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Protocollo Reale: le (incredibili) regole della Royal Family inglese

La vita dei reali britannici è sempre sotto gli occhi di tutti, ma non è sempre scintillante come sempre. Ad esempio, ci sono tanti divieti a cui devono sottostare.

La vita dei reali britannici è sempre sotto gli occhi di tutti, ma non è sempre scintillante come sempre. Ad esempio, ci sono tanti divieti a cui devono sottostare.

Non è tutta Royal Family quella che luccica. I reali britannici non vivono solo una vita di agi e privilegi, ma anche di restrizioni. Tutta colpa del rigido protocollo reale a cui tutti - volenti o nolenti - devono sottostare. C'è chi si adatta volentieri e c'è chi, come Meghan Markle, se ne infischia e lo infrange. I suoi sgarri sono diventati già molto famosi.

Dalle restrizioni applicate al vocabolario alla questione "autografi", ecco le regole più incredibili del protocollo reale inglese.

Protocollo reale inglese: il vocabolario

Nonostante ci siano molti legami storici con la Francia, alcune parole mutuate da quel territorio non sono ammesse nell'eloquio reale. Nessuno va alla toilette: i reali inglesi si recano alla lavatory, dove useranno i napkins e non le serviette per sistemarsi il trucco. Pardon? Non esiste, meglio un britannico sorry.

Poi ci sono alcune parole inglesi off limits per la famiglia reale. Una di queste è lounge: nelle dimore reali ci sono solo stanze, come la drawing room o la sitting room. Inoltre, in questi ambienti non ci sono divani, ma solo sofa e dahling (o, al limite, dei troni). Un reale non definisce mai qualcuno posh, cioè snob. La parola ammessa dal protocollo reale è al massimo smart, intelligente.

I reali inglesi hanno anche dei nomi precisi per i genitori: essi si chiamano mummy and daddy, niente diminutivi o vezzeggiativi.

Autografi

Immaginate lo smarrimento di Meghan Markle quando, diventata celeberrima grazie al suo fidanzamento con il Principe Harry, ha dovuto rinunciare a qualcosa che faceva quando era molto meno famosa: firmare autografi. Il protocollo parla chiaro: è meglio evitare di lasciare firme reali in giro. Il rischio è quello di incorrere in furti d'identità o, peggio, reati commessi grazie alla presenza di un semplice scarabocchio.

Principini

I piccoli eredi al trono devono osservare alcune regole ben precise. Prima di tutto, non possono essere fotografati senza che questi scatti siano approvati. Poi devono rispettare il protocollo reale in fatto di abbigliamento. Ad esempio i piccoli Windsor indossano sempre i pantaloncini, anche se fa freddissimo, almeno fino agli 8 anni.

Le regole per Her Majesty The Queen

E ora veniano alla cara Regina Elisabetta II. Anche la sovrana, figura centrale della serie The Crown, deve rispettare delle regole. Ad esempio, può indossare vestiti neri solo per i funerali. Inoltre, deve sempre indossare i guanti. È vero che nessuno può toccare i reali inglesi, ma anche proteggersi dai germi durante le strette di mano è importante.

Non possono indossare pellicce. A decidere quest'ultimo provvedimento fu Re Edoardo III, anche se la decisione del sovrano è stata infranta parecchie volte. Oggi la si rispetta più per ragioni ecologiche ed etiche. Inoltre, guai a indossare le zeppe in un evento ufficiale: la Regina le odia e ammette solo décolleté. Inoltre, la sovrana è l'unica che può guidare senza patente.

Affetti e frivolezze

I reali inglesi non possono giocare a Monopoly o a qualsiasi altro gioco da tavola, ritenuto troppo frivolo. E a proposito di leggerezze: mai concedersi effusioni romantiche in pubblico. Note come Public display of affection, sotto questa definizione ricadono abbracci, baci e persino il tenersi per mano, soprattutto se questi gesti sono a tiro di paparazzi.

I reali inglesi non possono lavorare

Non possono usare i social, non possono accettare regali, ma soprattutto non possono lavorare. Primo, perché tecnicamente sono tutti "assunti" dalla Regina e contribuiscono a portare avanti il business "Royal Family". Secondo, le loro agende sono pienissime di impegni reali (vedi quella della Principessa Anna). Per questo possono solo dedicarsi eventualmente a cause benefiche.

Foto: LaPresse