Divertimento
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Eurovision Song Contest 2023: le pagelle della finale

Rispettato il pronostico dei bookmakers: trionfa la Svezia con Loreen, che grazie a Tattoo bissa il successo già ottenuto nel 2012. Secondo il finlandese Käärijä, terza l’israeliana Noa Kirel. Quarto posto per Marco Mengoni.  

Rispettato il pronostico dei bookmakers: trionfa la Svezia con Loreen, che grazie a Tattoo bissa il successo già ottenuto nel 2012. Secondo il finlandese Käärijä, terza l’israeliana Noa Kirel. Quarto posto per Marco Mengoni.  

L’Eurovision Song Contest è una manifestazione in cui domina il trash, dove il cattivo gusto in materia di abiti e coreografie non ha uguali, nel corso della quale si sfidano canzoni spesso inascoltabili. Questo per quanto riguarda i pregi. Il difetto di questa kermesse che un tempo nessuno voleva, seguita per questo dai più audaci con enormi sensi di colpa, è che il baraccone camp per eccellenza arriva solo una volta l’anno. Ed è già finita, da Liverpool è tutto con il trionfo… I voti ai protagonisti della serata finale (senza considerare quelli di giuria e pubblico).

Austria: Teya & Salena - Who The Hell Is Edgar?

Chi diavolo è Edgar? E soprattutto, chi sono e che modo sono arrivate a Liverpool Teya e Salena? Presto detto: il duo austriaco ha raggiunto la città dei Beatles grazie a un pezzo in cui raccontano di essere state ispirate dallo spirito di Edgar Allan Poe. Il più classico dei ghostwriter. La giusta dose di eccentricità per iniziare al meglio l’Eurovision. Voto 7.

Portogallo: Mimicat - Ai Coração

mimicat

Saudade, fado, bacalhau, Cristiano Ronaldo, coração. Il Portogallo è questo, non si scappa. La senhora in rosso Mimicat ha spiegato di aver scritto la canzone una decina di anni fa, di averla poi incisa un lustro fa anni fa, per riporla nel cassetto però nel cassetto visto che non era soddisfatta del risultato. Doveva aprirlo proprio adesso? Voto 6.

Svizzera: Remo Forrer - Watergun

La Svizzera è neutrale. Non si batte e, a quanto pare, se proprio deve battagliare sul palco porta le pistole ad acqua. Brano scialbo, ma la voce del buon Remo Forrer (che non ha si badi bene 13 anni, ma 22 a settembre) lascia il segno: una delle migliori della serata. Il ragazzo si farà. Voto 6,5.

Polonia: Blanka - Solo

Orecchiabile la canzone della polacca Blanka. Solo che… Solo, inteso come pezzo, non sia esattamente il massimo. Scontato, più del sushi all’Esselunga dopo le sette di sera. Al momento Blanka di Street Fighter si fa ancora preferire. Voto 5.

Serbia: Luke Black - Samo Mi Se Spava

Quello di Luke Black - nome d’arte molto originale - è un brano pop che parla di una fuga dalla realtà dolorosa: “Samo Mi Se Spava”, significa infatti “Voglio solo dormire”. Anche noi. L’esibizione dai toni post-atomici o post-pandemici, fate vobis, peggiora il tutto. Voto 4.

Francia: La Zarra - Évidemment

Évidemment alla Francia importa talmente tanto dall’Eurovision Song Contest da averci mandato una canadese. Ma solo perché Carla Bruni aveva da fare. La Zarra, di nome ma non di fatto, regala però una performance di spessore. Voto 7,5.

Cipro: Andrew Lambrou - Break A Broken Heart

Cipro ha partecipato 39 volte all’Eurovision senza vincere. Un motivo ci sarà. Voto 4.

Spagna: Blanca Paloma - Eaea

Più spagnola del jamón serrano, Blanca Paloma riporta il (nuevo) flamenco sul palco dell'Eurovision 40 anni dopo Remedios Amaya. Ma senza le nacchere non è la stessa cosa. Nenia terrificante. Voto 3.

Svezia: Loreen - Tattoo

svezia eurovision 2023

Loreen, Shakira, quando la ordini su Wish, era per i bookmakers la favorita di questa 67esima edizione dell’Eurovision. La cantante ha una presenza scenica che cattura, tipo Jane Fonda con le lezioni di aerobica. Voto 7.

Albania: Albina & Familja Kelmendi - Duje

Vocali gridate a casaccio ai quattro venti, poi all'improvviso parte una canzone tipo Bregovic. Vale ciò che dicevano Elio e le Storie Tese. Quando a famigghia non basta. Voto 5.

Italia: Marco Mengoni - Due Vite

Prima della finale, a Due Vite è stato assegnato il premio per la miglior composizione dell’Eurovision Song Contest. E questo la dice lunga sulla qualità dell’evento. Detto ciò, Marco Mengoni nonostante le difficoltà di indossare una cotta di maglia regala una prestazione sontuosa. Voto 9.

Estonia: Alika - Bridges

Piano con Alika. È quello che si vede sul palco, ma anche un consiglio a chi fosse interessato: nuoce gravemente all’udito. Frangia di alto livello, che non si vedeva da quando la sua Estonia faceva parte dell’Unione Sovietica. Voto 5,5.

Finlandia: Käärijä - Cha Cha Cha

Non c’è un singolo elemento che si sposi bene con l’altro. Ed è bellissimo così. Trash a palate: a metà tra i Rammstein e la tecno, Käärijä pare Hulk dopo una serata al Muccassassina e a un certo punto c’è pure una citazione di Human Centipede. Sublime. Voto 8.

Repubblica Ceca: Vesna - My Sister's Crown

La Repubblica sarà anche ceca, ma noi ci sentiamo benissimo. Messaggio molto bello quello delle Vesna, che devono il nome a un personaggio dell'antica mitologia slava, associato alla giovinezza e alla primavera. Non al canto però. Voto 4.

Australia: Voyager - Promise

Sono arrivati da lontano, i Voyager, e non accusano il jet lag, Performance robusta, come direbbero certi telecronisti sportivi. Il progressive metal di cui non sapevamo di avere bisogno. Voto 7,5.

Belgio: Gustaph - Because Of You

Un pizzico di Boy George, una spruzzata di Take That su base di Moving on Up, senza lesinare sul vogueing. Gustaph negli Anni 90 avrebbe vinto a mani basse il Festivalbar e nel 2023 all’Eurovision strappa applausi. Voto 8.

Armenia: Brunette - Future Lover

La prima parte del brano è soporifera e la stessa Brunette è sul punto di addormentarsi. Poi si ricorda di essere in gara e si desta. Ma ormai è troppo tardi per salvare la situazione, nonostante una certa vocalità. Armeno questo. Voto 5.

Moldavia: Pasha Parfeni - Soarele şi Luna

Potente signore della guerra, della temibile comunità nomade dei Dothraki, Pasha Parfeni ci parla del sole e della luna, ispirato dalla mitologia dei Carpazi, accompagnato da due sacerdotesse pronte al baccanale. Manca solo il nano con il piffero. Ah no, c’è anche lui. Voto 7.

Ucraina: Tvorchi - Heart of Steel

La canzone dei Tvorchi è talmente anonima che non avrebbero vinto nemmeno l’anno scorso. Voto 5,5.

Norvegia: Alessandra - Queen of Kings

L’italo-norvegese Alessandra ripudia lo Stivale per omaggiare la mitologia norrena, conciandosi come Loki. Discreta dose di trash in salsa scandinava: consigliamo un duetto con Pasha Parfeni. Voto 5.

Germania: Lord of the Lost - Blood & Glitter

Nel primo discorso alla Camera dei Comuni, nel 1940 Winston Churchill promise di offrire lacrime e sangue agli inglesi, che si preparavano ad affrontare il nemico tedesco. Sangue e brillantini invece per i teutonici Lord of the Lost, paladini del gothic rock. Invidiabile lo stacco di coscia del cantante. Voto 7,5.

Lituania: Monika Linkytė - Stay

Brano banale, strofa intimista e poi ritornello con coro. Per questo orecchiabile: verrà usato per qualche spot pubblicitario. Bella voce Monika Linkyte, nel complesso esibizione senza infamia e senza lode. Voto 6.

Israele: Noa Kirel - Unicorn

Israele non fa parte dell’Europa, ma è una big dell’Eurovision, avendo vinto quattro edizioni: 1978, 1979, 1998, 2018. Bella e brava, canta e balla Noa Kirel: una piccola Beyoncé in salsa mediorientale. Voto 6,5.

Slovenia: Joker Out - Carpe Diem

Carpe Diem, cantano i Joker Out, come a voler invitare i telespettatori a spegnere la tv e andare a dormire. E invece no. Dopo un raid al primo mercatino dell’usato incrociato in città (ma al buio), Le Vibrazionic salgono sul palco e spaccano. Voto 7,5.

Croazia: Let 3 - Mama ŠČ!

let 3

Se la storia d’Italia non avesse visto la perdita di Fiume, forse avremmo avuto due Elio e le Storie Tese: è da qui che neI hanno iniziato a dissacrare i Let 3, noti in patria per le esibizioni sopra le righe e i testi carichi di denuncia sociale. Superbi. Voto 8.

Regno Unito: Mae Muller - I Wrote A Song

Mae Muller ha scritto una canzone. E meno male che ce lo ha detto, perché altrimenti avremmo scambiato il suo brano per un’interferenza dell’Eurovisione. Voto 3.