Vivere eco
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La politica ambientale di Trump: rinnovabili in secondo piano

Trump, il nuovo inquilino della Casa Bianca, ha idee opposte rispetto al suo predecessore Barack Obama in tema di protezione ambientale ed ecologia. 

Trump, il nuovo inquilino della Casa Bianca, ha idee opposte rispetto al suo predecessore Barack Obama in tema di protezione ambientale ed ecologia. 

Cambiamenti climatici ed energie rinnovabili risentiranno notevolmente della nuova politica di Trump: per il neopresidente il riscaldamento globale non è un problema e l'industria petrolifera va rilanciata a discapito delle rinnovabili.

E’ quanto ci si aspetta nei prossimi quattro anni dall’amministrazione Trump che rispetto alla lotta ai cambiamenti climatici, alla riduzione delle emissioni di gas serra, alla protezione dell'ambiente e agli investimenti per le energie alternative sembra proprio avere posizioni nettamente opposte a quelle dell’amministrazione Obama.

Trump si è impegnato a rilanciare le industrie pesanti come quella petrolifera e quella siderurgica, perché tra i suoi obiettivi prioritari vi è quello di rendere gli Stati Uniti un Paese indipendente sul fronte energetico.

A tale scopo Trump ha promesso di voler investire nello sviluppo e nella ricerca per l’esplorazione di giacimenti di petrolio e gas, attività che comporterebbero gravi ripercussioni sugli ecosistemi e sulla fauna selvatica.

Il neo presidente degli Stati Uniti non è a favore delle energie rinnovabili perché considera sia l’energia eolica che l’energia solare troppo dispendiose: per le aziende delle energie rinnovabili il futuro non sarà affatto roseo

Inoltre più volte Trump ha promesso di voler ritirare l'adesione degli Stati Uniti all’accordo sul clima di Parigi, concordato da quasi 200 Paesi, in particolare vorrebbe abolire i provvedimenti presi da Obama volti a ridurre le emissioni di gas delle centrali elettriche, come ad esempio il Clean Power Act, rilanciando invece l'industria petrolifera e le altre forme di combustibili fossili.

Come se tali posizioni non fossero già abbastanza gravi, va ad aggiungersi anche il programma repubblicano di riduzione delle tutele per gli animali selvatici: alcune specie simbolo della fauna americana come il lupo grigio, il gallo della salvia o il tetraone non sarebbero considerate a rischio e comunque la loro protezione risulta troppo costosa.

Credit foto Fiori e Foglie