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Tumore al seno: la storia (e il coraggio) di Jessica

Colpisce 1 donna su 8 e rappresenta il 29% dei tumori femminili: Jessica ci ha raccontato come è riuscita a vincere la sua lotta contro il tumore al seno.  

Colpisce 1 donna su 8 e rappresenta il 29% dei tumori femminili: Jessica ci ha raccontato come è riuscita a vincere la sua lotta contro il tumore al seno.  

Il tumore al seno arriva in silenzio, subdolo come tutto ciò che vuole portarsi via il meglio di te. Si manifesta spessissimo in forme che non provocano dolore, per questo la prevenzione rappresenta da sempre uno dei migliori metodi per coglierlo di sorpresa e sconfiggerlo. Alterazioni ai capezzoli, cambiamenti della pelle o nella forma dei seni, piccoli noduli individuabili tramite l'autopalpazione, ma non solo. Il tumore al seno spesso si nasconde: per questo motivo le visite da uno specialista, con mammografie, ecografia mammaria o risonanza magnetica nei casi peggiori sono gli esami da fare periodicamente, soprattutto dopo una certa età.

Tumore al seno: la battaglia di Jessica 

Abbiamo intervistato Jessica, che ringraziamo tantissimo, che ci ha raccontato come il tumore al seno è piombato all'improvviso nella sua vita e di come è riuscita a vincere la sua battaglia. Per lei e per la sua famiglia, con l'aiuto delle tre C: consapevolezza, coraggio e caparbietà.

Come è iniziata?

«A settembre 2018, su mia insistenza, ho fatto un'ecografia ai seni perché doloranti da qualche settimana, ma nulla, non c'era nulla. Era il 13 gennaio 2019, e dopo una sera con amici, ero a letto e ho sentito un forte prurito a un seno... e tac era lì, una pallina piccola...».

Come ti sei sentita?

«Mi ricordo ancora il brivido che mi ha attraversata, avevo subito capito che non sarebbe andata bene... Ho fatto un controllo il giorno dopo dal medico di base che mi ha rassicurata dicendo che secondo lui era una cisti, e di aspettare qualche settimana per il controllo... Ma sentivo che il mio corpo mi stava dando dei segnali. Ho prenotato un'ecografia e i primi di febbraio avevo l'istologico in mano...».

Quanto è stato importante il supporto delle persone che ami?

«È stato molto importante, in quei momenti ho avuto bisogno dell'appoggio della mia famiglia, dei miei genitori e del mio compagno. Io sono una persona molto forte, positiva e determinata, non avevo mai provato una disperazione simile. I primi giorni piangevo a dirotto, ho provato il terrore. Guardavo le mie bimbe - Camilla, 6anni, e Aurora, 4anni - e mi chiedevo se le avrei viste crescere. Ho trovato un forte appoggio da parte dei miei genitori: seppur fuori casa da 15anni (ne ho 39) in quel momento ho avuto necessità degli abbracci di mia madre e delle rassicurazioni di mio padre, come quando sei bambino e ti fai male. Ho capito l'importanza degli affetti veri».

Le donne sono molto di più dell’aspetto esteriore, ma il cambiamento fisico spaventa. Come lo hai affrontato?

«Non è stato semplice, l'ho affrontato con razionalità fin quando ho potuto. Con la mastectomia al seno sinistro, ho guardato il seno dopo 10giorni, prima non avevo il coraggio, era orrendo, senza capezzolo... poi ci fai l'abitudine. Pochi giorni dopo la prima chemio, sono andata a scegliere la parrucca con il mio compagno, mi sono anche divertita... Poi ho spiegato alle mie bimbe che la mamma doveva tagliarsi i capelli per farli ricrescere più belli... il 13° giorno dopo la chemio, hanno iniziato a cadere e lì sì... ho iniziato a piangere perché non sei mai preparata anche se te lo spiegano. Assieme ai capelli stava cadendo anche un po' di forza e un po' di coraggio... poi pian piano hanno iniziato a diradarsi ciglia e sopracciglia…

Gli effetti della chemio e del cortisone erano sempre più duri: gonfiore, stanchezza, nausea. Eppure mi ricordo di non aver mai avuto un momento di sconforto durante tutta la terapia: mi ero ripromessa di sorridere ogni giorno e così ho fatto. Ho fatto chemio da maggio ad agosto, il periodo più caldo. Ogni mattina mi svegliavo, e con pazienza cercavo di togliere il pallore dal mio viso col fondotinta e disegnavo le sopracciglia completamente andate. Andavo a lavoro per 6-8 ore e rientravo nel pomeriggio per fare quello che farebbe una persona normale, cucinare e badare alle bimbe. Avevo bisogno della normalità, anche se a volte avrei voluto restare a letto tutto il giorno per la stanchezza, o uscire senza parrucca per il caldo... ma questo avrebbe voluto dire darla vinta al cancro!».

Le persone che ti conoscono hanno iniziato a trattarti in modo diverso?

«Purtroppo ho capito quali sono le persone che mi vogliono bene e chi invece faceva finta... molti conoscenti provavano imbarazzo e magari facevano finta di non vedermi per non dovermi salutare. All'inizio mi faceva soffrire, poi però ho capito che il cancro fa più paura forse a chi non ce l'ha che a chi lo sta affrontando»..

Quanto è importante la prevenzione in situazioni come la tua?

«Per il cancro al seno i controlli sono fondamentali, non si può "prevenire"il cancro: se deve arrivare arriva, ma trovarlo allo stadio iniziale nella maggior parte dei casi ti salva la vita!».

Quale percorso hai dovuto affrontare per sconfiggere la malattia?

«Ho fatto 2 operazioni chirurgiche - mastectomia e dissezione ascellare - e chemioterapia».

Com’è cambiato il tuo stile di vita da allora?

«Non ho mai avuto particolari problemi di peso, ma ora sto molto più attenta a un'alimentazione corretta con pochi zuccheri e farine integrali».

Che consiglio daresti alle altre donne della tua età, ma anche a quelle più giovani che sono spesso molto inconsapevoli rispetto a quello che potrebbe accadere?

«Lo ero anch'io, pensavo che a me non sarebbe successo, perché nella mia famiglia sono la prima ad aver affrontato un cancro... Ma è accaduto anche se non risultavo essere un soggetto a rischio... Per cui consiglio di fare controlli annuali e di seguire sempre il proprio istinto, il mio mi ha salvata!».

Ti senti una donna diversa? Più forte? Più felice di quello che ha oggi? Chi sei oggi?

«Sono molto cambiata interiormente, questo percorso ha mutato la mia visione della vita. Mi sono ripromessa di non rimandare mai nulla, di vivere a pieno ogni cosa perché la vita ha un valore inestimabile. Sono più consapevole, di sicuro più forte».