Carriere e Visioni
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Non è la Rai compie 30 anni: intervista a Pamela

Esattamente trent'anni fa, il 9 settembre 1991, arrivava in tv Non è la Rai, programma diventato un vero e proprio cult. Abbiamo intervistato Pamela Petrarolo per festeggiare e per saperne di più. 

Esattamente trent'anni fa, il 9 settembre 1991, arrivava in tv Non è la Rai, programma diventato un vero e proprio cult. Abbiamo intervistato Pamela Petrarolo per festeggiare e per saperne di più. 

“Ma com’è bello qui, ma com’è grande qui, ci piace troppo ma…non è la Rai”! Ecco, ve la ricordate tutti questa sigla, vero? Era il 9 settembre dell’ormai lontano 1991 e su Canale 5 iniziava uno dei programmi che più di tutti hanno contraddistinto gli anni 90, “Non è la Rai”
Il programma lo conoscete: dirette da Gianni Boncompagni e Irene Ghergo, un gruppo di ragazze, prima con la conduzione di Enrica Bonaccorti e poi di Paolo Bonolis e Ambra, si cimentavano in giochini, canzoni e balletti appena dopo l’ora di pranzo diventando un cult televisivo per gli adolescenti dell’epoca. Quaderni, astucci, copertine di giornali, figurine, dischi in classifica: Non è la Rai era veramente ovunque

Un programma forse "no sense", che visto però con gli occhi di oggi sembra avanguardia pura per la televisione italiana. Alcuni lo legano all’ascesa politica di Silvio Berlusconi (vi ricordate la serie 1994?), altri lo collocano semplicemente nella tv leggera di quegli anni, in cui non esistevano ancora i reality e queste ragazze sconosciute sono forse le antesignane di quei ragazzi del Grande Fratello che dal 2000 hanno cambiato le regole e i linguaggi della televisione. 

Abbiamo chiesto a Pamela Petrarolo, tra le ragazze più note della trasmissione (nella quale veniva chiamata "The Voice") di raccontarci qualcosa di più di quello che rimane uno dei fenomeni – non solo televisivo – più grosso di quell’epoca. 
 

Ciao Pamela, lo sai meglio di me: il 9 settembre Non è la Rai compie Trent’anni. Dobbiamo quindi fare tanti auguri di Buon compleanno al programma!
Certo! Il 9 settembre è una data che ricordo bene: sembra quasi che Non è la Rai sia finita ieri e invece sono già trent’anni. Auguri!

Pochi sanno che il tuo vero debutto non è stato a Non è la Rai ma l’anno prima a Domenica In, sempre con Boncompagni
In realtà erano due anni. Debuttai nel 1989 a Domenica In, sempre con la regia di Bomcompagni. Conobbi Gianni Boncompagni e Irene Ghergo in quell’occasione e alla conduzione c’erano Edwige Fenech e Pupo. Avevo uno spazio per me all’interno del programma, presentavo un gioco per bambini che all’epoca ebbe molto successo.

Da ragazze sconosciute a  ragazze famosissime con Non è la Rai. Come hai vissuto quel periodo? Eri consapevole in quel momento di quello che stava succedendo, di quanto era grande quel fenomeno?
In età adolescenziale è stato quasi naturale non rendersi conto di quello stava accadendo. C’era inconsapevolezza totale di questa esperienza. La consapevolezza è arrivata molti anni dopo. Ho realizzato poi di come una tempesta potesse travolgerci: avevamo migliaia di fan.

In quel periodo c’erano quaderni, astucci, gadget con le vostre facce. Eravate  davvero ovunque...
Sì, c’erano tantissimi gadget. Ricordo tantissime riviste teen come Cioè, Tv Stelle. Una volta ero stata messa in un poster con Luke Perry, il Dylan di Beverly Hills 90210 e ricordo che tutte le ragazzine erano impazzite per questo poster. Questo è l’esempio lampante quando dico che all’epoca non mi rendevo conto di questo successo improvviso e incontrollabile. Mi sono privata di tante cose da adolescente, le ragazze della mia età ad esempio uscivano con gli amici, con la comitiva, io invece non potevo ma mi veniva naturale. Stavo seguendo un sogno, la mia passione. Non c’era cosa che preferissi al momento. 

Sfatiamo un po’ di miti di Non è la Rai, Il primo: molti hanno scritto che le canzoni di Non è la Rai non erano cantate da voi, tu nel programma eri “The Voice”. Dove sta la verità?
La verità sta nel mezzo. Io sono stata battezzata “The Voice” dal pigmalione Gianni Boncompagni durante la seconda edizione del programma perché canticchiavo su una cover doppiata dalla mia insegnante di canto, Stefania del Prete, che all’epoca lei mi dava la voce. Inizialmente eravamo ragazze che non sapevano fare tutto: Gianni era molto bravo nel carpire quale fosse il nostro talento. Nel mio caso, pur avendo iniziato come ballerina, fu la voce: Gianni Boncompagni si rese conto che potevo cantare da sola. All’epoca amavo la musica e cantavo sotto la doccia! All’inizio ero doppiata anche io, poi in tante abbiamo scoperto di avere una bella voce: io, Francesca Pettinelli, Lara Cecere, Angela di Cosimo, Laura Freddi, Francesca Gollini, la stessa Ambra. Abbiamo creato molto successo attorno ai tormentoni di Non è la Rai, da “Niente di importante” a “T’appartengo”, da “L’ascensore” a “Rosso” solo per citarne alcuni. Non cantavamo solo inediti ma anche cover di grandi artisti. Questa è stata sicuramente una delle chiavi del successo di Non è la Rai.

Sfatiamo altri miti: dietro le quinte c’era più competizione o più affetto tra voi ragazze?
Come tutti gli ambienti, scolastici e delle superiori direi. Noi siamo cresciute lì dentro. Prendi me: io sono entrata adolescente e sono diventata maggiorenne durante Non è la Rai. Ho festeggiato i miei 18 anni in diretta, il 18 novembre di ormai tanti anni fa, sono del 1976 e c’erano le scaramucce come ci sono ad esempio negli ambienti sportivi. Non c’era tanto tempo per tenere il muso perché alla fine ci divertivamo tanto.

Chi erano le acerrime nemiche dentro Non è la Rai?
Guarda, davvero ci potevano essere le scaramucce del giorno ma poi passava tutto. Come in tutti i rapporti umani, ci sono le persone che ci piacciono di più e quelle che ci piacciono di meno. Io sono una empatica e vado a eliminazione automatica: quando non ti filo significa che non mi stai simpatico. Ma sono così anche da grande, non bisogna mai snaturarsi. Di base io sto bene con tutti ma non mi faccio piacere per forza le persone. Solitamente sono una compagnona!

Chi erano le ragazze alle quali eri più legata durante il programma?
Le persone con cui ho legato di più sono quelle rimaste nel tempo perché poi il tempo ci dà la giusta realtà delle cose: spiega sempre tutto, nel bene e nel male. Riuscire a mantenere dei rapporti in un contesto televisivo non è semplice, soprattutto quando si è molto giovani. Deve esserci per forza di fondo qualcosa che va al di là di quello che può essere l’interesse o la premeditazione. A quell’età li sono nati rapporti veri. Sono tutt’ora amica di Emanuela Panatta, Angela Di Cosimo, Eleonora Cecere, Sabrina Marinangeli, Francesca Pettinelli, Laura Freddi, Miriana, mi è capitato di sentirmi con Ambra. È sicuramente più semplice mantenere rapporti con persone che vivono nella stessa città, Ambra è una donna che si è trasferita quasi subito a Milano e poi a Brescia. Con tutti i suoi impegni lavorativi non è stato poi facile fare rimpatriate ma ogni tanto facciamo cene di  Non è la Rai. Abbiamo un gruppo Whatsapp. Ultimamente il Covid e le restrizioni ci hanno allontanate ma appena possiamo ci incontriamo.

Avevi tanto spazio a Non è la Rai, hai fatto due dischi. La conduzione del programma però fu affidata ad Ambra. Ne hai un po’ sofferto ai tempi?
No perché la conduzione non era nei miei progetti. Se tu mi avessi fatto questa domanda nel 1992 ti avrei detto sicuramente che non avrei voluto fare la conduttrice. Quello che è successo ad Ambra non è successo perché è stato tolto a me, ma è accaduto a lei perché doveva essere così. Quando incontriamo qualcuno sulla nostra strada – ma parlo non solo del lavoro ma anche in amore in amicizia nella vita – penso che nessuno tolga qualcosa a nessuno. Non ho mai amato i paragoni e questo lo insegno anche alle mie figlie. Ad Ambra è stata data quella opportunità da Gianni (non l’ultimo arrivato!) perché in lei aveva visto qualcosa che non vedeva nelle altre. Il mio sogno era quello di fare lo showgirl. Non sentivo la conduzione come una cosa mia. Quando Boncompagni mi chiese di sostituire Ambra quando non stava bene, quasi non ci credevo. Me lo disse una mattina al bar, ebbi quasi un infarto! Poi mi fece vedere i dati auditel e andò benissimo, fu la settimana più seguita, ma ripeto la conduzione non era qualcosa per me. Per spiegarti, Non è la Rai era un contesto in cui tutte facevamo tutto: anche Ambra cantava. Io però mi sentivo realizzata quando cantavo e ballavo. Pensa che avevo venduto 70.000 copie del disco, preso il disco d’oro, avevo scalato la superclassifica show condotta da Gerry Scotti, solo per fare qualche esempio..e avevo solo 17 anni! Se ci ripenso oggi non avevo idea di quello che mi stava succedendo!

A Non è la Rai cantavi “Io non vivo senza te” di Raffaella Carrà. La conoscevi?
Sono molto legata a quel brano perché è stato il primo brano che Boncompagni scelse per il mio primo album. Lui mi diceva sempre di guardare le esibizioni della Carrà per capire come interpretarla, cercavo però di essere il più possibile Pamela quando mi esibivo perché non penso mai che copiare sia la strada giusta, soprattutto con miti inarrivabili come lei. La conobbi nel 1989 durante Domenica In, prima di Non è la Rai: lei conduceva il programma e io con il mio spazio di Domenica In andavo contro di lei. Mi incontrò nei corridoi e lei mi disse facendomi un buffetto sulle guance: “Hey ragazzina, tu sei cosi piccola sei già cosi seguita!” e mi fece tantissimi complimenti. Questo è il mio ricordo bello di Raffaella, non ebbi più modo poi di incontrarla. La cosa che ci accomuna è che io cantai “Io non vivo senza te” a Non è la Rai ma poi lei scelse la mia “Niente di importante” da reintepretare. Quando la vidi cantare quel brano mi emozionai tantissimo. C’è anche un video su youtube in cui ci siamo in una parte dello schermo io e in una parte lei che la interpretiamo!

Di Gianni Boncompagni invece che ricordo hai?
Gianni Boncompagni per me è stato oltre che una guida artistica anche spirituale. Non c’è stato nessuno che mi abbia consigliato più di lui. Ho sempre fatto tesoro dei suoi consigli, sia lavorativi che personali. Ti confesso che durante Non è la Rai ricevevo tantissime proposte lavorative da Rai e Mediaset e mi confidavo sempre con lui che era gelosissimo delle sue predilette, di quelle dieci ragazze a cui teneva particolarmente. Mi diceva "Pamela, non ti azzardare ad andare da nessuna parte, se te ne vai tu come si fa…”. Successe anche nell’ultimo anno, stavo quasi per andarmene. Mi convinse a restare. Sono sempre stata grata e riconoscente a Gianni. La riconoscenza è “roba che se magna” come dicono a Roma…non va mai dimenticato. Sono al cento per cento riconoscente a Boncompagni e la sua mancanza è devastante. Con lui ho vissuto una fase della vita che rimarrà indelebile. Sono cresciuta e da ragazzina sono diventata donna, grazie anche ai suoi consigli artistici. Pensa che è stato lui ad insegnarmi quale musica ascoltare, a farmi appassionare al jazz, al blues, mi ha fatto conoscere Aretha Franklin, James Brown…ad una ragazzina che ascoltava Madonna, gli Wham e i Take That! Mi ha educato alla musica e alla passione.

Per concludere, Non è la Rai è indissolubilmente legata agli anni 90, ne è una delle trasmissioni simbolo. Nella tv di oggi avrebbe senso o rimane legato a quell’epoca?
Ho sempre pensato che Non è la Rai fosse un programma legato a quei tempi, che detto così suona vecchio ma credo che un Non è la Rai fatto oggi dovrebbe essere stravolto. Forse potrebbe trovare spazio sul web ma non sarebbe la stessa cosa. Il successo di Non è la Rai e di altri programmi nati nell’epoca è legato a quegli anni. Gianni diceva sempre che il successo di un programma non dura mai più di quattro anni e così è stato per Non è la Rai. Avrebbe potuto continuare in eterno, se ci pensi. Pensare di rifare Non è la Rai non so se sia una buona idea perché ora ci sono nuove generazioni nate con il web e i social, con degli strumenti che all’epoca non c’erano. Quella spontaneità e quella genuinità oggi non sarebbe possibile.

I trent'anni in tv su Mediaset Extra

Per tutti i nostalgici del programma domenica 5 settembre è prevista una maratona delle puntate più divertenti di Non è la Rai su Mediaset Extra: un'intera giornata per rivedere le canzoni cantate dalle ragazze di Non è la Rai, i giochi con il pubblico e gli ospiti che numerosi hanno preso parte al programma. Preparate pop corn e fazzoletti, domenica ci si commuove!

Foto: LaPresse