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TikTok & Co., i momenti più cringe dei politici in rete

Ultimi giorni di campagna elettorale e il baricentro da qualche tempo si è spostato su TikTok, dove alcuni politici sono sbarcati con profili last minute, con risultati che vale la pena commentare.

Ultimi giorni di campagna elettorale e il baricentro da qualche tempo si è spostato su TikTok, dove alcuni politici sono sbarcati con profili last minute, con risultati che vale la pena commentare.

Il rapporto tra la politica e il web è una di quelle storie d’amore palesemente a senso unico, in cui uno dei due elementi della coppia brama spropositatamente l’altro, che invece lo ignora completamente. E la domanda in questo caso è: quanto spropositatamente? Troppo. Ma a livelli che fai cose di cui poi ti penti, tipo tentare un assalto disperato al social più popolare tra i ggggiovani elettori con risultati… beh, discutibili.

Tradizione vuole che gli ultimi giorni della campagna elettorale siano quelli in cui i partiti (e i candidati) si giocano i colpi migliori. Così capita che quasi tutti i leader abbiano rotto gli indugi, tentando (a pochissime settimane dal voto) di lusingare il popolo di TikTok.

I politici tiktoker dell'ultim'ora

Carlo Calenda

 

@carlocalendaofficial Sbarchiamo su tik tok. Facciamo sul serio anche qui, proviamoci insieme. #neiperte ♬ suono originale - CarloCalendaOfficial

Debutta tentando la carta dell’autoironia (che, forse per uno noto in rete per la grande umiltà, suona tanto come una promessa elettorale), dando prova di conoscere molto profondamente il social: “non ballo, non do consigli make-up, ma posso parlarvi di politica, di libri, di politica e di cultura”. Sottotesto: io porto la parola, la parola di Quèlo, avrebbe detto Corrado Guzzanti, anni luce davanti a tutti. Si massacra le dita per contare all’inizio del video: la tecnologia fa male.

Matteo Renzi

 

@matteorenziufficiale Anche Matteo Renzi su TikTok? First reaction? Shock! #matteorenzi #italiasulserio #elezioni #25settembre ♬ Epic Music(842228) - Pavel

Anche Renzi cerca di essere autoironico, e potrebbe anche riuscirci, se non finisse per autocompiacersi. Parte citando i suoi tormentoni (first reaction:shock, shish), “linguaggi quasi più complessi del corsivo” e poi si tradisce. Perché glielo leggi negli occhi che pensa “adesso ce li ho in pugno” e attacca a elencare il suo curriculum politico e adolescenziale. Eh vabbeh, se non altro finisce il video con le dita intatte (forse).

Enrico Letta

Letta non ha un account ufficiale. C’è quello del partito, che (dice lui) è una “cosa seria”. Forse un po’ troppo seria, tant’è che lui si defila. Compare giusto in un paio di video. Coinvolge tiktoker sperando che compiano il miracolo: spiegare sinteticamente il programma di centrosinistra. Nel 2028 è previsto l’ultimo video.

Silvio Berlusconi

 

@silvio.berlusconi Ciao ragazzi, eccomi qua. Vi do il benvenuto sul mio canale ufficiale #Tiktok per parlare dei temi che più stanno a cuore a Forza Italia e al sottoscritto e che vi riguardano da vicino: parleremo e discuteremo del vostro #futuro Vi racconterò di come vogliamo rendere l'#Italia un Paese che possa darvi nuove opportunità e la possibilità di realizzare i vostri sogni. Ci rivediamo presto su TikTok ! #silvioberlusconi #berlusconi #elezioni #forzaitalia🇮🇹💪❤️ #politica #giovani ♬ suono originale - Silvio Berlusconi

Il primo video di Berlusconi su TikTok è qualcosa di straordinario. Lo guardi e riguardi e riguardi di nuovo e non ti stanchi mai. Non è chiaro se Berlusconi cavalchi l’onda revival anni Ottanta o se sia semplicemente fuori sincro di qualche decennio. È come se a un certo punto Salvini si facesse i selfie con un dagherrotipo, come se il pupazzo Uan fosse diventato il suo social media manager. Questo strano incrocio tra Babbo Natale, una televendita Semeraro, Bim Bum Bam e un file Excel di Windows ‘95, però ha fatto il botto e il video ha ampiamente superato i 9 milioni di telespettatori, ehm, di visualizzazioni.

I politici sui social prima di TikTok

Ora, se guardando quei video vi siete chiesti se ci possa essere qualcosa di più cringe, beh sappiate che sì, c’è anche chi ha fatto di peggio.

Daniela Santanché: nostalgia canaglia

 

Segnatevi questa data “22 novembre 2021”, perché è il giorno in cui ho pensato che Britney Spears fosse entrata in politica. Poi ho scoperto che era semplicemente Daniela Santanché, orgogliosa di sfoggiare il suo nuovo maglione rosso, che forse, in un momento particolarmente nostalgico, aveva deciso di riprendersi il suo ventennio (anagrafico, s’intende). Filtro “Dorian Gray” sparato a 100 et voilà: eccola alla scrivania, felicissima di aver finito i compiti e pronta per prepararsi lo zaino.

Aldo Moro estetista Dc(inico)

Correva l’anno 2014, il 9 maggio poco dopo le 6 Gianfranco Chiarelli twitta una frase per rendere omaggio ad Aldo Moro, morto 36 anni prima. Ancora non sa che quella frase lo farà entrare nel giro di pochissimo nell’Olimpo del web: «36 anni fa moriva Moro, grande estetista, grande uomo, grande pugliese». Tradito dal t9 o dalla fretta, il refuso non passa inosservato. Passa qualche ora e il tweet viene corretto. Troppo tardi perché un capolavoro del genere passasse inosservato. Ovviamente il tweet è rimasto quello corretto, ma la rete è tutt’ora piena di articoli che lo celebrano.

La diplomazia social di Maurizio Gasparri

 

Il tweet di Gasparri dopo la vittoria dell'Italia sull'Inghilterra ai Mondiali del 2014

Maurizio Gasparri, già ministro e vicepresidente del Senato, notoriamente placido e sereno come un rasoio elettrico in un frullatore, utilizza Twitter con la consueta pacatezza che lo ha reso famoso in rete. Il suo profilo è rilassante come un incenso fragranza Red Bull. A parte qualche scivolone di cui si rese protagonista il suo (ex) staff - come il celeberrimo “le chiesimo” -, Gasparri vede letteralmente rosso essenzialmente su tre questioni: gli insulti, le droghe leggere, il calcio. Ogni tanto gli è anche capitato di essere trollato (memorabile quella in cui indignato commentò un meme su Jim Morrison in versione rapinatore slavo), ma c’è chi ha fatto peggio di lui.

Lo strano caso della moschea di Sucate

Passato alla storia come la trollata definitiva, la moschea di Sucate balzò agli onori della cronaca nel 2011, nel corso della campagna elettorale per la corsa alla carica di sindaco di Milano. Chiamato in causa su Twitter per una fantomatica moschea abusiva nel quartiere meneghino di Sucate (per la precisione in via Giandomenico Puppa), il profilo di Letizia Moratti risponde con fermezza: “Nessuna tolleranza per le moschee abusive. I luoghi di culto si potranno realizzare secondo le regole previste dal nuovo Pgt”. Nulla da aggiungere.

“Visit auar cauntri”

Rutell me why? Perché Francesco, perché hai fatto questo? L’inglese stenta, ma, dopo gli exploit di Matteo Renzi e il suo Shish™, potrebbe facilmente sembrare un livello C1. Ma non è così. L’anno è il 2007, il video avrebbe dovuto essere il benvenuto virtuale al sito internet “italia.it”, nato per promuovere il turismo nel nostro Paese. Rutelli, all’epoca ministro dei Beni Culturali, decide che il modo migliore per farlo sia parlare come un sintetizzatore vocale.

Non sappiamo se alla base di tutto ci sia una lite con il montatore del video, se in post produzione siano state aggiunte delle pause interminabili, fatto sta che il video per avere una verve accettabile deve essere visto a velocità 1.5. Certo, poi sembra di parlare con Tobi della Vodafone, ma questo è un altro discorso.

I video visionari di Roberto Formigoni

Siete in ufficio? Prendetevi un’ora di permesso. Questo video va visto tutto d’un fiato (vi supplico, fatelo), dura all’incirca 5 minuti. Lo rivedrete almeno altre quattro volte e siamo a 25 minuti. Cinque minuti per realizzare che sì, è davvero così e mezz’ora per trovare il senso di tutto questo. Roberto Formigoni, ai tempi (e parliamo del 2010) governatore della Lombardia, decide di sbarcare sul web e sui social di allora con un nuovo portale. E promuove il tutto con dei video che sono un vulcano di emozioni. Vi consiglio di guardare le espressioni delle comparse, per aggiungere nuove sfumature alla definizione di disagio. Semplicemente magnifico.