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Dark Tourism: il Messico

Un soggiorno da brivido in una delle città più pericolose al mondo, una visita all’inquietante isola popolata da bambole e una notte da clandestino. Non solo rovine azteche, spiagge e tequila: il Paese ha molto da offrire agli amanti del brivido.

Un soggiorno da brivido in una delle città più pericolose al mondo, una visita all’inquietante isola popolata da bambole e una notte da clandestino. Non solo rovine azteche, spiagge e tequila: il Paese ha molto da offrire agli amanti del brivido.

Cari turisti del macabro, DeAbyDay vi ha già portato alla scoperta delle attrazioni assolutamente da non perdere negli Stati Uniti d’America e in Giappone, tra case infestate, scene del delitto e il teatro di un disastro nucleare. Adesso voliamo in Messico, un’altra meta imprescindibile per dark tourist provenienti da ogni angolo del mondo.

Dark tourism Messico: clandestini per una notte

Turisti che per una notte diventano poveri e disperati messicani, impegnati nel tentativo di raggiungere e superare illegalmente il confine con gli Stati Uniti. Succede nel Parque Eco Alberto con la Caminata Nocturna: questa messa in scena di ciò che accade davvero 850 km più a nord, nata come esperienza didattica per i giovani del posto (leggasi deterrente per l’immigrazione clandestina), si è affermata come una vera e propria attrazione turistica, capace di attirare messicani e stranieri.

La Caminata Nocturna, che nella versione ‘extrema’ costa 23 euro e dura 6 ore, inizia in chiesa e prosegue tra canyon, terreni desertici, cactus e fiumi limacciosi. Sempre seguendo la strada indicata dalle guide in passamontagna, che impersonando i trafficanti di esseri umani non mancano di istruire i partecipanti sui rischi che corrono. Quali? Serpenti, ragni, coyote, piante velenose e i vigilanti al confine, anche se quello reale si trova 850 km più a nord. Per rendere l’esperienza verosimile, gli aspiranti clandestini affrontano filo spinato, abbaiare dei cani, fari delle torrette di guardia e spari a salve. Ma l’esito è comunque segnato: arresto con tanto di manette da parte della Border Patrol, con l’accusa di immigrazione clandestina.

Foto: Susan Richey-Schmitz © 123RF.com

La spaventosa isola delle bambole 

Se il Parque Eco Alberto è nello Stato dell’Hidalgo, a 150 km da Città del Messico, la terrificante Isla de las Muñecas si trova proprio nella capitale. Per la precisione nel quartiere di Xochimilco, che ospita un parco turistico lacustre percorribile attraverso i suoi canali, ultimi resti di un vasto sistema di trasporto per vie d'acqua costruito dagli Aztechi.

La sua particolarità, come suggerisce il nome, è di essere ‘abitata’ da bambole, che sono appese ovunque, sugli alberi, sulle staccionate, impalate persino, talvolta decapitate, rovinate e sporcate dagli agenti atmosferici.

L’artefice di tutto ciò ha un nome: Julián Santana Barrera, un contadino che che sul finire degli Anni 50 abbandonò moglie e figlia per ritirarsi a vivere da eremita sull'isola, dopo aver trovato (qui inizia la leggenda) il corpo di una bambina affogata nel canale con a fianco una bambola, che poi appese come forma di rispetto. Convinto che lo spirito della bimba aleggiasse proprio nella bambola, l’uomo iniziò a collezionare muñecas, recuperandole nelle discariche o dragandole nella laguna, fino al giorno in cui annegò (si dice) esattamente nello stesso punto in cui sarebbe morta la bambina: il decesso di Julián Santana Barrera rese quello che era ritenuto il ritiro di un pazzo una macabra attrazione turistica, che oggi è ‘popolata’ da tantissime bambole, portate nel corso degli anni sull’isola dai visitatori.

Il giorno dei morti e la città con più morti

C’è chi giura di aver visto le bambole muovere la testa e aprire gli occhi, chi le ha sentite sussurrare qualcosa, chi ha raccontato di essersi sentito attirato sull’isoletta da un qualche potere maligno. Se avere qualche dubbio è lecito, non ce ne sono invece sul fatto che i messicani abbiano un rapporto peculiare con la morte, sublimato durante il Día de los Muertos.

È il giorno più atteso dell’anno, durante il quale i cimiteri si riempiono di parenti giunti per decorare le tombe dei cari e portar loro cibo, oltre che per pregare, cantare e suonare. Pure di notte, esperienza assolutamente imperdibile (sempre con la giusta dose di rispetto) per i dark tourist, al pari di un giro a Tepico, quartiere popolare di Città del Messico a due passi dallo Zócalo, dove sorge un altare dedicato alla Santa Muerte.

Detto ciò, un tour da brivido nel Paese non può prescindere da un soggiorno a Ciudad Juárez. Situata al confine con il Texas (e separata da un muro da El Paso) è una roccaforte dei cartelli criminali e per anni è stata la città con il più alto tasso di omicidi al mondo. Le cose sono leggermente migliorate ultimamente ma, ecco, soprattutto di notte a Juarez non esistono passeggiate di salute.

Foto apertura: Maksym Shevchenko © 123RF.com