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A cena fuori dopo la quarantena: come cambiano bar e ristoranti con la fase 2

Iniziata la Fase 2, ecco cosa aspetta il mondo della ristorazione da qui al 1 Giugno.

Iniziata la Fase 2, ecco cosa aspetta il mondo della ristorazione da qui al 1 Giugno.

Archiviata la prima, la Fase 2 della quarantena apporterà più o meno significativi cambiamenti al mondo della ristorazione. Se è vero che per un po’ dovremo abbandonare l’idea di andare a cena fuori, molti ristoranti, oltre che a domicilio, consegneranno da asporto. Una piccola consolazione dopo il lock-down subito dal Paese. Vediamone i dettagli.

Ristoranti, bar e pizzerie in fase 2, cosa cambia?

Durante la fase 2 iniziata il 4 maggio, le novità sono state diverse, ma è dal 18 maggio (e non più dal 1° giugno) che, finalmente, la ristorazione potrà ripartire. Ciò a seguito della trattativa tra il governo e le regioni che ha avuto culmine nel decreto del Consiglio dei ministri firmato nella notte tra il 15 ed il 16 maggio. 

Le riaperture dovranno avvenire con tutte le precauzioni del caso: nello specifico, bisognerà mettere a disposizione della clientela una chiara informazione sulle misure di prevenzione, che sia facilmente comprensibile a tutti (in particolar modo agli stranieri). Si avrà la facoltà di misurare la temperatura corporea e, nel caso, di impedire l'accesso a chi superi i 37,5 °C

Ancora, dovranno essere messi a disposizione dei prodotti igienizzanti (anche in più punti del locale ed utilizzabili sia dai clienti che dal personale) ed i servizi igienici dovranno essere puliti più volte al giorno. Saranno privilegiate le prenotazioni e dovrà essere conservato l’elenco di queste per almeno 14 giorni.

Nei locali che non dispongono di posti a sedere l’ingresso sarà limitato a pochi clienti per volta, per evitare sovraffollamenti e poter garantire la distanza di sicurezza. A proposito di quest'ultima, i tavoli dovranno essere prediposti in maniera tale che possa intercorrere, tra un cliente e l’altro, almeno 1 metro. In caso di barriere fisiche tra i tavoli tramite, ad esempio, droplet, tali distanze potranno essere diminuite.

Chi intende consumare al banco dovrà distanziarsi dagli altri avventori di almeno 1 metro (ad eccezione di chi non sia soggetto al distanziamento interpersonale secondo le norme di legge). Non sarà consentita la consumazione a buffet. Il personale addetto dovrà indossare la mascherina nell’interfacciarsi con la clientela e procedere con una frequente igienizzazioni delle mani. Dovrà, inoltre, favorire il ricambio d’aria all’interno del locale.

La postazione cassa potrà essere dotata di barriere fisiche ma, in ogni caso, il personale dovrà indossare la mascherina ed avere a disposizione i prodotti igienizzanti del caso. Saranno da preferire le modalità di pagamento elettroniche. Infine, i tavoli dovranno essere igienizzati al termine di ogni servizio ed i menù consultabili online sullo smartphone o, in alternativa, essere in materiale plastificabile (e quindi igienizzabili dopo l’uso) o in carta monouso. Queste tutte le novità introdotte dal Decreto.

Oltre la consegna a domicilio già sperimentata durante tutta la Fase 1, si potrà continuare ad ordinare da asporto: bar, ristoranti, pizzerie e trattorie possono consegnare le proprie specialità ai clienti che, però, non dovranno ammassarsi al di fuori del locale e dovranno sempre e comunque indossare la mascherina ed i guanti oltre a rispettare le distanze sociali.

Ancora, non è possibile consumare quanto prelevato nei pressi del locale stesso ma recarsi presso la propria abitazione. Ciò al fine, ovviamente, di evitare quegli assembramenti che al momento continuano ad essere vietati.