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Yummy dummies - ricette a prova di incapacy

  • Difficoltà

    media

  • Categoria

    Dolci

  • Porzioni

    8

  • Tempo preparazione

    20 min

    PT20M

  • Tempo cottura

    17-20 min

    PT20M

  • Tempo totale

    40 min

    PT40M

  • Cucina

    Italiana

  • Cottura

    In forno

Si dice sempre “anche l’occhio vuole la sua parte”. Ma cosa succede quando l’occhio si divora tutto quanto? Cosa rimane quando perdiamo di vista l’estetica “normale” delle cose? Una bellissima torta, decorata a metà.

Si dice sempre “anche l’occhio vuole la sua parte”. Ma cosa succede quando l’occhio si divora tutto quanto? Cosa rimane quando perdiamo di vista l’estetica “normale” delle cose? Una bellissima torta, decorata a metà.

Incapacy cocoriti, qualche giorno fa mi sono arrabbiata (per finta, perché chi vi conosce), a causa di alcuni commenti a un riso al forno che avevo messo nelle stories. A me i toni sgarbati non infastidiscono, ci ho fatto la mia bandiera, quindi figuratevi se non permetto che alla mia “scortesia” venga risposto con altrettanta scortesia. I commenti si riferivano all’aspetto di questo riso, mi è stato scritto «neanche il mio cane mangerebbe mai questa cosa», «cosa hai fatto hai aperto l’umido dei gatti e lo hai messo su un riso?». 

Questi commenti ovviamente non mi hanno ferita dal punto di vista della mia professionalità, ma quello che mi ha fatto arrabbiare è, anche oggi, una grande banalità: forse alcune persone si sono disabituate a vivere la vita, dal punto di vista estetico.

L'estetica insaziabile dei social

Mi spiego meglio: Instagram è un posto stupendo, con standard estetici altissimi, si trovano foto perfette, case impeccabili, corpi più simili a quelli degli dei che agli umani e, mi rendo conto, passandoci e avendoci passato negli ultimi due anni, un tempo realmente molto apprezzabile, che l’occhio si potrebbe essere abituato a dei modelli impossibili, anche senza volerlo. Posso scrivere altre banalità all’infinito su questo tema, lo so, ma l’innovazione di questo assunto, ossia che Instagram propone modelli irrealizzabili, è l’esposizione della rabbia nei confronti della normalità.

Mi sono chiesta: cosa vuole vedere il pubblico dei social? Se è solo la bellezza, siamo sicuri però che poi la vita gli sarà lieve? Mi spiego ancora meglio: come vi sentite quando nella vostra quotidianità, la sera, vi mangiate la pasta col tonno e parmigiano e non degli spaghetti arrotolati, cremosi, alti 1,80, con burro di cocco, ricci e lime? Chi ha ragione nella vita?

Che sapore ha una vita apparentemente "perfetta"?

Ve lo dico io: abbiamo ragione noi, quelli che non perdono di vista l’estetica banale delle cose, le persone che hanno sempre ben presente a se stessi che i set fotografici di cibo (o qualsiasi altro set) i miei compresi, quasi sempre sono fatti di cibo freddo, che giace su un piatto da almeno 20 minuti, poggiato su uno sfondo di finto legno comprato su Amazon a 15 euro, con una luce finto naturale sparata e mille correzioni di colori, cremosità (intendo: riprendi la pasta tutta incollata, rimettila in padella con un po’ d’acqua, e rendila di nuovo appetibile) e impiattamento.

Che ve volete magnà? Con chi volete avere un primo appuntamento? Forse col cellulare?
La mia preoccupazione è che la risposta non sia quella più scontata, o se lo è, non sono sicura sia sentita. In base ai commenti che ho ricevuto sul mio riso al forno, mi sembrava evidente che l’occhio non fosse più abituato a decifrare la vita, soprattutto perché avete ritenuto opportuno verbalizzarlo con me, che non sono esattamente una persona tranquilla, richiamandomi a un codice che, se in qualche modo ho contribuito a generare mi dispiace, ma non mi appartiene. Io a casa mia c’ho lo stendino sempre in mezzo, mi mangio cose al limite della decenza estetica e dagli altri non mi aspetto niente di diverso. Indovinate però chi starà a pezzi, a coriandoli, ben presto? Chi si è dimenticato che i colori durante la giornata non sono saturi come quelli delle foto, che il tramonto non è viola e verde e che le persone c’hanno le occhiaie e la tuta può stringere sui fianchi.

Questa torta che ho fatto è la testimonianza di quanto sia pericoloso questo approccio alla vita, è una torta diciamo bella, questa decorazione va di moda, ma la parte senza i frutti rossi chi se la magna? È bella, ma non è dedicata a tutti, non è pensata per fare merenda insieme agli altri, perché qualcuno sarà scontento.
Detto ciò, vi do le dosi, vere, non bugiarde come piace a voi.

Ingredienti

  • Per la frolla
  • 360 g di farina 00
  • 70 g di farina di mandorle
  • 180 g di burro
  • 5 g di sale
  • 150 g di zucchero a velo
  • 80 g di uova

    Per la crema
  • 500 g di crema pasticciera
  • 250 g di panna semimontata
  • 4 fogli di gelatina

La ricetta della crostata di fragole e crema diplomatica a prova di Incapacy

Pasta frolla (impasto)

  1. La frolla è sempre la stessa, la trovate nella ricetta della crostata di frutta. L’ho tirata a 3-4 mm, l’ho inserita in un anello microforato, l’ho ben bucherellata e l’ho cotta "in bianco", significa senza condimenti vari, creme, marmellate ecc.

    Frolla stesa

  2. Dovete stare attenti, se non avete molta dimestichezza con questo tipo di cottura: mettete un disco di carta forno sopra la base della crostata e metteteci dei ceci secchi, fino ad arrivare al bordo, in questo modo non vi si ripiegherà su sé stessa, come farete a breve voi se non imparate a campare la vita.
  3. La crema pasticciera è sempre la stessa e la trovate nella ricetta di prima.

    Crema pasticciera

  4. La regola per la crema diplomatica è: 2/3 di crema pasticciera e 1/3 di panna semi montata.

    Panna semimontata

  5. Io ho fatto così: prima ho unito i due componenti, poi ho preso quattro fogli di gelatina, li ho ammollati in acqua fredda freddissima e li ho sciolti in 6/7 cucchiai di panna che avevo precedentemente riscaldato, ho versato tutto nel mix crema/panna e ho pianto. Vi si ammoscerà leggermente la crema diplomatica, ma non temete, la gelatina vi è amica, risolverà tutto.

    Crema diplomatica

  6. Prendete questa semi brodaglia e mettetela in un contenitore piatto e largo a raffreddare in frigo, con pellicola a contatto, vedrete che dopo un’ora/un’ora e mezza, questa avrà "tirato", significa che si sarà rassodata. Prendete il guscio di frolla e riempitela di crema, livellate tutto con una spatola e decoratela con le fragole, con quello che vi pare insomma, non fate come me in questa foto, vivete la vita vera.

Crostata diplomatica e fragole

Crostata diplomatica (fetta)

Foto: Ilaria Muri