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Mosche e vespe, nuovi insetti per l'impollinazione

Uno studio della University of New England in Australia afferma che mosche e vespe stanno sopravanzando le api nell'impollinazione. 

Uno studio della University of New England in Australia afferma che mosche e vespe stanno sopravanzando le api nell'impollinazione. 

I principali insetti impollinatori sono le api ma un recente studio afferma che la leadership è passata ad altri insetti.

Vespe, mosche, farfalle e coleotteri contribuiscono all'impollinazione dei raccolti e possono compensare il declino nella popolazione globale delle api.

Un team internazionale della University of New England in Australia, guidato dall'entomologa Romina Rader, ha studiato 17 coltivazioni dipendenti da pollinatori in cinque continenti, dalle vaste monocolture ai piccoli sistemi diversificati.

Gli scienziati hanno rilevato una serie di fattori come i tassi di visitazione, il contributo alla produttività del raccolto e i rapporti con l'habitat, arrivando a stabilire che gli insetti non-api hanno compiuto tra il 25% e il 50% del numero totale di visite ai fiori.

Si è inoltre anche osservato che questi insetti sono importanti per i frutti tropicali ovvero per tutte quelle coltivazioni che non attirano l'interesse delle api.

Le analisi compiute hanno anche messo in evidenza che le non-api reagiscono differentemente a seconda della struttura dell'habitat: mentre le api si affidano all'alveare e ad altri tipi di struttura influenzabili dai cambiamenti ambientali, le non-api vivono vicino alle piante, tra i cespugli o nell'erba.

Si è notato che le api sono le pollinatrici più efficienti su una base per visita ma mosche, vespe e coleotteri sono così abbondanti in particolari località, in particolari ore del giorno e in particolari condizioni, da avere un impatto complessivo maggiore delle api.

Lo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), è importante peché fornisce una risposta alla possibile scomparsa delle api a causa dei cambiamenti ambientali: la presenza di insetti più resistenti e meno vulnerabili ai fattori ambientali costituisce una soluzione al mantenimento dell'impollinazione.

Foto © pixelnest - Fotolia.com

Tipsby Dea

Morìa di api

Ogni anno si assiste alla moria di circa il 30% delle colonie di api, con conseguente impatto negativo sull'ambiente e sulla sicurezza alimentare perché le api garantiscono la riproduzione di più dell'80% delle specie vegetali.