Matrimonio
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Michelle Carpente: «Il matrimonio non si ferma con il Covid»

Tolte le feste in pompa magna, le moltitudini di invitati, i ricchi menu e la confusione, l'unica certezza che ci è rimasta sembra l'amore. E allora perché non festeggiare? Basta anche un monolocale 

Tolte le feste in pompa magna, le moltitudini di invitati, i ricchi menu e la confusione, l'unica certezza che ci è rimasta sembra l'amore. E allora perché non festeggiare? Basta anche un monolocale 

Sposi in fuga dal Coronavirus. L'Italia è una Repubblica fondata - tra le altre cose - sull'industria del matrimonio, che da questa epidemia esce con le ossa rotte. Ma è tempo di Cambiamento. Il Mondo Nuovo che andiamo ad abitare avrà bisogno di nuovi codici e strategie, anche per promettersi amore eterno.

Michelle Carpente, wedding planner e creatrice di The Wedding Tips, è chiara: «Il matrimonio non si ferma con il Covid. Festeggiare e rendere speciale quel giorno è ancora possibile». Come? Con il matrimonio in casa.

Il matrimonio in casa

Michelle Carpente è un'esperta di destination wedding e davanti a feste cancellate e sposi disperati ha pensato a un'alternativa: il matrimonio in casa. «Non è vero che sposarsi è un lusso: tutti possono sposarsi – spiega la wedding planner – Il Coronavirus ci ha insegnato che dobbiamo ridimensionarci se vogliamo ripartire. Per farlo dobbiamo ripensare anche questi eventi. Si può fare qualcosa di bello e romantico anche tra le mura domestiche».

L'idea è nata così. «Il 18 maggio, con la riapertura delle chiese, ho pensato a tutti coloro che, pur di non aspettare, avrebbero celebrato il matrimonio in chiesa o con rito civile. Poi due foto e tutti a casa. Ma che tristezza infinita è? Voglio riempire questo vuoto con il matrimonio in casa. Meglio fare una piccola cosa, con un ricevimento minimal, elegante, e aspettare per la festa in pompa magna».

Michelle è abituata a lavorare con le videocall. Visiona così gli sposi che scelgono il matrimonio in casa. Poi attraverso altri professionisti del wedding, si crea un progetto di inserimento del matrimonio in casa. «E non ci vuole per forza una villa per farlo». Il limite restano gli invitati. Per rispettare le regole di distanziamento sociale, almeno per il moemnto il matrimonio in casa sarà un'occasione da festeggiare tra pochi intimi.

«Ma attenzione: la mia iniziativa non va a sostituire il matrimonio, ma dà la possibilità di sposarsi comunque, in attesa del giorno che sognato, con la festa in grande stile. Si può aspettare oppure si può andare in Comune, mettere due firme e festeggiare a casa. Per le spose del Centro-Sud Italia è una cosa difficile da interpretare, ma la tendenza va sempre di più verso in questa direzione».

Il matrimonio e il meteorite Covid-19

L'emergenza Coronavirus ha polverizzato circa 26 miliardi di euro del fatturato del comparto wedding. L'industria del matrimonio è complessa e articolata. Ad oggi si stima un fatturato totale annuo di 40 miliardi di euro. La filiera coinvolge imprese di catering, abiti nuziali, fioristi, organizzatori di eventi, fotografi, location, musicisti e noleggio auto per un totale di oltre 56.692 aziende. Solo il settore degli abiti da sposa e cerimonia, con le se 22.408 imprese ha registrato una perdita di 600 milioni di euro.

Secondo le stime Istat sono 17 mila i matrimoni cancellati tra marzo e aprile, mentre quelli che salteranno tra maggio e giugno si aggirano attorno ai 50 mila. Molti hanno deciso di rimanere fedeli al 2020. Moltissimi hanno spostato la data nel 2021, compiendo comunque un salto della fede, dato che gli esperti hanno già preannunciato un ritorno del virus in autunno.

Ma non sono solo gli italiani ad aver azzoppato l'industria nazionale del matrimonio. Infatti, è saltato anche tutto il comparto del destination wedding, animato dagli stranieri che scelgono Puglia, Toscana, Campania e Siclia come scenografia per pronunciare il proprio simbolico sì (tanto si sono già sposati a casa con il rito civile). Si calcola che solo questo settore muova ogni anno 500 milioni di euro.

Cosa spetta agli sposi, cosa spetta agli operatori

Per chi decide di cancellare o se un professionista non è più disponibile per la nuova data, si apre un nuovo fronte di battaglia: i rimborsi delle caparre. «Dipende dal rapporto costruito tra gli interessati. In un momento in cui le aziende non hanno liquidità, alcuni fornitori hanno detto “lo capiamo, ma dovete venirci incontro perché non possiamo restituire completamente l'acconto”». È vero anche che la legge tutela gli sposi che, per cause di forza maggiore, non possono più ricevere il servizio per cui hanno versato la caparra. E il Covid è una causa di forza maggiore.

«Ma anche il professionista ha subito il danno. In un settore in cui non c'è un albo o una legislazione specifica, il confine è molto labile e tutto va a libera interpretazione. Un altro grande problema è la seconda data. In quel caso noi planner siamo quelli che hanno lavorato di più e guadagnato di meno. Infatti, non prendiamo una lira in più rispetto al lavoro che aumenta perché il matrimonio si sposta in avanti di 12 mesi e l'accordo non prevede una fee aggiuntiva».

Per questo motivo è nata l'idea di una consulenza oraria. «Come dal medico o dall'avvocato, io aiuto a risolvere il singolo problema. Mi occupo di riorganizzare il matrimonio. Ma da consulente e non da planner, con una tariffa temporale».

Il futuro del matrimonio

I ricevimenti intimi saranno la nuova tendenza, già radicata nel destination wedding e meno diffusa in Italia per il legame molto stretto con la tradizione ed il sogno del matrimonio in grande stile. Ma un matrimonio di lusso è possibile anche tra le mura della propria casa, da sempre location privilegiata oltreoceano.

«È un discorso di budget – spiega Carpente – Si possono fare cose belle anche con piccole somme, se si ha un giusto team di professionisti. Si possono aggiungere tutti i servizi che si desiderano, compresa la torta a domicilio per tutti gli invitati».

Ma se la festa in pompa magna ti fa venire l'orticaria e vuoi rendere sacro e davvero esclusivo quel giorno, la soluzione c'è. Si chiama Elopement Wedding. In pratica consiste nel lasciarsi alle spalle gli invitati, madri, zie e nonne comprese e... fuggire. Questo non significa però rinunciare al lusso di un matrimonio tradizionale. Grazie ai dovuti accorgimenti e ai professionisti giusti, la spiaggia può trasformarsi in un set indimenticabile per il giorno del "sì".