special

Voci e volti al tempo del coronavirus

Psiche
Psiche

Polemica Conte, Fedez e mascherine: era davvero necessario?

C'era bisogno che il Presidente del Consiglio chiedesse ai Ferragnez di provare, tramite Instagram, a sensibilizzare i giovani all'uso della mascherina? Secondo noi sì. Ecco perché.

C'era bisogno che il Presidente del Consiglio chiedesse ai Ferragnez di provare, tramite Instagram, a sensibilizzare i giovani all'uso della mascherina? Secondo noi sì. Ecco perché.

Italiani popolo di santi, poeti e navigatori, nonché polemiconi. Eh sì, perché riusciamo a crearla anche quando non ce n’è bisogno. La più fresca è quella legata alla decisione, da parte di Giuseppe Conte (o chi per lui) di chiamare i Ferragnez, affinché sensibilizzassero i giovani all’uso della mascherina. «Ieri abbiamo ricevuto una telefonata molto inaspettata. Siamo stati messi in contatto con il presidente del Consiglio, che ha chiesto un aiuto da parte mia e di mia moglie», ha spiegato Fedez su Instagram: «Ci è stato chiesto un aiuto sull’esortare la popolazione, soprattutto quella più giovane, all’utilizzo della mascherina». Apriti cielo.

Tra battute e amarezza

Il popolo dei social si è scatenato, con battute molto sagaci (da Twitter: «Breaking News: Il premier Conte chiama Aranzulla per aiutare gli italiani a scaricare Immuni»), un po’ meno sagaci («Io avrei chiamato Pulcinella ed Arlecchino che di maschere se ne intendono») e poi affatto sagaci («Uno con i capelli rosa e che si mette lo smalto sulle unghie dovrebbe farmi la lezioncina? Vieni da me #Fedez che ti spiego i veri valori della vita»). Molti coloro che se la sono presa con l’esecutivo, non ladro ma incompetente («Ennesima prova della debolezza di questo governo, come demandare tutto alle regioni e #dpcm insulsi»), tanti anche quelli che hanno puntato il dito contro il degrado del mondo in cui viviamo («Il fallimento non è del governo. Il fallimento è delle famiglie e dell’intera società. E non aggiungo altro»), con opinioni – eufemismo – tranchant.

Cosa ha detto Fedez

Qualcuno avrà anche invocato l’immancabile meteorite auspicandosi l’estinzione della specie umana, ne siamo certi. Ma, alla fine, cosa c’è di male nell’appello social della metà maschile dei Ferragnez? «Mi sto sforzando per trovare un modo per essere più convincente possibile. Ci troviamo in una situazione molto, molto, molto delicata. L’Italia non si può permettere un nuovo lockdown. In qualche modo il destino e il futuro dell’Italia sono nelle mani della responsabilità individuale di ognuno di noi». Ha spiegato il rapper, che poi ha concluso: «Con un semplice gesto potremmo evitare in qualche modo lo scenario tra i più brutti che abbiamo vissuto nei mesi scorsi. Mi raccomando, ragazzi, usate la mascherina». Ora, a parte il fatto che non ci sarebbe voluto tanto a indossare effettivamente la mascherina nella story, non c’è davvero niente di sbagliato in questo messaggio. E nemmeno nel fatto che sia nato da una richiesta di “Giuseppi”: insieme, i Ferragnez contano più di 32 milioni di follower su Instagram ed è sicuramente più facile parlare ai giovani tramite loro che attraverso dpcm. «I giovani non guardano la TV o i telegiornali ma vivono di Instagram, per cui ha fatto bene Conte a chiedere sostegno ai cosiddetti #Ferragnez. Chi critica la mossa vive ancora all'epoca del televideo», ha scritto qualcuno su Twitter. E, in effetti, non gli si può dare torto.

Il pelo nell’uovo

Niente da fare nemmeno per Selvaggia Lucarelli, che non poteva certo esimersi dal polemizzare: «Con tutto il rispetto, se ti chiama Conte e ti chiede: ‘La cosa è seria, dì ai giovani di mettere la mascherina’, non dici: “Conte mi ha chiamato e mi ha detto di dirvi di mettere la mascherina”. Perché poi quello che passa non è il messaggio, ma la notizia ‘mi ha telefonato Conte’». Condivisibile, ma anche no: innanzitutto, è davvero difficile azzardato pensare di insegnare a quei due come maneggiare i social. Inoltre, la story e il messaggio sull’uso della mascherina sono diventati virali proprio perché Fedez ha detto di essere stato chiamato dal premier. Dunque, va bene così. E poi, solo pochi giorni fa Chiara Ferragni aveva subito un aspro J’accuse lanciato da Eleonora Daniele, indispettita dal fatto che l’influencer non stesse facendo abbastanza contro il Coronavirus. Con che coraggio ci lamentiamo adesso? Dopo aver visto poi il vademecum sul sesso Covid free proposto da Generazione Giovani, poi. Mille di questi messaggi dei Ferragnez, altroché.

Da Elvis a Federica

A proposito di influencer, non è la prima volta che un cantante scende in campo contro un’epidemia/pandemia: «Nel 1956 la copertura vaccinale degli Stati Uniti contro la polio balzò dallo 0,5% a oltre l’80%. Uno dei motivi fu la vaccinazione in diretta nazionale di Elvis Presley», ha ricordato Roberto Burioni su Twitter. Se quello di Fedez potrebbe rivelarsi un uso azzeccato dei social, rimangono delle perplessità su Federica Pellegrini, in lacrime su Instagram dopo la positività al Coronavirus. Ma, soprattutto, perché impossibilitata a partecipare alle gare dell’International Swimming League di Budapest, dopo tanti sacrifici fatti in allenamento.

Non siamo la Svezia

«Chissà cosa avrebbero esclamato i nostri antenati se qualcuno avesse detto loro che nell’ottobre del 2020 il Presidente del Consiglio italiano avrebbe chiamato un rapper di Rozzano per chiedergli di sensibilizzare i giovani all’uso della mascherina con una storia su Instagram». Dopo aver letto questo sul mio feed di Facebook, mi sono detto: «Già, chissà». Però in fondo, anzi tornando a capo, c’è bisogno di dire ai giovani di mettere la mascherina? Sì, perché non siamo la Svezia. Basterebbe il buonsenso per evitare assembramenti? Sì, ma di nuovo non siamo la Svezia. E allora ben vengano messaggi da parte degli influencer, se possono servire a qualcosa. Certo, poi i giovani a cui sono rivolti continueranno ad andare a scuola schiacciati come sardine sugli autobus, ma questo è un altro discorso.

Foto: LaPresse