Psiche
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5 lezioni di vita di grandi del presente e del passato

Da Frida Kahlo a Nelson Mandela, passando per Helen Keller. Cinque lezioni di vita straordinare di cinque persone ordinarie che hanno cambiato il mondo.

Da Frida Kahlo a Nelson Mandela, passando per Helen Keller. Cinque lezioni di vita straordinare di cinque persone ordinarie che hanno cambiato il mondo.

Siamo spesso tentati di pensare che la nostra vita sia priva di un reale significato. La verità è che la vita di ognuno di noi può essere più importante di quello che crediamo. Oggi leggerai cinque storie vere di persone che hanno cambiato il mondo e scoprirai che dietro queste storie straordinarie si trovano persone ordinarie con una storia molto sofferta alle spalle, che non si sono arrese e sono rimaste fedele a loro stesse, malgrado le difficoltà.

Ognuno di noi può attraversare momenti difficili nella propria vita, essere confrontati a sfide che ci sembrano più grandi di noi e perdere di vista il senso della propria vita ma sapere che altri ci sono passati e sono riusciti lo stesso a fare la differenza, può essere di grande ispirazione.

Nessuno di noi sa quando avrà la possibilità di fare la differenza, magari potrà farlo attraverso piccole azioni quotidiane oppure prendendo la decisione giusta al momento giusto, ma ad ognuno di noi è dato la possibilità di farlo e queste storie di vita ne sono una meravigliosa testimonianza.

Nelson Mandela, dalla prigione al Premio Nobel per la Pace

Di South Africa The Good News 

Nelson Rolihlahla Mandela (Mvezo, 18 luglio 1918 – Johannesburg, 5 dicembre 2013) fu un attivista rivoluzionario che lottò contro l’apartheid, la segregazione razziale in Sudafrica, che privava gli uomini e donne di etnia bantu di ogni diritto politico e civile. La loro istruzione era limitata alle sfere agricole e commerciali, non potevano circolare liberamente, pena l’arresto.

Mandela si ribellò violentemente a queste condizioni di disuguaglianza e disumanità ma finì sotto processo e condannato all’ergastolo in una cella minuscola dove le sue uniche finestre sul mondo erano una piccola apertura sul cortile e i libri. Fu tuttavia rilasciato dopo 27 anni di carcere, all’età di 71 anni.

Quattro anni dopo il suo rilascio, vinse le prime elezioni democratiche e divenne capo di Stato. Promosse una politica di riconciliazione pacifica. Il 10 dicembre 1993 ricevette il Premio Nobel per la pace “per il loro lavoro per la risoluzione pacifica del regime di apartheid, e per aver gettato le basi per un nuovo Sudafrica democratico”.

Frida Kahlo, la forza di una rivoluzionaria al di là delle cicatrici

©Satori/123RF.COM

Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón, conosciuta come Frida Khalo (Coyoacán, 6 luglio 1907 – Coyoacán, 13 luglio 1954) fu una pittrice rivoluzionaria segnata da molti problemi di salute. Nacque con la spina bifida, patologia confusa all’epoca con la poliomielite, e appena diciottenne si ritrovò coinvolta in un incidente d’autobus che non la uccise per miracolo. Subì ben 32 operazioni chirurgiche che la costrinsero all’immobilità totale per molto tempo prima di poter tornare a camminare.

Frida non si arrese e iniziò a dipingere sul suo letto a baldacchino dove l’unica cosa che poteva vedere era il suo riflesso nello specchio appeso sopra di lei. Dipinse un quadro alla volta, un’interpretazione della sua vita interiore alla volta, fino a guarire e diventare la pittrice che conosciamo oggi. Frida non si accontentò di essere una pittrice rinomata ma mise la sua arte al servizio della rivoluzione e lottò per l’emancipazione femminile e la protezione del bagaglio culturale del popolo indigeno. Ridefinì i confini del pensiero e del ruolo delle donne nella società messicana mostrando la forza e la determinazione di una guerriera, al di là della sua grande fragilità fisica e dei colpi duri del destino.

Albert Sabin, la lotta per il futuro dei bambini dopo la Shoah

Albert Bruce Sabin (Białystok, 26 agosto 1906 – Washington, 3 marzo 1993), fu un medico e virologo ebreo naturalizzato statunitense, famoso per aver sviluppato il più diffuso vaccino contro la poliomielite che si somministrava con la zolletta di zucchero. Nacque in Polonia ed emigrò negli Stati Uniti per colpa della crescente ostilità verso gli Ebrei poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, durante la quale perse parte della sua famiglia tra cui le sue due nipotine, Amy e Deborah, torturate e uccise dalle SS tedesche.

La polio, chiamata anche “paralisi infantile”, era una malattia molto contagiosa e dagli effetti irreversibili che toccava prevalentemente i bambini da 0 a 5 anni. Il Dott. Sabin dedicò la sua vita alla ricerca di un vaccino sicuro, senza effetti collaterali, che avrebbe evitato ai piccoli di contrarre la malattia. Non ebbe timore di scagliarsi contro il pensiero dominante scientifico, rivelando i punti deboli degli studi svolti fino a quel momento, e di andare oltre le questioni politiche e ideologiche, attirandosi le antipatie di non pochi dirigenti, ma seguì la sua vocazione fino in fondo e decise di non brevettare il suo vaccino, rifiutando il guadagno che questo avrebbe comportato per lui, permettendo allo stesso tempo ai più poveri di poter accedervi: “Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo” .

Sabin conobbe l’antisemitismo, la guerra, la crudeltà degli uomini ma decise malgrado tutto di credere ancora nell’umanità e di lottare per un futuro migliore.

Stanisláv Petróv, l’eroe sconosciuto che scongiurò una catastrofe nucleare

Stanisláv Evgráfovič Petróv (Vladivostok, 9 settembre 1939) fu tenente colonnello dell'Armata Rossa durante la guerra fredda. Il 26 settembre 1983, Petróv si ritrovò a decide le sorti del pianeta mentre il sistema d’allarme militare sovietico identificava il lancio di 5 missili statunitensi. Secondo il regolamento avrebbe dovuto avvertire i suoi superiori che avrebbero subito lanciato una controffensiva secondo il principio di distruzione mutua assicurata.

Petróv mantenne più che poté la calma e rifletté sulla possibilità di una faglia nel sistema, teoria in seguito validata: il falso allarme fu causato da una particolare conformazione astronomica tra terra, Sole e l’orbita del sistema satellitare sovietico. Fu questa grande capacità di discernimento a permettere a questo uomo sconosciuto di non premere il famoso “pulsante rosso” e salvare il mondo da una conflitto nucleare che avrebbe devastato l’intero pianeta.

Petróv è stato proclamato Cittadino del Mondo nel 2004, sostenendo durante la sua nomina di essere stato soltanto “la persona giusta al momento giusto”. È deceduto nel 2017.

Helen Keller, sorda e cieca lottò per i diritti sociali

@Library of Congress 

Helen Adams Keller (Tuscumbia, 27 giugno 1880 – Easton, 1º giugno 1968) divenne completamente sorda e cieca a 19 mesi dopo aver contratto una violenta malattia, probabilmente scarlattina o meningite. Totalmente tagliata dal mondo, crebbe senza riuscire a comunicare con gli altri fino all’età di 6 anni, quando giunse nella sua vita Anne Sullivan, un’insegnante ipovedente che sua madre conobbe grazie ad una fortunata serie di eventi, per il tramite di una articolo pubblicato da Charles Dickens su American Notes.

Helen non era riuscita ad apprendere nulla finora dai suoi genitori che non sapevano come comunicare con la loro bambina: né l’igiene personale, né la disciplina. Anne Sullivan insegnò ad Hellen, non senza difficoltà, l’alfabeto manuale e poi il metodo Tadoma, fino ad insegnarle le lingue straniere: il francese, l’inglese, il tedesco e pure il latino (in Braille)!

Hellen proseguì lo studio fino a laurearsi al Radcliffe College all’età di 24 anni; dopodiché iniziò a pubblicare libri e a operare come avocata in difesa dei diritti dei disabili e fondò l'organizzazione non-profit Helen Keller International per la prevenzione della cecità dimostrando come sia possibile fare della propria debolezza una grande forza e metterla al servizio degli altri.

Nel 1962 le fu dedicato il film diretto da Arthur Penn Anna dei miracoli (The miracle worker).

Sandra Saporito