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Global warming: il permafrost si scioglie liberando gas serra

A causa del riscaldamento globale, il permafrost potrebbe scaricare in atmosfera carbonio in quantità pari a quasi due secoli di emissioni, sotto forma di CO₂ e metano.  

A causa del riscaldamento globale, il permafrost potrebbe scaricare in atmosfera carbonio in quantità pari a quasi due secoli di emissioni, sotto forma di CO₂ e metano.  

Definito dai climatologi “il gigante dormiente”, il permafrost, cioè lo strato di terreno ghiacciato, sepolto pochi centimetri sotto il suolo delle regioni artiche, è pronto a sciogliersi a causa del global warming. Così facendo il carbonio contenuto al suo interno potrebbe, nel corso dei prossimi decenni, liberarsi nell’atmosfera sotto forma di composti come anidride carbonica e metano, ovvero i gas serra più impattanti dal punto di vista dell’inquinamento.

E’ quanto emerge da uno studio del Cnr pubblicato su Nature Communications, svolto da un gruppo internazionale di ricercatori guidati dall'Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna.

Si profila uno scenario simile a quanto accadde migliaia di anni fa, quando il clima cambiò al termine alla dell'ultimo periodo glaciale: si verificò un aumento dei gas serra che fecero crescere la temperatura di quattro gradi centigradi. In quel periodo la concentrazione di CO₂ nell'atmosfera passò da 190 a 270 parti per milione e scatenò l'aumento di temperatura molto rapidamente.

Analizzando i carotaggi, cioè i campioni di terreno sedimentato di quelle epoche depositatosi alla foce del fiume siberiano Lena nel mar Glaciale artico, gli scienziati hanno constatato la presenza di carbonio nelle bolle intrappolate nel suolo marino.

In questo modo hanno potuto confermare che il picco di CO₂ e di metano, tra 14.000 e 7.000 anni fa, fu determinato dallo scioglimento del permafrost.

Come media planetaria siamo a oltre 400 parti per milione di CO₂ nell'atmosfera: il permafrost, soprattutto nelle zone artiche tra Siberia e Canada, contiene più del doppio della concentrazione di carbonio che era presente nell’atmosfera prima della Rivoluzione industriale.

Si tratta di una quantità enorme pari a 1400-1700 miliardi di tonnellate di carbonio, che potrebbero riversarsi in atmosfera nel corso dei prossimi due secoli sotto forma di CO₂ o metano se non si interviene seriamente per fermare il global warming e lo scioglimento dei ghiacci.

Foto  © Sved Oliver - Fotolia.com