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I 5 monologhi più belli dei film classici

Dalla lezione d'amore di un padre alla figlia in Vi presento Joe Black all'inno alla vita di Benjiamin Button. I monologhi dei film che ci ispirano a crescere e migliorarci.

Dalla lezione d'amore di un padre alla figlia in Vi presento Joe Black all'inno alla vita di Benjiamin Button. I monologhi dei film che ci ispirano a crescere e migliorarci.

Guardare film di qualità permette di nutrirci interiormente, di arricchirci, di poterci emozionare sperimentando vite e avventure non nostre. Scegliere di dedicarsi alla visione di film classici è una vera e propria via di fuga dalle preoccupazioni e dal turbinio della mente, un modo di rilassarsi e di svagarsi.

E’ consigliato selezionare molto attentamente i film da guardare poiché ciò che decidiamo di far entrare in noi ci plasma inevitabilmente, ci può nutrire ma anche appesantire. Le immagini di uno schermo entrano in noi senza alcun permesso e agiscono nella nostra interiorità. Ciò vale soprattutto per i bambini che non sanno ancora difendersi da un’intrusione così potente. Ecco perché è di fondamentale importanza scegliere film con immagini lente, poco rumorosi, con l’attenzione alla cura dei dettagli, dalle storie semplici ma toccanti e avvincenti: solitamente i film classici, quelli del passato, sono tra i più adatti per poter creare un’esperienza arricchente.

Tra i classici esistono film che vanno assolutamente guardati, anche più volte nella vita a distanza di anni. Di seguito ve ne consigliamo 5 destinati ad un pubblico adulto e i rispettivi monologhi più belli che caratterizzano ciascun film, da risentire anche in momenti bui della nostra vita o solo per prendere fiato dalla fatica quotidiana.

Braveheart

Mel Gibson è attore e regista di questo classico intramontabile e il suo famosissimo discorso emoziona tutte le persone che come lui vogliono riconquistare la libertà. Dopo che la moglie viene violentata e uccisa dai soldati inglesi lui decide di trasformare il suo desiderio di vendetta personale in un desiderio di libertà del popolo e si mette a comando di questa battaglia. Non ha più niente da perdere e perciò non ha più paura. Proprio questa assenza di paura e di aspettativa muove il suo coraggio e la sua volontà di vittoria. Il suo monologo emoziona, dona forza interiore, attiva il cambiamento.

Vi Presento Joe Black

Anthony Hopkins recita la parte di un padre d’affari e in questo monologo destinato alla figlia parla dell’amore nella sua profondità e autenticità. Il discorso emoziona sia per le toccanti parole sia perché a pronunciarle è un padre che vuole per la figlia il vero e passionale amore e non una relazione qualsiasi. E’ un invito a non accontentarsi, a non avere paura, a seguire il proprio cuore e non la propria mente. Ad abbandonarsi completamente all’amore sciogliendo nodi, paure, preoccupazioni e ragionamenti:

Non un'ombra di trasalimento, non un bisbiglio di eccitazione; questo rapporto ha la stessa passione di un rapporto di nibbi reali. Voglio che qualcuno ti travolga, voglio che tu leviti, voglio che tu canti con rapimento e danzi come un derviscio! Voglio che tu abbia una felicità delirante! O almeno non respingerla.
Lo so che ti sembra smielato ma l'amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi. Io ti dico: Buttati a capofitto! Trovati qualcuno che ami alla follia e che ti ami alla stessa maniera!
Come trovarlo? Be', dimentica il cervello e ascolta il cuore. Io non sento il tuo cuore perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente, beh, equivale a non vivere. Ma devi tentare perché se non hai tentato non hai mai vissuto.

Il curioso caso di Benjamin Button

Un film toccante che parla di vita, di morte e d’amore. Questo monologo finale del film è un vero inno alla vita, al suo fluire, al cambiamento che non deve essere bloccato ma alimentato quando si sente la necessità di mutare vita, lavoro, abitudini. Parole semplici ma emozionanti che parlano al cuore e lo fanno vibrare:

Per quello che vale, non è mai troppo tardi, o nel mio caso troppo presto, per essere quello che vuoi essere. Non c'è limite di tempo, comincia quando vuoi, puoi cambiare o rimanere come sei, non esiste una regola in questo. Possiamo vivere ogni cosa al meglio o al peggio, spero che tu viva tutto al meglio, spero che tu possa vedere cose sorprendenti, spero che tu possa avere emozioni sempre nuove, spero che tu possa incontrare gente con punti di vista diversi, spero che tu possa essere orgogliosa della tua vita e se ti accorgi di non esserlo, spero che tu trovi la forza di ricominciare da zero.

Il grande dittatore

Un discorso di Charlie Chaplin sulla fratellanza e sull’umanità, attuale più che mai. Un monologo da ascoltare ogni giorno, come preghiera in grado di seminare intenti, come risvegliamento delle coscienze, come la via da seguire in un mondo sempre più in guerra e sempre più individualista. Un invito ad alzarsi e a riconquistare la libertà interiore, vera radice di quella esteriore:

Mi dispiace, ma io non voglio fare l’Imperatore, non è il mio mestiere. Non voglio governare, né conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, neri o bianchi. Noi tutti vogliamo aiutarci vicendevolmente. Gli esseri umani sono fatti così. Vogliamo vivere della reciproca felicità, ma non della reciproca infelicità. Non vogliamo odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti, la natura è ricca ed è sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha chiuso il mondo dietro una barricata di odio, ci ha fatto marciare, col passo dell’oca, verso l’infelicità e lo spargimento di sangue.

Abbiamo aumentato la velocità, ma ci siamo chiusi in noi stessi. Le macchine che danno l’abbondanza ci hanno dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cinici, l’abilità ci ha resi duri e spietati. Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di macchine abbiamo bisogno di umanità. Più che d’intelligenza abbiamo bisogno di dolcezza e di bontà. Senza queste doti la vita sarà violenta e tutto andrà perduto.

L’aviazione e la radio hanno ravvicinato le genti: la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. La mia voce raggiunge milioni di persone in ogni parte del mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che costringe l’uomo a torturare e imprigionare gente innocente. A quanti possono udirmi io dico: non disperate. L’infelicità che ci ha colpito non è che un effetto dell’ingordigia umana: l’amarezza di coloro che temono le vie del progresso umano. L’odio degli uomini passerà, i dittatori moriranno e il potere che hanno strappato al mondo ritornerà al popolo. Qualunque mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.

Soldati! Non consegnatevi a questi bruti che vi disprezzano, che vi riducono in schiavitù, che irreggimentano la vostra vita, vi dicono quello che dovete fare, quello che dovete pensare e sentire! Non vi consegnate a questa gente senz’anima, uomini-macchina, con una macchina al posto del cervello e una macchina al posto del cuore! Voi non siete delle macchine! Siete degli uomini! Con in cuore l’amore per l’umanità! Non odiate! Sono quelli che non hanno l’amore per gli altri che lo fanno.

Soldati! Non combattete per la schiavitù! Battetevi per la libertà! Nel diciassettesimo capitolo di san Luca sta scritto che il regno di Dio è nel cuore degli uomini. Non di un solo uomo, non di un gruppo di uomini, ma di tutti voi. Voi, il popolo, avete il potere di creare le macchine, di creare la felicità, voi avete la forza di fare che la vita sia una splendida avventura. Quindi in nome della democrazia, usiamo questa forza, uniamoci tutti e combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia agli uomini la possibilità di lavorare, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza.

Promettendo queste cose i bruti sono saliti al potere. Mentivano: non hanno mantenuto quella promessa e mai lo faranno. I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavo il popolo, allora combattiamo per quelle promesse, combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, l’avidità, l’odio e l’intolleranza, combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati uniamoci in nome della democrazia.

La tigre e la neve

Una lezione di Roberto Benigni sull’amore e sulla poesia. Un invito a guardarsi dentro, a non cercare fuori ciò che ognuno ha già nel proprio cuore. Parole vere, emozionanti, in grado di toccare i cuori. Il suo inconfondibile modo di comunicare ironico, divertente ma mai banale riesce a far smuovere idee, intuizioni, emozioni. Una vera e propria chiamata dell’anima a destarsi e ad andare nel mondo a compiere finalmente la propria missione di vita:

Su, su, svelti, veloci, piano, con calma, non vi affrettate.
Non scrivete subito poesie d’amore che sono le più difficili, aspettate almeno un’ottantina di anni.
Scrivete su un altro argomento, che ne so… sul mare, vento, un termosifone, un tram in ritardo.
Non esiste una cosa più poetica di un’altra. La poesia non è fuori, è dentro.
Cos’è la poesia? Non chiedermelo più, guardati allo specchio, la poesia sei tu.
Vestitele bene le poesie.
Cercate bene le parole, dovete sceglierle.
A volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola.
Scegliete, perchè la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere, da Adamo ed Eva. Lo sapete quanto c’ha messo Eva prima di scegliere la foglia di fico giusta? Ha sfogliato tutti i fichi del paradiso terrestre.

Innamoratevi.
Se non vi innamorate è tutto morto.
Vi dovete innamorare e diventa tutto vivo, si muove tutto.
Dilapidate la gioia, sperperate l’allegria.
Siate tristi e taciturni con l’esuberanza.
Fate soffiare in faccia alla gente la felicità.

Per trasmettere la felicità, bisogna essere felici e per trasmettere il dolore bisogna essere felici.