, mamma che fa homeschooling, scrittrice. Ma soprattutto è una donna di successo che non ha smesso di innovare. Ecco la sua storia.

Nata a Pittsburgh, Pennsylvania, da piccola i suoi genitori non le hanno permesso di guardare la tv. I suoi unici hobby erano leggere poesia e suonare musica classica. Fake - sì, è il suo vero cognome - si è laureata al Vassar College in inglese.

I suoi primi lavori sono stati in un'agenzia di comunicazione, dove ha creato campagne per McDonald's, Kimberly Clark, Colgate, Nike. Negli anni '90 ha iniziato a toccare con mano il mondo di Internet. È entrata come art director in Salon.com, una comunità online costruita con un software social e basata sul self publishing. Il successivo lavoro la portò a Netscape. Per i curiosi di archeologia dell'Internet, si trattava della società che ha creato uno dei primi web browser, dal cui codice è nato l'attuale Firefox.

L'estate del 2002 fu quella della svolta. A Vancouver, Canada, con Stewart Butterfield, suo compagno nel lavoro e nella vita (ora ex), fonda Ludicorp, una società con cui produrrà un gioco di ruolo online, "Game Neverending", che non verrà poi lanciato. Ma ormai le basi del sodalizio d'affari, oltre che amoroso, erano gettate e i semi per la creazione del grande successo erano già stati piantati.

Dalla stessa squadra nacque l'idea di Flickr, una piattaforma su cui postare le proprie foto, uno dei primissimi esperimenti di web 2.0. Un anno dopo sarebbe nato MySpace, che avrebbe fatto tesoro della lezione sulla condivisione impressa da Fake e Butterfield su Flickr. I numeri dei sito iniziarono a crescere molto rapidamente, tanto che tre anni dopo la piccola startup fu acquisita da Yahoo!.

Flickr_logo

Dopo l'acquisto di Flickr da parte di Yahoo, Fake entra nel colosso della Silicon Valley per dirigere il Techonology Development Group della Yahoo, fonda la Yahoo's Brickhouse e gestisce l'Hack Yahoo program. Forse stufa della troppa burocrazia e dei troppi meeting, nel 2009 lascia il mondo viola e crea Hunch, un sito che usava l'intelligenza collettiva per prendere decisioni sulla base degli interessi degli utenti. Non ne avete mai sentito parlare? Poco male, non esiste più.

Oggi Caterina Fake gestisce e si racconta sul suo sito, investe in nuove startup, ma soprattutto siede e presiede il board di Etsy, piattaforma che raccoglie gli artigiani che vogliono vendere i propri prodotti sul web. Inoltre, fa parte anche del board di Creative Commons e della Berkeley School of Information. Tra gli altri investimenti fatti come angel investor c'è anche quello sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter.

Che Caterina Fake abbia il fiuto per gli affari che nascono sul web è un fatto. Ma nessuna delle piattaforme da lei lanciate dopo Flickr ha avuto lo stesso dirompente successo. Tra i suoi progetti attualmente ancora attivi c'è Findery, un database basato su Google Maps che permette di geolocalizzarsi e raccontare agli altri utenti ciò che si sta condividendo.