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#Paymetoo per la parità di salario tra uomo e donna

Arriva dal Regno Unito l'ultima campagna per chiedere uguaglianza tra le retribuzioni maschili e femminili: ecco come funziona "paymetoo".

Arriva dal Regno Unito l'ultima campagna per chiedere uguaglianza tra le retribuzioni maschili e femminili: ecco come funziona "paymetoo".

Dopo le rivendicazioni delle star di Hollywood con l'hashtag #equalpay, dal Regno Unito arriva una nuova campagna intenzionata ad annullare il gender gap negli stipendi.

#Paymetoo - questo il nome dell'iniziativa – è un movimento partito dalle deputate di Westminster con tanto di sito web in cui scambiare esperienze e non solo.

Infatti, attraverso la piattaforma, si può accedere a una scaletta di operazioni da applicare in caso di mancata parità. A promuoverlo la laburista Stella Creasy, 41 anni, da otto in parlamento. «Non possiamo limitarci a pubblicare i dati sul divario degli stipendi, - ha sottolineato - Servono risultati concreti».

Per raggiungerli, la piattaforma propone attraverso il sito un questionario per raccogliere le esperienze delle donne in via confidenziale. Il tutto attraverso un sito internet e una campagna social organizzata, oltre che da Creasy, anche da altre rappresentanti laburiste - Jess Phillips e Lucy Powell -, dalla conservatrice Nicky Morgan, dalle liberaldemocratiche Jo Swinson, Christine Jardine e Layla Moran e da Hannard Bardell del partito nazionalista scozzese e Liz Saville Roberts di quello gallese.

Per legge le organizzazioni britanniche sono ora tenute a rivelare la disparità delle buste paga. Tutte le società pubbliche e private con più di 250 dipendenti stanno quantificando la differenza. I dati vengono man mano pubblicati sul sito del governo, gender-pay-gap.service.gov.uk.

E le prime cifre denunciano già un problemache non è più possibile ignorare. La media nazionale della disparità negli stipendi è del 9%. Nel 90% delle organizzazioni statali la differenza è di almeno il 14%.

Nello specifico presso il ministero degli Interni inglese, ad esempio,le donne guadagnano in media il 10% degli uomini. Alla London School of Economics il divario è del 25%. In Easyjet, 51,7%. La maglia nera di questa infelice classifica è il gigante bancario HSBC, con un gender gap del 56%. Ciò significa che quando un uomo guadagna una sterlina, una donna che fa lo stesso lavoro prende 44 pence.

«Purtroppo sembra che invece di affrontare il problema in tante società la tendenza sia quello di convincere le donne a non fare domande scomode, a non essere “difficili”, - sostiene Creasy - mentre è importante che tutte le donne sappiano che hanno il diritto di chiedere chiarimenti sul loro stipendio e su quanto vengono pagati colleghi maschi che hanno le stesse mansioni».

«Vogliamo sapere dalle donne quali sono le problematiche, - ha sottolineato la deputata -. Il sondaggio ci aiuterà a capire il modo migliore di affrontare il dibattito in parlamento e come cambiare la legge».

Le parlamentari di #PayMeToo chiedono maggiore comunicazione tra dipendenti, subito. «Lo stipendio non è un argomento tabù, se ne può parlare, le donne possono chiedere ai colleghi maschi quanto prendono e soprattutto hanno il diritto di esigere dai datori di lavoro un piano di azione».